QUALE SINDACO PER LA SAVONA DEL 2015?

QUALE SINDACO PER LA SAVONA
DEL 2015?

QUALE SINDACO PER LA SAVONA DEL 2015?

di Luigi Lirosi e Nat Russo

Competizione leale.

Savona è cambiata

È assolutamente necessario cercare di delineare le future direttrici economiche e sociali della nostra città, poichè quelle che ci hanno guidato nel secolo passato, si sono dimostrate progressivamente sempre più impotenti, man mano che si restringeva la base industriale di Savona, spingendo la sua cultura proletaria verso un operaismo difensivo e debolmente protestatario.

Torniamo a studiare la città e la sua identità

Oggi Savona è una città senza un preciso indirizzo, invecchiata, dedita ai più immediati realizzi. Ma l’evoluzione demografica, non lascia intravedere un solido futuro per essa. Resta la geomorfologia del suo territorio, resta il suo clima, la sua posizione, unica, tra il Mediterraneo e le Alpi. Savona è l’unica chiusa alpina sul Mediterraneo.

Non ci sono molte possibilità, anzi, forse, ce n’è solo una

Una città agricola? Certo, se ci fosse della terra da coltivare. Una città industriale? Forse, se ci fossero i soldi per interrare il mare e qui allocare le nuove industrie. Noi viviamo tra le montagne ed i boschi, in riva al Mediterraneo, sullo storico passaggio per le Alpi. Noi siamo una contraddizione ed una sintesi. Savona non è Ibiza, Mediterraneo e basta, non è Chambery, perla delle Alpi. Savona è là dove le Alpi conoscono il mare.

La dimensione europea ridisegna una funzione per Savona

Savona non è più periferia di Genova, cittadina della Riviera di Ponente, ma capitale della Riviera. È la terra che accoglie il desiderio di Mediterraneo dei popoli del Nord, degli ultramontani, che sono scesi per vivere la terra dove nascono i limoni. Chiunque tagli un albero, strappi un fiore, sporchi un sasso, copra una terrazza, stoni un canto, uccide la Riviera, almeno quella ideale, quella che i mitografi del presente, Biamonti, Conte, Orengo, ci hanno aiutato a conoscere e ad amare. Di qui nasce un’idea di territorio e di città, nuovissima ed antichissima, da offrire all’Europa.

Vecchie e nuove culture a confronto

Un nuovo modo di intendere la cultura diventa quindi la variabile politica centrale per Savona e con essa la ricerca di una nuova identità forte. Infatti, superata definitivamente l’opzione operaistico – sindacale dei decenni scorsi, fa fatica ad affermarsi un nuovo modello culturale connesso alle sfide della modernità. Di esso se ne sente la necessità, ma resta ancora marginale, poichè stentano ad affermarsi i nuovi soggetti artefici del cambiamento.

La selezione della nuova classe dirigente imprenditoriale e politica

Di fronte a questi scenari matura una forte esigenza di nuovi soggetti che abbiano il desiderio di impegnarsi a diventare guide consapevoli di un indifferibile cambiamento. Ciò pone il problema delle modalità di selezione e formazione della nuova classe dirigente: imprenditoriale, politica ed amministrativa. Infatti la classe dirigente attuale (e non si tratta purtroppo solo di un limite anagrafico) è vecchia, parla vecchi linguaggi ed agisce secondo vecchie logiche spartitocratiche. Il rinnovamento avviene per meccanismi di cooptazione e d’apprendistato, segnati da tappe che marcano rituali desueti e consolidati, che non costituiscono più ormai veri banchi di prova di proficue work’s experiences. Il bagaglio di conoscenze della vecchia classe politica è oggi in massima parte inutilizzabile, il principale patrimonio posseduto è quello delle relazioni, capitalizzate prevalentemente a fini elettorali, quindi si tratta di un potere lobbystico, non propositivo ma, piuttosto, di mediazione (nell’aspetto nobile) o di interdizione (nell’aspetto ignobile).

Governance

Parlare oggi di un rinnovamento appare indispensabile, anche se ci rendiamo conto che siamo ancora ben lungi dal veder in funzione quel meccanismo formativo e di expertises su cui far nascere, crescere ed affermarsi un vero ricambio politico. Ciò non toglie che una cesura sia indispensabile. Solo senza quel tipo di passato c’è un futuro. Desideriamo un’equipe giovane (anagraficamente sotto i quaranta), tecnicamente esperta dei problemi che affronta (per non essere ostaggio di funzionari che operano con piglio di supplenza), non compromessa con antiche logiche di selezione degli amministratori, disposta ad un radicale cambiamento di ottica.

Governement

Ed inoltre, non meno importante, riteniamo che per realizzare questo progetto, divenga indispensabile una effettiva operazione di rinnovamento della dirigenza dell’apparato burocratico dell’ente locale che dovrà essere scelto sulla base di una effettiva capacità operativa, misurata sulla realizzazione di obiettivi con scadenze prefissate.

Su questa ipotesi si gioca il futuro della Savona presente e futura.

Se Savona si accetterà, vale a dire se accetterà la sfida ideale di cogliere la propria identità, potrà orgogliosamente offrirsi ad un turismo sostenibile di qualità, che parta dal recupero del suo territorio e delle sue peculiarità geografiche, che sappia cioè far totalità. Un turismo cogenerativo, culturale quanto basta per non snaturarsi al ruolo di divertimentificio, naturalistico quanto basta per non scivolare in retoriche new age salutistico-regressive. Un turismo professionale operante 12 mesi l’anno, che sia per chi ne fruisce una scelta consapevole di arricchimento, non una distrazione da concedersi avendo già espletato i propri doveri lavorativi in attività serie e produttive, ma sia una scelta esperienziale di vita rivolta consapevolmente alla conoscenza di un territorio e di una popolazione. 

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