Politici al gioco dei quattro cantoni: una partita senza vincitori

In alto il notaio Arrigo Roveda, Schlein, Meloni, Salvini, Conte e in centro Renzi

“I nostri politici si dilettano in un nuovo gioco politico che sembra un incrocio tra le sedie musicali e una caccia al punto debole. Ma chi vincerà alla fine? Nessuno, perché sembra che tutti stiano tradendo e venendo traditi in questa commedia politica.”

Leggendo le cronache politiche di questa settimana, sembra che i nostri politici abbiano deciso di abbandonare i problemi reali del paese per dedicarsi a un nuovo passatempo: il gioco dei quattro cantoni. Una variante del famoso gioco delle sedie musicali, ma con un twist interessante: nessuno viene eliminato! Sì, avete capito bene, i nostri politici si divertono a correre avanti e indietro tra i quattro cantoni, cercando di capire le mosse dei loro rivali e individuandone i punti deboli. Una specie di gara di velocità intellettuale, se volete.

Al primo cantone, sul lato destro, abbiamo la nostra cara Giorgia Meloni, che ha deciso di fare un salto in Polonia dopo il no sulla questione migranti. Il suo obiettivo è fermare la migrazione illegale, ma sembra che la cooperazione bilaterale e le sfide europee non siano così facili da risolvere. Tuttavia, dopo un incontro di chiarimento e riconciliazione con il presidente del Consiglio polacco, sembra che tutto sia tornato a posto.
Missione compiuta per la Meloni!

Passando al secondo cantone, sempre sul lato destro, troviamo Matteo Salvini. È alleato di Meloni, almeno sulla carta, ma la realtà è un po’ più complicata. Ci chiediamo ancora perché Salvini abbia deciso di iniziare la campagna per le elezioni europee con un anno di anticipo e perché sembri mettersi di traverso rispetto a Meloni. Ci sono voci che indicano tensioni nella coalizione di destra e il caso Santanchè sembra confermare questi malumori. Ma non preoccupatevi, Salvini ci tiene a sottolineare che qualsiasi scelta diversa in Europa non influenzerà il governo in Italia.
Un vero mago della diplomazia!

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Spostiamoci ora sul terzo cantone, sul lato sinistro, dove si trova Elly Schlein. Lei vuole lo ius soli e vuole smantellare la famosa legge Bossi-Fini. È determinata a permettere a tutti coloro che cercano una vita migliore in Italia di avere un canale di accesso legale. E non si ferma qui! Schlein vuole anche una riforma del regolamento di Dublino e una missione europea di ricerca e soccorso in mare. Insomma, è piena di idee, anche se sembra che alcuni nel suo stesso partito non siano d’accordo. Ma che importa? Schlein va avanti con il suo entusiasmo!

Infine, arriviamo al quarto cantone, sul lato sinistro, dove si trova Giuseppe Conte. Non è chiaro se sia amico o nemico di Schlein, ma si è dichiarato pronto a presentare una mozione di sfiducia nei confronti della ministra Santanchè. Secondo Conte, c’è una responsabilità politica ed etica che non può essere ignorata. E mentre parla di favorire i lavoratori e le lavoratrici, non manca di sottolineare che la sua mossa non è un favore al governo, ma un gesto di altruismo verso coloro che non sono stati pagati dalla ministra Santanchè. Conte sembra determinato a dimostrare che il “made in Italy” nell’imprenditoria mondiale non può essere rappresentato da una persona come Santanchè.

E infine, nel mezzo di questo divertente gioco dei quattro cantoni, c’è Matteo Renzi. Un tempo considerato una figura influente, ora sembra che il suo potere stia svanendo rapidamente. Anche lui si trova a litigare con il suo odiato compare centrista Calenda, dimostrando che il gruppo parlamentare si tiene insieme più per interessi personali che per una visione comune. Le loro divergenze raggiungono persino il caso della ministra del Turismo Daniela Santanchè, con Renzi e Calenda che non riescono a trovare un accordo. Renzi non sa più che pesci pigliare e afferma pure che questa sinistra è l’amica migliore di Giorgia Meloni. Una dichiarazione tranchant, che ci fa riflettere sulla confusione politica in cui ci troviamo.

Insomma, il gioco dei quattro cantoni sembra essere diventato il nuovo passatempo preferito dei nostri politici. Corrono avanti e indietro tra le alleanze, cercando di seguire i movimenti dei loro avversari e di trovare un punto debole. Ma alla fine, siamo sicuri che il vincitore di questo gioco sarà davvero il popolo? O forse si tratta solo di una messinscena, una commedia politica che nasconde la mancanza di soluzioni concrete ai veri problemi del paese?

Tuttavia, al di sopra del gioco dei nostri politicanti, si staglia una presenza sinistra che minaccia di sconvolgere le loro mosse. È lo spettro del defunto Cavaliere, che si manifesta attraverso il notaio Arrigo Roveda di Milano, divenuto improvvisamente una celebrità. Tutti i media, nazionali e internazionali, si concentrano sul testamento del Cavaliere, di cui lo studio notarile si sta occupando. Si dice che il testamento contenga le sue ultime volontà riguardo al futuro di Forza Italia, la creatura politica da lui stesso concepita. E da queste volontà potrebbe scatenarsi un vero e proprio tsunami che tutto travolgerà.

Ci troviamo quindi immersi in un mondo politico in cui gli interessi personali sembrano prevalere sul bene comune. E mentre i nostri politici si divertono a giocare, noi cittadini continuiamo ad aspettare risposte e azioni concrete. Forse è giunto il momento di smettere di giocare e iniziare a prendere sul serio il futuro del nostro paese. Ma chissà, forse tutto questo è solo un gioco di parole, un’illusione che ci fa dimenticare la realtà. In fondo, come diceva Oscar Wilde, “la politica è l’arte di dire bugie convincenti”. E sembra che i nostri politici siano dei veri maestri in questa disciplina.
Antonio Rossello

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