Quasi mezzo secolo fa. Io c’ero.

Lorenzo Conti, figlio di Lando, alla notizia della morte dell’ex leader delle Brigate Rosse ha detto: “Non provo niente: spero soltanto che ci sia una giustizia divina, dato che in Italia non esiste più la giustizia terrena. Balzerani era libera, non è stata mai punita”.
4 Marzo 2024, 17:13

Barbara Balzerani

Non sempre chi lascia questo mondo è fra i migliori. Considerato il rispetto dovuto  per umano sentire  a chi lascia questa terra  ,alcune  azioni criminose e criminali non si possono perdonare. Le attitudini al delitto di esseri umani  senza pietà, non si possono  dimenticare. Così come non si puo scordare quel giorno in cui  ci fu l’agguato, il sequestro la prigionia e l’uccisione   di uno dei più grandi uomini polirici del secolo scorso. Uno di quelli che, insieme ad altri, oggi si rimpiangono, nonostante  alcune critiche  di allora.

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Era la mattina del 16 marzo del ’78, quando il governo a guida Andreotti stava per essere presentato in Parlamento. Per la fiducia.In via Fani accadde uno degli eventi più gravi del secolo  scorso. Mentre si dirigeva verso la Camera l’auto di Moro fu intercettata e bloccata da un nucleo armato delle brigate rosse che freddarono  i due  carabinieri che viaggiavano con lui e tre poliziotti sull’auto di scorta, per sequestrare il Presidente della DC che fu ucciso il 9 maggio e ritrovato nella Renault rossa, passata alla storia. A 150 metri  dalle Botteghe oscure, sede storica del PCI e altrettanti dalla sede della DC. Chiudendo definitivamente la stagione dell’auspicato  compromesso storico. Probabilmente  Moro  sarebbe stato il prossimo Presidente a dicembre, data prevista per le elezioni presidenziali.

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Le BR continuarono a intimorire  anche  i dirigenti locali, oltre ai nazionali,  della corrente morotea tanto che  Giovanni Leone, allora Presidente,   fu costretto a dimettersi 6 mesi prima della scadenza del suo mandato . Gli successe  un socialista, Sandro  Pertini.

Quel sanguinoso e terribile evento cambiò  dunque la storia del Paese.
 Casualmente in quei giorni ero a Roma con la mia famiglia, per festeggiare il primo compleanno di  Silvia, mia nipote, la figlia di mio fratello. Ho respirato dunque  in presenza lo sgomento,  l’ansia  e anche il panico del momento.
E’ morta Barbara Balzerani, una delle figure di spicco  di quelle  Brigate Rosse.  La terrorista  aveva  75 anni. Terrorista era e terrorista rimarrà in eterno.
Nata a Colleferro nel 1949, si trasferì a Roma nel 1969  dove si iscrisse alla facoltà di  Filosofia. Entrata appena 26enne nelle BR, occupò insieme al compagno di allora, Mario Moretti, la base operativa di via Gradoli. Partecipò anche all’omicidio di Girolamo Minervini e nel 1981 al sequestro del generale Nato, James Lee Dozier. Non si era fatta mancare nulla.
La  “primula rossa” delle Br, nome di battaglia “Sara” e  dal 1977 in clandestinità, è stata  fra gli ultimi personaggi perversi come lei  a essere catturata, nel 1985, dopo aver cercato di guidare la scissione a capo della fazione “Brigate Rosse – Partito Comunista Combattente”. Dirigente della colonna romana dei terroristi, non si è mai dissociata o pentita.  Nel 1987 insieme a Renato Curcio e Mario Moretti sancì con una intervista la “resa definitiva” delle Br allo Stato.
Come si diceva, non si è fatta mancare nulla. Infatti dal carcere,  ha rivendicato l’omicidio di Lando Conti, ex sindaco di Firenze,  per cui   era stata  condannata all’ergastolo.
Alle 5 del pomeriggio del 10 febbraio 1906, Lando Conti  stava andando al Consiglio Comunale, per la via Faentina. Al ponte alla Badia fu affiancato da una Opel rossa carica di terroristi che lo uccisero con una raffica di mitraglietta Skorpion, arma che l’anno precedente aveva freddato il prof. Ezio Tarantelli. Omicidio rivendicato con un volantino ancora una volta dalla Balzerani  “Brigate rosse partito comunista combattente”. La stessa sigla usata per rivendicare la strage di  via Prati   con gli omicidi di Roberto Ruffilli, Massimo  D’Antona e Marco Biagi. All’ex sindaco di Firenze  le BR  rinfacciavano e rimproveravano, fra l’altro, la collaborazione con l’allora ministro Spadolini, considerato guerrafondaio  per la partecipazione  all’ azienda che produceva radar e sistemi di guida per missili. SMA gruppo EFIM. Ma, dato che siamo in  Italia, Paese garantista per eccellenza, nel 2006, le era stata concessa la libertà condizionale, per essere poi definitivamente liberata nel 2011. Neppure i mostri conclamati,  da noi, scontano la pena fino in fondo.

Lando Conti ucciso dalle Br. https://www.quinewsvaldelsa.it

Sono profondamente contraria alla pena capitale, e orgogliosa che la mia  regione, nel 1786 Granducato di Toscana , sia stata la prima  al mondo,   ad abolirla. Ma per delitti efferati e reiterati  auspico il fine pena mai.

La delinquente  sanguinaria a tutto tondo  durante   il  periodo di libertà condizionale, ha lavorato per una cooperativa di informatica e si è  dedicata alla scrittura.
 “Chi mi ospita oltre confine per i fasti del 40ennale?” soleva dire, riferita, ovviamente ai 40 anni dopo la  tragedia.
Appunto, macché informatica e scrittura.  Lavori forzati e palla al piede. A vita.
Negli ultimi anni le sue uscite pubbliche avevano destato scalpore.
 Secondo un  servizio di Matrix,  proprio nei giorni del 40esimo anniversario dalla morte di Moro, mirava e prendeva in giro, sorridendo,  o meglio, ghignando, anche le vittime degli anni di piombo, accusandoli  di aver trasformato questa loro condizione in un “mestiere”. “La vittima ha il monopolio della parola… – diceva – Io non dico che non abbiano il diritto di dire la loro, ma non ce l’hanno solo loro. La storia non puoi farla te”. I giornalisti di Matrix erano presenti al centro sociale Cpa di Firenze in cui la Balzerani presentava uno dei suoi ultimi libri. Pure!
Nel 2019, da Quarta Repubblica si fa di nuovo sentire . Balzerani, condannata a quattro ergastoli e tornata in libertà nel 2011, torna a parlare in pubblico a Roma  dove elogia  il “conflitto” come strumento necessario a fare la storia. Con lei  uno dei leader  dei centri sociali, onorato di stare insieme alla terrorista, convinto che “senza memoria non c’è futuro”.
Scandaloso  il modo in cui descrisse il passato della Balzerani, rea confessa dell’omicidio di Lando Conti.“Lei si è vissuta la fase più bella, si è divertita ma poi l’ha pagata”, disse Nunzio D’Erme. “Il più grosso che ha fatto,  Moro aveva 32 anni, immaginatevi voi: al livello più alto di una organizzazione politica rivoluzionaria che ha fatto cacare sotto il capitalismo italiano ed europeo, il più grande aveva 32 anni”. E Barbara Balzerani sorrideva.
Lorenzo Conti, figlio di Lando, alla notizia della morte dell’ex leader delle Brigate Rosse ha detto: “Non provo niente: spero soltanto che ci sia una giustizia divina, dato che in Italia non esiste più la giustizia terrena. Balzerani era libera, non è stata mai punita”. (4 Marzo 2024, 17:13)

Carla Ceretelli

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