Rifiuti

Un cronista ribelle si ostina a disubbidire, ora le rivelazioni si fanno pericolose
Il “cacciatore” delle Isole Vergini ha scoperto la coppia Bagnasco & Berruti
Nel paradiso dove la rumenta profuma, ma a Vado Ligure si turano il naso
Due intigranti servizi di Mario Molinari, in subbuglio politica,giornalismo e…

Un cronista ribelle si ostina a disubbidire, ora le rivelazioni si fanno pericolose
Il “cacciatore” delle Isole Vergini ha scoperto la coppia Bagnasco & Berruti
Nel paradiso dove la rumenta profuma, ma a Vado Ligure si turano il naso
Due intigranti servizi di Mario Molinari, in subbuglio politica,giornalismo e…
  

Il paradiso (fiscale) può attendere: rifiuti rifiutati

Con la compiacenza del centrosinistra che ad Imperia e non solo sui rifiuti si tura (giustamente) il naso per non votare, sembrava passato l’accordo per smaltire la nobile rumenta imperiese in quel di Vado Ligure. La politica dello struzzo assume forme a volte bizzarre, tanto che lo stesso pennuto non osa affondare il becco nelle discariche per evitare intossicazioni fisiche politiche e fiscali.

Dunque, se la società GEOTEA che gestisce le discariche vadesi ha le sue lunghe radici nelle Isole Vergini Britanniche, per qualcuno non è un problema. Ma dei rischi di poca trasparenza azionaria, di grane fiscali grosse come ecoballe, delle normative antiriciclaggio, delle responsabilità politiche e morali, che ce ne facciamo? Ricicliamo anche quelle, che magari ci esce un po’ di biogas.

 

In silenzio, speriamo.

 

Imperia, dal canto suo, si è trovata appesa al filo dell’ultima discarica, opportunamente chiusa. Fine. Cosa è stato fatto in questi 10 anni per individuare siti idonei ad affrontare un’emergenza che – più prima che poi – sarebbe arrivata? A giudicare dai risultati: niente.

 

Un tripudio di annunci, e indispensabili tavoli d’intesa, ma la discarica targata IM, ora, NON C’E’. Se non è così qualcuno ce lo dica.

 

Dunque è a Vado che si va. Vado che sembrava fatta apposta per scaricare il problema sul lato “rosso” del confine.

 

Attenzione però che azzurro più rosso fa quasi maròn,

che non è sempre un colore elegante, un po’ come il perdurante silenzio di sindaci e imprenditori, sui nomi e cognomi dei loro soci oltrefrontiera e oltreoceano.

 

Il Comune di Vado Ligure se ne rende conto solo dopo le inchieste giornalistiche, quello di Savona neppure. Curioso, viste le competenze.

Giovedì 1 luglio la Giunta Vadese alza ufficialmente il cartellino rosso. Lo fa dissociandosi apertamente da qualunque forma di “ingegneria finanziaria” con un’espressa richiesta di trasparenza nei confronti di Ecosavona / GEOTEA, socio di maggioranza (privato) che come riportato oltre una settimana or sono da Savonanews.it è controllata da un’omonima lussemburghese. Che è a sua volta controllata da un’altra omonima nelle Isole Vergini Britanniche.

Oltre a stare in mezzo al mar dei Caraibi queste isole sono saldamente collocate nella lista nera dei paradisi fiscali censiti dall’ OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico)

 

Nel 2000 la società multinazionale di revisione contabile KPMG (una delle maggiori al mondo) indicò le Isole Vergini Britanniche come sede del 41% (sic) delle società “offshore” di tutto il mondo, aggiungendo: Queste Isole “hanno tuttavia evitato gli scandali che hanno investito altre giurisdizioni offshore, meno organizzate…” Insomma: una garanzia.

 

Ce ne eravamo occupati il 23 giugno scorso:

 

Le discariche savonesi tra Lussemburgo e Isole Vergini

 

Poi, nonostante le dichiarazioni di disponibilità a rivelare i nomi dei soci rilasciate alla stampa dal presidente di Geotea Spa dott. Maurizio Bagnasco, questi non risultano a tutt’oggi noti. Perlomeno all’opinione pubblica ed ai Pubblici Amministratori del Comune di Vado Ligure, che ne fa gentile richiesta.

 

Va detto che l’assetto societario offshore della Geotea non ha scandalizzato più di tanto gli Enti Locali azionisti di minoranza in Ecosavona. E se il Comune di Vado oggi si è espresso, quello di Savona – mentre scriviamo – non ancora.

 

Strano.

 

Chissà, forse i contributi della Fondazione Bagnasco all’interminabile recupero dell’area di “Monticello” attigua alla centralissima Via Paleocapa o il Progetto “per realizzazione di palazzina residenziale da destinare alla locazione a canone moderato in area adiacente l’asilo Queirolo” a Vado Ligure hanno “contribuito” a che si chiudesse un occhio su qualche “scatola cinese” che – svelata dall’ Informazione Indipendente – sta imbarazzando più di una Giunta.

 

Il paradiso, nel frattempo, può attendere.

 

Leggi anche:

 Vado: il Comune dice no a rifiuti imperiesi e convoca Geotea

Vado: la delibera del no, all’unanimità

Burlando sui rifiuti imperiesi a Vado: diamoci qualche ora

 

Rumenta, Comuni & paradisi fiscali

Arrivano.
Insieme alle migliaia di tonnellate di rifiuti imperiesi, ad una settimana dall’inchiesta di savonanews.it su discariche e paradisi fiscali, inizia una pioggia acida di domande legittime. Due le zone interessate dalle perturbazioni politico / finanziarie previste in intensificazione: quella di Vado Ligure e quella di Savona Capoluogo.

Entrambi i Comuni infatti detengono quote di minoranza presso il Gran Visir della rumenta provinciale, la GEOTEA Spa.

In Ecosavona Srl mentre il comune di Savona possiede un 5% delle quote e quello di Vado un bel 25% la “misteriosa” GEOTEA Spa ne detiene ben il 70%. E i guadagni normalmente rispettano queste proporzioni.

Definiamo “misteriosa” la GEOTEA Spa per un motivo tecnico: essa è controllata in maggioranza (59,1%) dalla GEOTEA International S.A. con sede nel comodo Lussemburgo, dove però l’anonimato di una società può non essere del tutto efficace sotto rogatoria internazionale dell’Autorità Giudiziaria.

Non sarà certamente questo il motivo, e neppure quello fiscale, ma la lussemburghese GEOTEA, che di fatto controlla e lucra sulle “nostre” discariche, è controllata al 99,99% dalla GEOTEA Holding Ltd, con sede nelle Isole Vergini Britanniche, in mezzo ai Caraibi. Un Paradiso fiscale iscritto nella lista nera. Bel sole, bel mare, inglese parlato e scritto, poche tasse, e soprattutto una garanzia di anonimato (sei veri soci) difficilmente espugnabile persino dalla Magistratura.

Sembrerebbe buffo che le tasse dei rifiuti, rigorosamente pretese, vadano ad ingrassare una società anonima in un paradiso fiscale…

E’ notizia di oggi che il Sindaco di Ventimiglia Gaetano Scullino, dopo aver premiato col San Segundin d’Argentu il Magistrato Antimafia Anna Canepa, prosegue la sua battaglia. La Stampa (Pag. 43 Ventimiglia – Bordighera) titola a quattro colonne:
APPALTI, SCULLINO ORA PRETENDE TUTTI I NOMI DI SOCI E AZIONISTI

“Prima di qualsiasi contratto vogliamo conoscere a fondo le ditte”

Quasi scontato, per una Pubblica Amministrazione. E a Savona?

Il Sindaco di Vado Attilio CAVIGLIA è politico di lungo corso e conosce l’iter delle due discariche del suo Comune. Quello di Savona è un valente commercialista con uffici ad Albenga, laureato alla Università Bocconi di Milano e introdotto revisore in diverse società come la Eureka SPA di Darfo (Brescia), la Calvi Holding di Merate (Lecco), la Fondocasa Spa, la Mavrefin Spa, la Fiav Mazzacchera Spa di Agrate Brianza (Monza) ed altre. Acciaio e cemento. Un bagaglio importante per fare chiarezza, nell’interesse dei cittadini, sugli interessi “offshore” dei signori delle discariche savonesi, oltre che sugli intestatari delle anonime controllanti.

Di Monza è anche Manlio Pacitti, consigliere di GEOTEA e presidente di Ecosavona Srl (controllata) che nell’assemblea dell’aprile scorso ha congedato il noto Avvocato Alessandro Garassini (ex presidente della Provincia di Savona) e Paolo Poli, per nominare su indicazione del Comune di Vado il Verde Carlo Vasconi e l’ex sindaco di Vado Ligure, Carlo Giacobbe, che secondo Savonaeconomica, sarebbe stato indicato direttamente dal socio privato GEOTEA, capitanata da Maurizio Bagnasco.

Interessante.

Come interessante, scartabellando qua e là, è trovare Alberto GREMMO ex consigliere in GEOTEA passato alla Bossarino Srl. Un caso di omonimia non aiuta:  un affare da 8 miliardi che ruotava attorno alla realizzazione della discarica vercellese di Alice Castello: e’ questo l’oggetto dell’ inchiesta che stamani ha portato l’ ex condirettore dell’ Avanti, ed ex parlamentare socialista, Giuseppe Garesio, davanti al sostituto procuratore Vittorio Corsi. Accompagnato dall’ avvocato Andrea Galasso, l’ ex deputato ha risposto alla contestazione di essere stato uno dei soci occulti della Servizi Piemonte di Giovanni GREMMO, considerato ”eminenza grigia” nel settore ambiente e da tempo residente in Kenya.
(ANSA, 22 luglio 1994).
Giovanni Gremmo, che risulterebbe a tutt’oggi latitante, possiede una riserva privata di 40.000 ettari in Kenia, non lontano da Malindi.

Alberto Gremmo, che certamente nulla avrà a che vedere con Giovanni Gremmo salvo occuparsi di discariche, è stato titolare firmatario della ALTIA Srl, tuttora indicata sui citofoni della stessa sede e posseduta da GEOTEA Spa, che curiosamente aveva con oggetto sociale:

“intermediari del commercio di attrezzature sportive, biciclette, orologi, oggetti e metalli preziosi, articoli fotografici (…) saponi, detersivi candele e prodotti simili, giocattoli, chincaglieria e bigiotteria (…) Atecori 2002 51.18.4 ” Che strano mix.
Interessante anche notare come i due istituti di credito sostenitori di GEOTEA Spa, MPS Monte dei Paschi di Siena e BNL – BNP Paribas siano le stesse indicate a suo tempo come possibili finanziatori del progetto di piattaforma multipurpose di APM TERMINALS Vado Ligure Spa – Maersk che curiosamente, oltre ad avere già in società gli ottimisti costruttori dell’opera pia, ha anche sede nella stessa via / numero civico / capannone di Geotea – Ecosavona – Bossarino, in via Tommaseo, 44 a Vado Ligure, costruito dalla Parfiri di Bagnasco e progettato, manco a dirlo, dallo studio 5+1 AA di Peluffo & Femia (come molte altre cosette della Savona che contava)

Torniamo a GEOTEA Spa: non si può dire che non abbia una grossa ricaduta occupazionale: leggendo il bilancio alla voce: “Dati sull’occupazione” troviamo l’organico: nr.2 dirigenti, nr. 4 impiegati. Totale: 6 occupati.

Nel 2008 le imprese controllate avevano mosso un giro di affari di € 43.809.373.
€ 33.647 dalla Altia Srl (capitale sociale 30 mila euro)
€ 31.359.529 dalla Bossarino Srl (capitale sociale 41.600 Euro)
€ 12.416.197 dalla Ecosavona Srl (capitale sociale 46.800 Euro)

Ci sono anche i DERIVATI.
Leggiamo “La società ha stipulato come previsto dal contratto di finanziamento con le banche erogatrici Monte dei Paschi di Siena e Banca Nazionale del Lavoro due contratti di copertura del rischio di fluttuazione del tasso di interesse sull’importo di € 10.500.000. Detti contratti su strumenti finanziari derivati sono stati stipulati in data 20.07.2005 (…)”

Dal verbale dell’assemblea ordinaria del 12 giugno 2009, tenutasi a Vado Ligure, leggiamo che”i Signori azionisti rappresentanti per delega al Dott. Maurizio Maricone, nr. 87.000 azioni sulle numero 100.000 azioni costituenti l’intero capitale sociale”

Maurizio Maricone è l’attuale presidente di TPL Linea (ex ACTS), magari l’87% degli azionisti che lo hanno delegato in assemblea li conosce.

L’UTILE di esercizio al 31/12/2008 ammonterà a Euro 3.850.408

Se non abbiamo capito male quest’utile di tutto rispetto generato sulla rumenta dei savonesi (ed ora – in più – anche degli imperiesi) non finirebbe nelle casse pubbliche ma in quelle private di Geotea, dei suoi azionisti e probabilmente delle sue controllanti oltre alpi e oltre oceano.

Ma possibile che le Amministrazioni Locali non siano (state) in grado di organizzare autonomamente le discariche per evitare emorragie di danari pubblici?

Anche perché il solo consiglio di amministrazione di Geotea ha deliberato di spartirsi per il solo 2009 solo 330 mila Euro, più un piccolo premio di “produzione” di altri € 70.000, e un altro, straordinario si intende, per i risultati del 2008. Altri 120.000 Euro.

Sempre dal Verbale d’Assemblea, riportiamo: l’Assemblea all’unanimità “DELIBERA di approvare l’operato del Consiglio di Amministrazione che da tempo ha iniziato a perseguire l’obiettivo di ampliare il perimetro del Gruppo dando ampi poteri al Dott. Gianfranco Feraco per individuare aziende oggetto di possibile acquisizione (…)”

“Le Società Ecosavona e Bossarino hanno complessivamente smaltito nei propri impianti Tons. 291667 di rifiuti e avviati al recupero Tons. 11.376 di FORSU (il cosiddetto UMIDO n.d.r.) e materiale di cartiera per un monte ricavi di Euro 26.630.050”

E poi:

“Altrettanto soddisfacente si è dimostrata la produzione di energia elettrica generata dalla captazione di biogas, che ha raggiunto i 15.288 MegaWatt / ora per un monte ricavi pari a Euro 2.841.475 (Euro 1.236.993 vendita energia – Euro 1604.484 contributi in conto esercizio CERTIFICATI VERDI)” Per buona nota è scritto in maiuscolo: ci torneremo prossimamente.

Ma se il business è così ricco, i comuni squarciati dalle discariche dovrebbero essere i primi a dire, “mi ci ficco.” E invece…

Isole Vergini.

Poi, a finire, altre perle:

RACCOLTA DIFFERENZIATA, leggete bene

“Sviluppo della domanda e andamento dei mercati: La domanda di smaltimento dei rifiuti solidi di origine civile continua ad essere sostenuta, ANCHE PERCHE’ SI STANNO DIMOSTRANDO POCO EFFICACI LE MISURE ADOTTATE PER L’AUMENTO DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA”

Benone.

Volendo si potrebbe organizzare l’ennesimo tavolo programmatico, magari ai Caraibi in bassa stagione.

E in ultimo…

“Rischio Normativo: al fine di contenere il rischio citato la Società è impegnata in una costante attività di monitoraggio degli scenari normativi in evoluzione e di DIALOGO CON LE AUTORITA’ PREPOSTE ALLA LORO DEFINIZIONE, AL FINE DI ADOTTARE I NECESSARI INTERVENTI CORRETTIVI”

Dialogo con le Autorità?! Interventi correttivi?!
Qualcuno può spiegare meglio?

Grazie

(Attendiamo risposte precise e/o precisazioni argomentate da chi, in economia e politica, la sa molto più lunga di noi.)

MARIO MOLINARI  da Savonanews

  

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