Ridateci Sarkozy

Ridateci Sarkozy
Mentre Macron delira l’Unione europea apre la strada al revanscismo tedesco

Detestavo Sarkozy quando era l’inquilino dell’Eliseo. Lo detestavo per la spocchia, per il sorrisetto irrisorio  indirizzato a Berlusconi in combutta con la Merkel, lo detestavo perché detestavo Carla Bruni, lo detestavo  perché detestavo Gianfranco Fini che lo ammirava. A distanza di tanti anni mi cospargo il capo di cenere e recito il mea culpa. Sarkozy poteva legittimamente non piacere, sicuramente non era il migliore amico dell’Italia ma aveva la caratura dello statista, quella che manca agli attuali leader europei.  Ne ho avuto la conferma in questi giorni scorrendo le sue Mémoires.  “Questa crisi, scriveva due anni fa a proposito dell’Ucraina, è durata anche troppo. Danziamo al bordo di un vulcano sotto la minaccia del primo passo falso voluto o subito. Ora bisogna che l’Europa prenda nelle sue mani il proprio destino e agisca al servizio della pace”

Esattamente il contrario di quello che ha fatto e sta facendo il suo successore.  Sarkozy è indifferente alle cause che hanno portato al conflitto ma è consapevole che in politica non si fa questione di buoni o cattivi, di chi ha ragione e di chi ha torto; sa perfettamente che la Russia è parte integrante dell’Europa e che l’idea di un conflitto fra Europa e Russia è pura follia e che compromettere le relazioni fra la Francia e la Russia per amore dell’Ucraina (io direi di chi si è impadronito dell’Ucraina) non conviene né alla Francia né alla Russia, legate dalla geografia al di là dei regimi. Dimenticarlo, dice, significa ripetere l’errore di Napoleone e andare incontro a una catastrofe. Questo è realismo e assenza di pregiudizi; merce introvabile di questi tempi .

PUBBLICITA’

La menace russe est là et nous touche”, sostiene Macron, che aggiunge “qui peut croire que la Russie d’aujourd’hui s’arrêtera à l’Ukraine?; rester spectateur serait une folie”. C’è, c’e stato negli ultimi ottanta anni qualche segnale di un interesse russo per l’Europa occidentale?, è mai esistita una minaccia russa?  Lo stesso Stalin non aveva alcuna intenzione di sostenere le mire eversive dei comunisti italiani. Un delirio, quello di Macron, che pure è in perfetta sintonia con la presidente della commissione europea, col nuovo capo del governo tedesco e con la nostra Meloni impegnata a impedire che gli italiani si accorgano che sta giocando due – o tre – parti in commedia. Si destreggia come un bigamo costretto a cenare due volte e quando è messa con le spalle al muro e deve dire da che parte sta cerca disperatamente che si parli d’altro. Ci ha pensato qualcuno del suo staff che ha letto il testo redatto nel 1941 da tre oppositori del regime confinati nell’isola di Ventotene col titolo “Per un Europa libera e unita”,  ne ha estrapolato qualche passaggio ispirato alle utopie novecentesche e glielo ha passato perché ne facesse il bersaglio di un appassionato comizietto.  I compagni, che sono i più solidi puntelli del suo sgangherato governo, sono caduti nella trappola e hanno dato la stura a un finto furore antifascista; qualcuno di loro, come un attore troppo immedesimato nella parte, ha avuto una crisi di nervi, qualcuno ha pianto per l’offesa recata ai santi della religione resistenziale e tutti hanno dimenticato il motivo per cui erano stati convocati consentendole così di non rivelare la sua posizione sul riarmo voluto dalla sua sodale tedesca.  Se l’avesse fatto avrebbe rischiato la rottura della sua maggioranza. Complimenti, compagni.

Nel merito della gazzarra c’è poco da dire: l’aspirazione ad un’Europa unita e pacificata dopo secoli di guerre culminate nelle “inutili stragi” del 1914-18 e del 1939-45 era più che giustificata ma non ha nulla a che vedere con l’Ue. La circostanza che l’unione politica dell’Europa sia irrealizzabile non impedisce di rispettare quella aspirazione, comune del resto al Mazzini della “Giovine Europa” e alla massoneria risorgimentale. E per quel che riguarda affermazioni che ora sembrano (e lo sono) farneticazioni, fra Otto e Novecento c’è di peggio, a destra come a sinistra, fra cattolici e liberi pensatori: si va dalla proprietà che sarebbe un furto, ai falansteri dove chiudere produttori e consumatori, al paradosso di una società senza Stato, alla guerra sola igiene del mondo di Marinetti fino al sangue dei soldati che concima i campi e dà nuovo slancio all’agricoltura di Giovanni Papini.

L’Elogio erasmiano della follia è sempre attuale. Dal bigottismo sessuofobico secentesco che copriva le gambe dei divani, dalla paura del diavolo che assilla l’Europa cristiana al rogo dei peccatori e degli eretici, dal ripetersi delle notti di san Bartolomeo a quelle dei cristalli, dal lockdown ai gay pride. “Da un legno così storto come quello di cui è fatto l’uomo non si può costruire nulla di diritto” scriveva Immanuel Kant.  E, oggi, per confermarlo, la sua connazionale sciaguratamente a capo della Commissione europea tira fuori la sua versione del latino si vis pacem para bellum per sabotare la pace e consentire alla Germania di tornare ad essere la maggiore potenza militare europea. Con quali conseguenze l’abbiamo già visto.

Per concludere

Mi sono limitato a Macron per carità di patria. In Italia ci si è scandalizzati per la reazione blanda e indiretta del Cremlino alle parole in libertà di Mattarella, che parla della Russia come se fosse la repubblica delle banane.  Ma non ci si deve meravigliare: nel parlamento tedesco gli unici che si sono opposti al riarmo, e al ritorno della Grossedeutschland, sono quelli di AfD;  democristiani, verdi e socialisti hanno votato a favore. Ma l’Allianz für Deutschland non era l’ultradestra nazista?

Pierfranco Lisorini

FRA SCEPSI E MATHESIS Il libro di Pierfranco Lisorini  acquistalo su…  AMAZON

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.