Psicodramma piddino

Mentre in tutta Italia si tengono riunioni e assemblee in cui le pesanti critiche nei confronti del gruppo dirigente sono sempre più manifeste, non ultime quelle dell’assemblea delle donne e dei giovani, la linea politica è sempre più instabile e a volte divaricata.

Dopo la pesante sconfitta elettorale, il segretario uscente Enrico Letta, che non si ricandiderà, ha deciso di andare a congresso entro marzo ’23. Forse un po’ tardi. Mentre in tutta Italia si tengono riunioni e assemblee in cui le pesanti critiche nei confronti del gruppo dirigente sono sempre più manifeste, non ultime quelle dell’assemblea delle donne e dei giovani, la linea politica è sempre più instabile e a volte divaricata. Un pezzo importante del Pd, a partire dall’ex ministro Orlando a Boccia e al governatore della Puglia Emiliano, propende per un’alleanza stretta con il Movimento Cinque Stelle e la sinistra di Fratoianni. Poi, c’è altra parte che preferirebbe chiudere un accordo con Calenda, ma senza Renzi. È evidente che la confusione regna sovrana ed anche gli interventi degli esponenti del Pd durante la discussione sulla fiducia del Governo si sono dimostrati deboli e facilmente attaccabili.

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Non risulta per nulla chiaro se vi è la volontà di marciare verso un partito socialdemocratico di stampo europeo o verso un partito in cui prevalga la contraddizione pregressa della fusione a freddo tra ex Pc e ex Dc. A marzo si terranno anche importanti elezioni amministrative regionali tra le quali emerge la partita Lombardia. E a pochi mesi dal voto il Pd non ha ancora trovato un candidato valido e si barcamena tra il recupero di Cottarelli, neo eletto in Parlamento, il nuovissimo Tabacci o il giovane assessore Maran. Tutto questo mentre monta dal basso una voglia di radicale cambiamento che rischia di travolgere la vecchia “ditta” del Pd. La lontananza dal territorio e il voto che si attesta nei centri delle grandi città sono la prova di un partito che ormai si segnala come momento di potere del palazzo lontano dai ceti più deboli. Non saranno certo le solite primarie congressuoli a chiarire i nodi irrisolti.

Roberto Caputo da PENSALIBERO

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