Non è più come prima

   Recensione di Biagio Giordano

Non è più come prima
il libro dello psicanalista Massimo Recalcati

Recensione di Biagio Giordano

Non è più come prima

il libro dello psicanalista Massimo Recalcati

Prosegue il successo di vendita e di critica del libro Non è più come prima, dello psicanalista Massimo Recalcati, edito da Raffaello Cortina. Il libro esplora con un garbo dal sapore poetico aspetti importanti dell’amore, cercando di cogliere le logiche che lo rendono frequentemente così problematico. Ciò avviene sulla base di osservazioni empiriche e richiami teorici frutto dell’esperienza di psicanalista dell’autore, testimone quotidianamente di numerose storie analitiche dove il disagio, tipico della complessità dell’amore, la fa spesso da protagonista.

Il libro sembra voler andare oltre Freud, per lo meno rispetto a certe questioni sull’amore che il maestro viennese aveva relegato senza troppe esitazioni nel campo narcisistico della clinica psicanalitica, forse perché condizionato da storie analitiche da lui stesso trattate che avevano evidenziato aspetti nevrotici della questione, come ad esempio il caso clinico di Dora.

Massimo Recalcati, lacaniano non dogmatico, per certi aspetti fortemente freudiano via Lacan, si inoltra su un terreno nuovo rispetto alla attuale geografia compositiva  della psicoterapia e psicanalisi medica,  impregnate di cognitivismo e comportamentismo e del tutto prive perciò di una teoria della scena coinvolgente  in profondità l’inconscio.  Il libro fa balzare agli occhi lo strapotere dell’amore, la sua forza misteriosa nel dare felicità o disperazione a prescindere da ogni intenzionalità  o saggezza dell’Io. Quest’ultimo per ciò che emerge dal libro risulta essere un vero zimbello dell’inconscio.

L’eccezionale messa a fuoco di alcuni meccanismi che operano nell’inconscio durante la persistenza dell’amore, danno al libro un interesse teorico straordinario, lanciando anche un allarme a tutte quelle pratiche psicoterapeutiche, psichiatriche, o psicanalitiche mediche, che vede fortemente interessata anche Savona e provincia, che pur legittimate dalle istituzioni trascurano l’importanza dell’inconscio compiendo su di esso, insieme al paziente (per Lacan analizzante), un lavoro sommario e sbrigativo che non solo può risultare inutile ma anche dannoso perché rischia con la suggestione che ne deriva di bloccare la preziosa elaborazione della vita inconscia: unica possibilità perché l’inconscio possa esprimersi in forme diverse producendo  effetti terapeutici e ricompositivi tra Io e Es duraturi e strutturali.

Recensione di Biagio Giordano per Trucioli savonesi.

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