QUANTA IPOCRISIA!
SANGUE E DOLORE. Ha pianto, piange e continuerà a versare lacrime l’America per l’infinita catena di stragi, fintanto che le armi saranno in vendita al supermercato come un comune detersivo.
Un tale crimine non si commette a mani nude. Per arrivare a quel punto occorrono strumenti di morte che leggi sciagurate rendono accessibili senza difficoltà. Nelle strade di Uvalde, cittadina del Texas dove si è consumata l’ultima orribile sparatoria in cui sono stati uccisi diciannove bambini insieme a due insegnanti, sembra di camminare in una polverosa via del vecchio Far West. A tutti è consentito possedere e portare per strada pistole e fucili a distanza di un metro senza licenza e senza avere alcuna formazione. Suonano quindi come una nota di scherno, se non di cinismo, le parole del governatore repubblicano Greg Abbot che definisce l’assalto “atroce e insensato”. Quanta ipocrisia! Proprio su di lui si stanno concentrando le critiche per avere incitato i suoi concittadini a correre ad acquistare armi e riconsegnare al Texas il primato di questo turpe commercio, ora detenuto dalla California. Incredibile, ma vero. Negli Stati Uniti l’elenco delle sparatorie di massa fa venire i brividi tanto è lungo. I dati non cessano di mostrare i tragici effetti della cultura delle armi di cui sono facile preda soggetti dalla mente bacata come Salvador Rolando Samos, il giovane killer di Uvelde abbattuto dalla polizia. Ci sarà molto da fare per gli specialisti nel tentativo di capire quale molla ha spinto uno studente liceale a compiere una delle più gravi stragi di innocenti nella storia degli States. Per la scia di sangue e di dolore che si lascia dietro, il massacro ha fatto la sua irruzione nell’agenda politica del Paese in vista delle elezioni di metà mandato, aprendo uno squarcio nella solita routine dei comizi. La chiamata alle urne di novembre è appuntamento cruciale per il controllo di Camera e Senato dal quale Trump spera di ricavare attimi di gloria in antitesi ai tentativi di ricostruire un’area del Grand Old Party, moderata e istituzionale e poco disposta a sposare le tesi complottiste su Biden alla Casa Bianca. Ma non è scontato che la spinta del momento si traduca in azione. Ne spiega la difficoltà di agire in modo concreto per impedire altre tragedie l’intervento di Barak Obama. Gli Stati Uniti – afferma – sono attraversati dalla paura, ma la potentissima lobby delle armi e un partito politico (quello repubblicano) non hanno mai veramente mostrato di agire concretamente per porre fine a uno scandalo che dura da tempo infinito. Il grave fenomeno, visto come affermazione del primato della persona sullo Stato e spacciato, con falsi argomenti, come una questione di libertà, rischia quindi di causare altri drammi se non verrà estirpato il cancro del traffico indiscriminato di tutto quanto serve a uccidere. Tuttavia dire “basta” – scusate il bisticcio – non basta se i provvedimenti più stringenti non saranno approvati in modo bipartisan, con convinzione e serietà. Altrimenti l’incubo del massacro – dopo Uvalde, dopo Columbine, dopo Sandy Hook e molti altri ancora – continuerà ad agitare il sonno dell’America. E resterà sulle coscienze, con tutto il suo peso, a maggior ragione in tempi di guerra, che già mettono a nudo i nervi già scossi e l’angoscia dell’opinione pubblica.
Renzo Balmelli da L’avvenire dei lavoratori
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