RICATTATI

Ormai siamo talmente abituati a vivere sotto ricatto che non ce ne rendiamo neanche più conto. Eppure, la nostra vita si svolge sul filo di un rasoio, sia come singoli che come nazione.
Comincio con i ricatti di cui siamo vittime come singoli cittadini.

Autoritratto di Tamara de Lempicka al volante della sua Bugatti. Un secolo dopo, avere un’automobile espone ad una pletora di tasse e sanzioni, di frequenza ed entità di pari passo al crescere del rapporto auto/spazio destinato ad accoglierle. La sua densità è nemica della libertà

La nostra vita si svolge sotto la cappa di un mare di leggi e norme, dallo Stato ai Comuni, col corollario di sanzioni che sembrano spesso essere la loro principale motivazione, in barba al fine ufficialmente dichiarato. Il rispetto della normativa è infatti puntualmente affidato a sanzioni che vengono inasprite col passare degli anni. L’esempio più calzante è il codice stradale; e l’applicazione delle sue norme viene zelantemente fatta propria da migliaia di Comuni ed enti pubblici in vista del ripianamento dei propri bilanci. Da un lato, l’uso dell’automobile è diventato per i cittadini un diritto irrinunciabile; ma ciò equivale a rendere lo spazio disponibile sempre più carente rispetto all’invasione motoristica, lasciando agli automobilistici soltanto la speranza di non incappare nelle multe per divieto di sosta o per il superamento di velocità massime spesso irrealisticamente basse. Se poi non si paga con lo “sconto” entro 5 giorni (neanche una settimana!) si applica la sanzione piena. E se le tasche, già violate da altre intrusioni, non permettono di “onorare” il debito così creato, quest’ultimo continua a salire. Motivo per cui, se già non riuscivi a pagare 100, figurarsi se in futuro riuscirai a pagare 200-400-800… Il tempo è visto da Stato e sue emanazioni come esponenzialmente fruttifero, in stile usuraio, col risultato di ritrovarsi con gli anni a spremere il proverbiale sangue dalle rape: la % di multe non pagate è in continua crescita. L’uscita più sana dall’ingorgo di milioni di cartelle inevase sarebbe un condono tombale, secondo lo stile dell’anno sabbatico. Ma ciò è visto come sacrilego dalle sinistre, che non sanno dividere evasori intenzionali dai morosi per necessità. E poiché al governo ormai ci sono sempre loro, il fardello dei crediti inesigibili cresce di mese in mese, anche perché gravare i cittadini di tasse e multe, in ultima analisi sottratte ad altre esigenze vitali, è tanto vessatorio quanto stupido.

Meno della metà delle multe stradali vengono pagate; al Sud meno di un terzo. [VEDI]

Il codice stradale è solo la punta dell’iceberg, se consideriamo la selva di norme che scandiscono la nostra vita, sempre più sotto l’incubo invasivo di telecamere, esterne o interne a PC e cellulari, con tanti saluti alla privacy.

PUBBLICITA’

E che dire dell’Agenzia delle Entrate, alla famelica ricerca di “evasori”, ultimamente attraverso raffinati algoritmi [VEDI], con l’autorizzazione ad entrare nei conti correnti e cassette di sicurezza di chiunque sia in odore di evasione, per pignorare quanto l’Agenzia stessa ritenga congruo, lasciando il bersagliato senza il becco di un quattrino al tocco di un semplice tasto su un remoto PC. Poi si parla di fuga di capitali all’estero. Chi può, perché non dovrebbe farlo?
Ma anche lo stesso Stato, così solerte nel tenere sotto scacco i suoi contribuenti, ha chi applica ad esso gli stessi metodi: le Agenzie di rating. A livello di Stati, quanti non seguono le regole imposte dai “mercati” viene declassato secondo una scala zeppa di A, B, C e segni + o -. Queste valutazioni dovrebbero rispecchiare lo stato di salute finanziario dei vari Stati; ma hanno spesso un valore prettamente politico, penalizzando gli Stati in misura gradualmente maggiore quanto più si avvicinano allo status di rogue State (Stato canaglia). Va da sé che c’è uno Stato, al culmine della scala “virtuosa”, che non subisce mai rating troppo penalizzanti, ma gode anzi del privilegio di indicare quali Stati vadano colpiti, e come. Quello Stato ha un nome: USA, abilitato a comminare sanzioni, ma non a subirne. Ed è precisamente quello oggi più scatenato contro la Russia, che ha osato porre un freno alla sistematica, minacciosa avanzata della NATO verso i suoi confini. Non solo, ha anche indicato la scelleratezza del nostro sistema di vita, privo di valori che non siano monetari, basato sui consumi fini a se stessi, e decadente. Ripenso all’invasione a suon di bombe in Afghanistan, Iraq, Libia. USA, Gran Bretagna e Francia hanno forse subito sanzioni per i loro crimini?

Agenzie di rating, emanazioni del sistema finanziario america-centrico. I loro giudizi dovrebbero certificare la solvibilità degli Stati, ma hanno spesso il sapore di ricatti politici

Adesso si è verificata una situazione paradossale: un’UE al docile servaggio degli USA, sta subendo, forse più della Russia stessa, le conseguenze delle crescenti sanzioni, col risultato di trovarsi esposta ai giudizi delle Agenzie di rating e al lievitare dello spread, ossia allo svantaggio rispetto alla Germania, con il costo del denaro perennemente maggiore.
Grazie alle omelie di Biden e della von der Layen, l’Italia di Draghi ha aderito alla linea dura verso la Russia senza esitazioni, nella convinzione di reperire, in giro per il mondo, le stesse materie prime, in primis energetiche, a condizioni analoghe. Ma i fornitori alternativi, essendo ben consapevoli dello stato di necessità in cui si trova a dover negoziare il nostro Paese, tendono a comportarsi in perfetto stile usuraio: ricattandoci.
Già il gas liquefatto made in USA costa assai più di quello russo in ragione dei suoi maggiori costi di estrazione (per giunta anche sotto il profilo ambientale), di trasporto e di trattamento in appositi degassificatori, che tutti aborrono, come i termovalorizzatori. Si aggiunga la doccia gelata riservataci in questi giorni dall’Algeria, che ci sta strangolando con prezzi che ci fanno rimpiangere quelli di Putin ante-guerra.

Nessuna solidarietà tra Paesi produttori e Paesi consumatori. Il primo a speculare sulla situazione di penuria delle materie prime è l’Algeria [VEDI]

Tutto lascia presumere che l’Algeria sarà la prima di una serie di delusioni, che si tradurranno in una rarefazione della quantità di gas disponibile a livello mondiale e quindi in un mercato nelle mani dei produttori, ai quali saremo costretti a rivolgerci in ginocchio.
Da quanti anni l’Italia sta subendo i ricatti delle varie ONG, attrezzatissime per setacciare il Mediterraneo alla ricerca di migranti, che assumono lo status di naufraghi sin da quando entrano in mare, per poi chiedere accesso ai nostri porti, dietro un falso ricatto morale?
La lista dei ricatti non finisce certamente qui; e mi preme evidenziarne uno, che è costato all’UE svariati miliardi. Sto parlando del turco Erdogan, che ha virtualmente in mano le chiavi dei cancelli orientali; e la sola minaccia di aprirli, lasciandoli valicare da schiere di migranti, ci ha talmente intimoriti che l’UE lo ha tacitato a suon di miliardi. Ma, secondo la sinistra alla Lamorgese/Boldrini, non si tratta di “risorse”? E allora, perché pagare per privarsene?
L’ultimo ricatto di Erdogan sull’ingresso nella NATO di Svezia e Finlandia ha portato l’UE a lasciargli carta bianca nel trattamento persecutorio verso la minoranza curda, che ha finito per pagare questo disumano scambio di favori. La “pietosa” UE ha finto di non accorgersi che Erdogan ha in pratica chiesto “licenza di sterminio” di quel martoriato popolo.

Qui sopra, Draghi stringe la mano a colui che un anno fa definì “un dittatore”. Erdogan ama definirsi un mediatore; in realtà sfrutta la sua posizione geografica come fonte di soldi, in puro stile ricattatorio, anche se “in doppio petto”

Last but not least, abbiamo dato un calcio alla “transizione verde”, rivalutando persino carbone e nucleare, sino a ieri additati come i nostri peggiori nemici, peggiorando la situazione climatica, con tutte le catastrofi che ne conseguono. Per mettere all’angolo la Russia, la virtuosa Europa è arrivata a inghiottire anche questo, con la prospettiva di anni a venire contrassegnati da una penuria di tipo bellico e un clima assassino. Questa sarebbe una oculata gestione della cosa pubblica in stile “buon padre di famiglia”, tanto da innalzare ogni giorno lodi a Supermario per come sa manovrare il timone nel nostro interesse. Concordo con Travaglio quando lo definisce “il premier più sopravvalutato della storia”. [VEDI]

Marco Giacinto Pellifroni   10 luglio 2022

Condividi

One thought on “RICATTATI”

  1. Caro Giacinto
    Le persone di buon senso non possono che essere d’accordo
    con te.
    Poi vi e’ la moltitudine di privilegiati ( piccoli e grandi) del sistema che per continuare a goderne i privilegi si adeguano a cio’ che fa comodo al sistema.
    Primi fra tutti i mass media.
    Silvio Rossi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.