Poesia
LE POESIE DI GIANNI GIGLIOTTI
P E R T I N E I D E
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LE POESIE DI GIANNI GIGLIOTTI
P E R T I N E I D E
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Ciao compagni socialisti pensavate davvero di avermi imbalsamato in quel truciolo di Stella freddino e alluvionato?
mi avete rotto ‘u belin’ con quelle lacrime di plastica riciclata
ogni cinque minuti, con la scusa di una rimpatriata, a proporre la solita fiaccolata con due garofani appassiti e una bandierina rammendata, quattro medaglie appuntate sul petto come generali a luccicare e la coda della volpe sotto l’ascella a scrufoliare
che ben mi ricordo, cribbio! se mi ricordo, bricconcelli impenitenti, di quando giocavate a tangentopoli ‘prendi tu che prendo anch’io’ come la manna del buon Dio
che a proposito del buon Dio due giorni di licenza mi aveva concesso e allora in incognito sulla terra ero venuto a ritrovarvi tutti, i vivi naturalmente, a menare calcioni a destra e a manca per ricordarvi che vi siete sbagliati se pensavate di avermela data a bere e pure fatta franca
e a proposito di bere che tanto vi ho visti affacendati con zelante impegno e faccia compassata nel volermi dedicare una via o una piazza, lasciate perdere che già il traffico a Savona è micidiale ma se proprio ci tenete allora meglio una fontana di buon vino rosso che l’acqua mi fa male.
Vi racconto ora come era andata questa licenza così desiderata
dovevano essere due giorni di pace in terra come per gli uomini di buona volontà e invece già nel primo giorno ero disperato l’inferno avevo lasciato l’inferno avevo ritrovato
di mattino presto nella mia vecchia sezione centro di via Quarda mi ero recato ma che tristezza che malinconia la porta scardinata tutto incasinato scatoloni e sporcizia sedie ribaltate unico inquilino un topo stranulato anche la mia foto era sparita la stessa che poi avete messo sulla tomba per risparmiare
nell’osteria di via Pia dove mi ero recato a ritrovare i sapori della gioventù, due acciughe e un po’ di farinata , un vecchio rimbambito mi aveva riconosciuto e subito tormentato con la solita storia del ‘bel tempo passato’ che il morto sembrava lui con quegli occhi velati di polipo marinato
e poi per caso ho incontrato quel giornalista del secolo passato che di tutti scrive e parla male mi è parso un poco malandato con quel bastone di compasso e squadra il pomolo intarsiato ma si sa il tempo non perdona e neppure per i ”fratelli’ si è mai fermato
e dietro l’angolo ‘il gran nemico’ avevo intravisto nell’ombra celato il padre padrone del partito cittadino segretario di casta dal cervello fino con il quale più volte avevo litigato mandandolo a quel paese ma purtroppo a rompere le scatole era sempre ritornato
meno male che fra tanto sfacelo e delusione avevo rivisto quel compagno capitano , oggi con la scrivania al posto della nave, un bravo guaglione coraggioso e puro presidente emerito di ‘Socialismo è Futuro’
e pure avevo chiacchierato con l’allegro compagno scrittore d’eccellenza e di serate allegre in quel ristorante di Ellera mai dimenticate che suo malgrado a sorpresa nominai cavaliere e per questo mai mi ha perdonato
certo che con quei quattro socialisti in politica bocciati, tutti i giorni al bar accampati a sognare Craxi e una nuova primavera, vana la speranza era di resuscitare e allora mi son detto che ci stavo a fare in quel mondo ingarbugliato e strano di compagni assenti nani e caimani senza ballerine senza puttane meglio e di fretta a casa ritornare rinunciando al secondo giorno di licenza programmata e il buon Dio, per una volta tanto, del pericolo scampato ringraziare.
Gianni Gigliotti
altre poesie su www.azioneriformista.it pag. ‘Blu letter’ |