Roller Dixit
Come ex Docente presso di un Liceo Scientifico di Stato ho sempre ritenuto valida la massima del mio compianto professore di Latino al Liceo: “La Scuola o è tempio o è tana”. Il significato è molto semplice: La Scuola educa il giovane attraverso il “Sapere”. L’ingrediente primario è “Il Sapere” ma il paradigma “So, quindi so insegnare” sul quale si basa l’auto-referenza di moltissimi docenti non è sufficiente a fare della Scuola un tempio. L’educazione avviene attraverso il sapere: è il soggetto del nostro discorso. Quindi all’ingrediente primario, il Sapere, occorre aggiungere: seria motivazione nell’avere accettato il ruolo di Docente il che, lascio ad altri genitori la valutazione nelle loro esperienze personali, è sempre più un optional. Infatti, il più bel mestiere del mondo è vissuto come par time da moltissime colleghe e viceversa ben oltre i doveri (scritti e non scritti) del Contratto Nazionale di Lavoro da altri stimati Colleghe e Colleghi che a Scuola spesso si adoperano in attività extracurricolari. L’auto-referenzialità è stata favorita dall’accorpamento degli Istituti e dalla non costante opera di primaria ispezione dei Dirigenti Scolastici, un tempo chiamati, semplicemente, “Presidi”. Ma, ritorniamo un momento sul “sapere” e sulla “efficacia didattica dell’azione educativa” che comprende le competenze del docente e la sua comunicazione del sapere. Le mancanze più vistose si hanno nell’area Fisico-Matematica dove, per l’esigenza di svolgere tutto il programma, si arriva a svolgere la Trigonometria di base in una settimana (esempi esplicativi inclusi) e dove la “funzione omografica” è stabilita per “atto di fede” non avendo chiarito che essa deriva dall’equazione dell’iperbole equilatera quando la si ruota di mezzo angolo retto e così via. Il libro di testo (errori inclusi) e seguito maniacalmente (anzi, direttamente letto per far lezione) acquista il sapore di “scrittura sacra”. La valutazione? E’ una operazione ovvia che dovrebbe seguire criteri ben precisi e dichiarati nella programmazione e nel POF. Invece vedo questi giovani a calcolare continuamente la media delle loro prove e il docente che di fronte al 6.75 di una allieva o di un allievo seri e studiosi abbassano a 6 provocando, spesso dove c’è fragilità e scarsa autostima, sfiducia e disinteresse per la Scuola. Non proseguo oltre perché ogni studente ha la sua storia e ogni famiglia le sue valutazioni e le sue riserve. Dispiace molto che nella Regione Liguria quelli che un tempo erano chiamati “Ispettori tecnici Periferici” siano una specie estinta o estremamente sedentaria. Una loro maggiore funzione di controllo (non tanto sulla regolarità dei verbali, ma sulla qualità della Didattica) potrebbe far rinascere nuovi stimoli nel docente nel quale le motivazioni si sono assopite con la stabilità di Sede e con l’avere dimenticato la massima di Quintiliano: “Maxima debetur puero reverentia”.