PEDRO LUIS ROSSI

 

 BELLE NOTIZIE CHE SPESSO NON FANNO NOTIZIA
PEDRO LUIS ROSSI, IL GIORNALISTA
CHE PORTO’ IL RIVER PLATE A VADO
Ricordo del vadese con la passione del calcio che da apprendista fabbro divenne corrispondente  sportivo dall’Argentina. I suoi “gioielli”: Ghiggia alla Roma e il mitico River alle “Traversine” per ricordare Bacigalupo

BELLE NOTIZIE CHE SPESSO NON FANNO NOTIZIA
PEDRO LUIS ROSSI, IL GIORNALISTA
CHE PORTO’ IL RIVER PLATE A VADO
Ricordo del vadese con la passione del calcio che da apprendista fabbro divenne corrispondente  sportivo dall’Argentina.
I suoi “gioielli”: Ghiggia alla Roma e il mitico River alle “Traversine” per ricordare Bacigalupo

La squadra del Vado

Tra i molti signor Rossi, alcuni anche famosi, ce n’è uno nato e cresciuto a Vado Ligure: Pedro Luis Rossi. L’ho conosciuto. E ricordo che una volta, incontrandolo in paese, mi disse: ”Pensare che da ragazzo il mio primo lavoro è stato come apprendista nella bottega da fabbro di tuo nonno. Ci sono rimasto qualche mese: era un lavoro faticoso e non mi sentivo portato. Fortunatamente andai a cercare altre esperienze che mi portarono alla posizione attuale”.

Sapeva di calcio (aveva giocato nelle giovanili rossoblù) e ne fece buon uso. Il suo girovagare da un posto all’altro lo portò col tempo a lavorare come corrispondente per giornali sportivi italiani dall’Argentina e dall’Uruguay

Negli anni ’50, numerosi giocatori di calcio sudamericani, ma era successo anche negli anni ’30, venivano ingaggiati da squadre di calcio italiane come “oriundi”, cioè figli o nipoti, anche pronipoti di emigrati italiani. Per Rossi che conosceva bene il calcio sudamericano ed era in contatto continuo con l’Italia, cominciò un nuovo lavoro, quello di proporre e portare i migliori calciatori argentini e uruguaiani alle squadre italiane che ne facevano richiesta. Lorenzo, Bello, Curtis sono alcuni nomi che ricordo, ed altri, ma il colpo più importante fu quello di Alcides Ghiggia, uruguaiano, campione del mondo nel 1950 con la sua nazionale. In quella finale l’Uruguay sconfisse a sorpresa il favorito Brasile, nazione ospitante, allo stadio Maracanà di Rio de Janeiro, davanti a più di centomila spettatori esterrefatti e disperati per la sconfitta. Le cronache parlarono di numerosi suicidi di tifosi fanatici. 

Ghiggia fu protagonista del match: non solo fu l’autore dell’assist (all’epoca, passaggio) che consentì a Schiaffino, altro asso uruguaiano, poi bandiera e cervello pensante del Milan, di realizzare il primo gol, ma fu l’autore del gol che decise il match. Rossi, ormai Pedro Luis Rossi, portò Ghiggia alla Roma, famoso allora il filmato della Settimana Incom, ancora in bianco e nero, che riprende Ghiggia e Rossi mentre scendono dall’aereo all’aeroporto di Roma, tra un tripudio di tifosi.

Rossi era entrato a far parte del direttivo del River Plate e durante una turnée estiva del club argentino in Italia, organizzò, per onorare la memoria di Valerio Bacigalupo, scomparso a Superga con il Grande Torino, un incontro tra il River e il Vado. In effetti giocarono i titolari contro le riserve degli argentini, con l’inserimento di due calciatori del Vado, capitan Motto e Rino Mucci. La partita si disputò il 12 gennaio 1952 sul mitico campo delle “Traversine”, davanti a 5mila spettatori arrivati da ogni parte della Liguria per vedere all’opera campioni i argentini guidati da Labruna e Vernazza. Come compenso i riverplatensi chiesero solo un piatto di stoccafisso. Inutile ricordare la grande soddisfazione per Rossi, che aveva promesso agli amici del bar degli sportivi, bar Negro, di Vado che avrebbe portato il River.

Bisogna riconoscere a Pietro Rossi, che il viaggio dalla bottega di fabbro di mio nonno a corrispondente giornalistico dall’Argentina per i quotidiani sportivi italiani e mediatore di talenti (il procuratore di oggi) alla ribalta della “Settimana Incom” è stato veramente la realizzazione di un sogno. La “Settimana Incom” (la tv era di là da venire), l’unica a fornire notizie filmate di avvenimenti sportivi, politici e di cronaca, veniva proiettata nelle sale cinematografiche prima del film. Adesso è uso dire l’ho visto in televisione, allora si diceva l’ho visto nella “Settimana Incom”.

Angelo Calabria

(da AuserSavonaNotizie)

Valerio Bacigalupo
«Felise» Levratto
Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.