Il mafioso? “ Va bene, ci vediamo a Noli”

Trucioli Savonesi pubblica lo stralcio di un’indagine inquietante
Il mafioso? “ Va bene, ci vediamo a Noli”
Rapporto della Dia e intercettazioni telefoniche
Le rivelazioni della Casa della Legalità di Genova. Referenti anche nella cittadina?

Trucioli Savonesi pubblica lo stralcio di un’indagine inquietante
Il mafioso? “ Va bene, ci vediamo a Noli”
Rapporto della Dia e intercettazioni telefoniche
Le rivelazioni della Casa della Legalità di Genova. Referenti anche nella cittadina?
 

….Ma a Noli c’è anche altro. Nell’Ordinanza dell’Operazione “TENACIA” della DDA di Milano relativa al gruppo PEREGO, ovvero alle imprese usate dalla ‘ndrangheta per entrare negli appalti in Lombardia, si evidenziavano due punti che riguardano la Liguria, uno è Genova e l’altro indica NOLI.

Il primo emerge dalle intercettazioni che evidenziano come il gruppo PEREGO andasse a recuperare lavori dalle imprese che non fossero già dell’orbita o nell’orbita delle cosche… e faceva emergere il nome di una società, la BIELLA SCAVI srl, che avrebbe passato loro i lavori sulla piazza di Genova senza problemi (la BIELLA SCAVI è quella che opera in subappalto in molteplici dei cantieri agli Erzelli per la GENOVA HI TECH, dove opera anche la ECO.GE dei MAMONE).

In altra intercettazione si evidenziava invece che i rappresentanti del colosso PEREGO al servizio della ‘ndrangheta ed in contatto con gli STRANGIO, così come con esponenti della cosca MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI, si dovevano recare a NOLI…per incontrare…

Ecco un estratto dell’Ordinanza:
(omissis)
PEREGO:io ho chiamato Salvo

PAVONE:eh…
PEREGO:allora… non… perché… gli ho detto: Salvo, allora… qui a… Genova c’è un bel lavoro, ho detto, però c’è BIELLA SCAVI… io gli ho detto: guarda, informati… è di Biella… si chiama BIELLA SCAVI… gli ho detto: informatevi, prima che c’è dietro qualche calabrese o qualcuno… che io vado a schiacciare i piedi… giusto, no…? …gli ho detto: informati perché se non c’è dietro nessuno… io adesso lunedì lo chiamo BIELLA e gli dico di venir nel mio ufficio… a fare una chiacchierata… ma se non c’è dietro nessuno io vado avanti faccio il mio… bon basta… giusto…?
PAVONE:mah… vuoi che domani ti chiamo per andare un attimino… a Noli?…
Difficile trovare conversazioni di maggiore chiarezza. Perego è totalmente organico al metodo calabrese di controllo del territorio. Davanti alla prospettiva di un nuovo lavoro, egli si rivolge al suo referente per accertare se l’appalto spetti a qualcun altro; altrimenti la Perego accetterà la commessa…”

E quindi: chissà chi hanno incontrato i signori della ‘ndrangheta spa lombarda a NOLI? La risposta negli atti delle molteplici inchieste che si susseguono e che presto o tardi arriveranno a chiudere il cerchio!

 

QUALCHE RIFLESSIONE DI TRUCIOLI SAVONESI SUI FATTI

C’è chi sostiene, nell’ambito della storia recente di Noli, che almeno l’80 per cento di lavori inerenti attività edilizia e appalti sia stato affidato ad una ristrettissima cerchia di ditte-imprese. La domanda: ci sono elementi per sostenere infiltrazione mafiose nella politica e nell’imprenditoria? C’è qualcuno in zona che si sarebbe adoperato per favorire esponenti in odore di mafia o comunque inquisiti? In cambio di tangenti? Di incarichi professionali? Di mala-politica trasversale? Tra favoritismi, mala-amministrazione e corsie preferenziali? E’ una mera invenzione l’ipotesi che dietro gli “affari sporchi” si celino interessi di insospettabili di “colletti bianchi?”

Per evitare confusione, a chi legge, pare utile ricordare che nulla centra nelle vicende sopra accennate l’inopportuno invito che durante l’ultima campagna elettorale portò anche a Noli, l’allora presidente della Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro dell’Udc; condannato il 23 gennaio scorso alle pena di sette anni di reclusione per favoreggiamento della mafia nell’ambito del processo per le talpe alla Divisione distrettuale antimafia. Condanna della Corte d’appello che ha aggravato l’imputazione e la pena rispetto al giudizio di primo grado. Ora in attesa della Cassazione. E, prima conseguenza, furono le dimissioni di Cuffaro.

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