RIFIUTI
LETTERA AI SINDACI DELLA PROVINCIA DI SAVONA
SUI RIFIUTI
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LETTERA AI SINDACI DELLA PROVINCIA DI SAVONA
SUI RIFIUTI
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NON ALIMENTARE RIFIUTI E INQUINAMENTO: SI PUO’ E SI DEVE! «Se teniamo al 40 per cento la soglia da raggiungere per la differenziata, la termovalorizzazione non la faremo mai… Quindi se è vostra intenzione, maggioranza e opposizione, dovete abbassare la quota della differenziata». |
Così, secondo Repubblica del 23 settembre, l’intercettazione di una telefonata tra il ras dei rifiuti dell’Abruzzo Rodolfo Di Zio e l’Assessore regionale all’ambiente, entrambi arrestati ed entrambi in combutta tanto con maggioranza che con l’opposizione della Regione, con la società Ecodeco – ma anche con il comitato anti-discariche – per costruire nella regione uno o due inceneritori e garantirsi un quantitativo di rifiuti da bruciare sufficiente ad alimentarli.
Il 40 per cento di raccolta differenziata, di cui parlavano, è la prescrizione di legge valida su tutto il territorio nazionale da raggiungere entro l’anno in corso, mentre al 2012 questa percentuale dovrà salire al tetto insperato del 65 per cento, per questo, a chiedere l’abbassamento della soglia molti Comuni si sono già mossi, attraverso l’Anci, : forse anche con la preoccupazione che gli inceneritori in programma nei rispettivi territori possano non avere, un giorno, “combustibile” a sufficienza per funzionare. Purtroppo però, non sono necessarie modifiche a leggi regionali che prevedano l’abbassamento degli standard di raccolta differenziata perché, con il “federalismo”, le regioni, la normativa prevista dalle leggi nazionali, la possono tranquillamente aggirare. Così mentre i “comuni virtuosi” lo fanno per superare le indicazioni contenute e si prodigano autonomamente in una raccolta sempre più efficace e lodevole, altri perorano la tesi opposta, quella sostenuta anche su giornali, Tv, convegni “scientifici” e soprattutto in Consigli comunali, provinciali e regionali, secondo cui raccolta differenziata e l’incenerimento (ops! “termovalorizzazione”) non sarebbero incompatibili ma complementari.
Così in Campania, in piano regionale prevede prima quattordici termovalorizzatori, poi tre, poi uno, quello inaugurato dal Presidente del Consiglio e dal capo della Protezione Civile un anno e mezzo fa, che sembra non funzionare neanche, ma che è bastato a tener ferma la raccolta differenziata per sedici anni, e con il pieno sostegno del Presidente della Regione Campana, ad accumulare dieci milioni di tonnellate di eco-balle che dovevano arricchire solo alcune note società imprenditrici. Così la Sicilia, anch’essa in emergenza, è in attesa di nove inceneritori, uno per Provincia e più al Nord, l’Emilia, dove le cose non sembrano andar molto bene in campo rifiuti, il gruppo Hera controlla la costruzione e la gestione degli inceneritori e il “porta a porta” non sembra voler decollare, mentre i soliti cassonetti ingombrano le strade. |
E’ vero, la raccolta dei rifiuti, se è differenziata e soprattutto se è “spinta” con il porta a porta, è un servizio di vicinato: richiede un rapporto diretto, un colloquio permanente, un’interazione bidirezionale tra gli utenti e l’azienda per promuovere l’adeguamento continuo del servizio, la qualificazione del personale e la collaborazione della cittadinanza. Più la direzione e gli interessi dell’azienda si allontanano dal territorio, più inefficace diventa questo rapporto. |
Hera, è ormai una multinazionale con interessi come la finanza, la borsa, e i grandi impianti (soprattutto gli inceneritori), mentre il servizio di raccolta, soprattutto di fette di differenziata, è sempre più delegato dai Comuni, proprio come lo è a Savona, in subappalto a cooperative dove si risparmia sui salari, non c’è formazione e il coinvolgimento del personale nullo. In questo sistema la raccolta porta a porta diventerebbe solo un onere e oggi sembra non promettere niente di buono.
Ma questo si sta verificando per tutti i servizi pubblici locali: dove, a Savona e Provincia, la gestione delle acque è in via di privatizzazione (ops! liberalizzazione), il trasporto e la mobilità ingestibile nonostante le fusioni e compartecipazioni, la distribuzione di gas ed energia elettrica è monopolio e condizionante ( il risparmio energetico e l’istallazione di fonti rinnovabili, diventano un impedimento a società come la Tirreno Power a ricavare il suo “giusto” guadagno e a perpetrare il, ricatto occupazionale).
Succede anche che taglieggiando l’utenza, le aziende che si occupano dello smaltimento dei rifiuti, come la EcoSavona, siano anche in grado di destinare ai comuni, che ne sono azionisti come Savona, Vado e Quiliano, una quota dei loro profitti e magari sponsorizzare iniziative sul territorio là dove i Comuni non arrivano. In questo modo è l’azienda che controlla il Comune, destinatario di “curiosi” libri verdi dove si fanno previsioni e progetti per il territorio. Non viceversa.
Ma la strategia più etica e vantaggiosa per i cittadini va proprio in direzione opposta. Il comune di Capannori è riuscito a diventare un campione italiano di raccolta differenziata e dell’obbiettivo rifiuti zero, proprio mantenendo, insieme ad altri quattro comuni di media dimensione, il controllo pubblico delle azioni, al cento per cento , di un’azienda di igiene urbana: cosa che la legislazione italiana ormai mette al bando, propagandando appunto la “liberalizzazione”. Se invece nei nostri Comuni, lasciamo che la raccolta dei rifiuti rimanga quella dei cassonetti stradali, è perché le società come ATA sono state lasciate a morire e quelle come EcoSavona, hanno ormai assunto il comando sulle vicende politiche e amministrative del territorio. |
La Regione spinge verso la raccolta differenziata? Ecco i soldi stanziati per ogni Provincia. Il 5 giugno 2010 la Regione Liguria ha stanziato i finanziamenti a favore delle Province riguardanti l’incentivazione alla raccolta differenziata, assegnando 1 milione 900 mila euro alle Province liguri per interventi in materia di gestione e riduzione dei rifiuti, per la raccolta “porta a porta” e per la differenziata. |
Alla Provincia di Imperia —— 390 mila 466 euro All’Amministrazione Provinciale di Savona— 420 mila e 833 Per la Provincia di Genova —— 697 mila 463 Per quella della Spezia ——– 391 mila 238. Sarebbe interessante sapere quali procedure siano state concretamente attivate dalle provincie e, in particolare, come quella di Savona abbia ripartito tali contributi nei Comuni savonesi e su quali reali progetti presentati dagli stessi. SAVONA Sarebbe interessante sapere cosa stia facendo Savona per sfruttare questa opportunità e quale progetto strategico sui rifiuti sia alla base delle posizioni che, di anno in anno, la vedono premiata nella classifica di Legambiente sull’ Ecosistema Urbano e che, nella classifica generale della qualità dell’ambiente dei comuni capoluogo d’Italia, la vede in buona compagnia con comuni qualitativamente migliori come tradizione civica e ambientale come Trento, Verbania, Belluno, Parma, Bolzano, Siena. Sappiamo bene cosa non vogliano dire le certificazioni ambientali ISO 14001 se non direttamente supportate da una vera qualità della vita delle città a cominciare dalla qualità dell’aria che sappiamo essere, a Savona e Comuni limitrofi, già seriamente compromessa da centrali a carbone e traffico veicolare causato da un sistema di viabilità fallimentare. Non siamo accomunati ai Comuni virtuosi, non lo siamo e non saremo se non si intenderà cambiare direzione nelle scelte. Non è certo Legambiente la più deputata a certificare dati sulla qualità dell’aria, caratterizzata da bassi valori di ossidi azoto e livelli bassi di superamento di ozono, quando si sa bene che le centraline a cui fa riferimento non sono nel numero previsto di legge, non sono attendibili se non addirittura inservibili. Se non vogliamo toccare il tasto del trasporto pubblico soprattutto di accesso alla città, la gestione delle scarsissime isole pedonali, delle quasi inesistenti piste ciclabili e del verde pubblico di città e ci soffermiamo in particolar modo sulla raccolta rifiuti, è chiaro come tutto vada verso la soluzione inceneritore.
Infatti non solo si registrano eufemisticamente, scarse performance di raccolta differenziata ma addirittura un incremento costante nella produzione di rifiuti oltre 650 KG procapite/anno. Tutto in linea con le implicazioni che Legambiente ha con Sorgenia quindi, a Savona, con centrali a carbone Tirreno Power. Considerato ciò che da tempo asserisce Ermete Realacci (presidente onorario Legambiente, ministro ombra PD) che ritiene l’inceneritore inevitabile, da realizzare di pari passo con la differenziata, a Savona potrebbe addirittura raggiungere due obbiettivi in uno: un inceneritore nei vecchi gruppi della centrale in una contraddizione del tutto comprensibile per chi porta come esempio di impianto modello il megainceneritore di Brescia . ALBISOLA SUPERIORE Sarebbe interessante anche conoscere quali siano stati gli sviluppi di quella che fu presentata come “una rivoluzione nella gestione dei rifiuti urbani ad Albisola Superiore”, quando fu assegnato allo Studio S.T. Ambiente di Cirié il contratto per la predisposizione di un piano di gestione del ciclo dei rifiuti incentrato sull’aumento della raccolta differenziata e sulla riduzione della produzione di rifiuti. L’ obbiettivo ambizioso, ma encomiabile del Piano, era il raggiungimento nel 2012 del 65 per cento della percentuale di raccolta differenziata, cioè la percentuale prevista della vigente normativa ambientale per quell’anno (65%). Il Piano avrebbe dovuto definire i metodi di raccolta differenziata adeguati ad ogni specifica area del Comune (porta a porta, prossimità con percorsi, orari, contenitori e quant’altro)) e al periodo dell’anno tenendo conto della quantità di turisti presenti nei mesi di alta stagione (estate, festività natalizie e pasquali ecc.). Ad essere regolamentata, attraverso un piano finanziario, sarebbe stata tutta la gestione dei rifiuti e raccolta differenziata per arrivare alla definizione della “Tariffa puntuale”, in base alla quale adeguare la TARSU. I costi dello smaltimento sarebbero adeguati alla reale produzione di rifiuti consumi dei cittadini, nell’arco di tre anni. “Sarà una vera svolta nella gestione dei rifiuti comunali “– commentava l’Assessore al’Ambiente e Urbanistica Roberta Casapietra. Ci si augura che le risorse finanziarie spese per lo studio non si siano esaurite con lo stesso. Non si spiegherebbe, infatti, come mai un Comune che intende introdurre la Tariffa puntuale sulla reale produzione dei rifiuti pro capite, stia mandando nelle case dei cittadini, proprio per quantificare la tassa rifiuti, richieste di verifica sulla metratura degli alloggi che giustifica l’esatto contrario.
Il Decreto legislativo Ronchi del lontano 1997, prevedeva che si pagasse in base alla quantità di rifiuti prodotti e alla loro differenziazione, trasformando la TARSU, cioè una tassa uguale per tutti in base ai mq dello stabile, in una tariffa che premiasse i cittadini più virtuosi. ALBISSOLA MARINA Anche ad Albissola Marina, da tredici anni si viaggia di deroga in deroga, proprio perché le amministrazioni non sono in grado di organizzare una raccolta che differenzi i rifiuti e i diversi comportamenti dei cittadini. Oggi ad Albissola Marina si prosegue a proclami , ma senza vere intenzioni e i cassonetti invadono le strade quando, in estate, sulla passeggiata a mare, non sono a farlo i rifiuti puntualmente indifferenziati.
C’è invece chi non brucia, chi ricicla ed è veramente un Comune virtuoso : il Comune di Vedelago i cui cittadini non sanno cosa sia la tassa sui rifiuti. Questo video ci fa capire cosa si può fare e quanta strada abbiano già fatto gli altri.
ANTONIA BRIUGLIA
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