PEDOFILIA

PEDOFILIA: QUI ABITA L’INCIVILTA’.

PEDOFILIA : QUI ABITA L’INCIVILTA’.

 Anche questa settimana era forte la tentazione di scrivere sui problemi del territorio che, in modo sempre più incalzante, interessano il futuro della nostra Provincia. Argomenti e fatti che, di volta in volta, analizzati, sfiorati, denunciati e in ogni caso, oggetto di libera informazione, sono d’interesse per i puntuali e affezionati lettori del blog.

 Ma le notizie gravi e sconfortanti di questa settimana che, in Liguria, hanno visto protagonisti uomini di Chiesa riguardo a fatti dove vittime sono state ancora giovani e bambini, non potevano essere trascurate.

Da troppo tempo in Liguria e soprattutto nella stessa Savona, vengono alla luce episodi, a dir poco inquietanti, che vedono protagonisti preti pedofili. Difficile farne una memoria senza rischiare di dimenticarne qualcuno.

Da Sestri, dove il parroco abusava, sotto l’effetto di droghe di cui faceva normalmente uso, di ragazzi o bambini “ meglio se piccoli e svantaggiati ! ” a Savona, dove un prete molto conosciuto nell’area giovanile, Don Nello Giraudo, ammetteva, una volta scoperto, di avere violentato ragazzini a lui affidati, e ancora ad Alassio, dove Don Luciano Massaferro confondeva le amorevoli cure per una sua parrocchiana bambina con atti di libidine o violenza. E altri ancora, per lo meno quelli venuti a conoscenza, come il Parroco di Noli che autodenunciandosi come omosessuale, dichiarava candidamente di avere avuto questo e quell’amante ed è tuttora indagato ( forse in prescrizione) per atti di prostituzione con uomini ( si spera) maggiorenni.

Quand’ero bambina, negli anni  sessanta e settanta, ricordo già si sentiva dire che avevano spostato questo o quel prete in un’altra parrocchia perché “non si era comportato tanto bene”, ma non si veniva a conoscenza mai del fatto vero e proprio. A volte si parlava di donne ( sempre raramente a dire il vero) ma altre si parlava proprio di atteggiamenti riprovevoli nei confronti di ragazzini.

 Subito dopo, comunque, aver provato un inevitabile, ributtante sentimento, non se ne sapeva più nulla, né alcuno si chiedeva dove il prete di turno fosse finito e a far cosa e tanto meno ci si permetteva di violare l’atteggiamento  omertoso della Chiesa che ben sapeva difendere i suoi “figli che sbagliavano”, nascondendoli altrove e nascondendo con loro il grave reato.

 Questo modo di operare è continuato indisturbato per decenni, contaminando non solo le Parrocchie liguri e savonesi, ma anche il ruolo e il rapporto di fiducia che la Chiesa avrebbe dovuto ispirare.

Le coperture, s’immaginava già, dovevano essere tante e potenti e nessun Ente Istituzionale si è mai permesso di intaccare questo “ criminale” equilibrio, tanto meno le famiglie di parrocchiani, “fedeli” allo spasimo che anche dopo la denuncia dei fatti, hanno difeso incondizionatamente i loro “padri spirituali”.

Fiaccolate a Sanremo in difesa di Don Lu, condannato a sette anni per violenza carnale, “sicuramente vittima delle bugie di una bambina”; manifestazioni di solidarietà a Sestri, in difesa di Don Riccardo Seppia che sembrava “ tanto una brava persona”.

La solidarietà si sprecava a Savona, a Noli come ad Alassio e a Sestri.

 La solidarietà come il silenzio omertoso di tanti altri.

Chi mai ha pensato realmente alle vittime? Quelle vere?

Tutti sapevano, sussurravano come se nulla si sarebbe potuto fare, soprattutto mettere il naso nelle cose della Chiesa.

 E’ proprio di questi giorni l’ultima notizia comparsa sui quotidiani circa una grave, quanto sospettata accusa. Monsignor Lanfranconi, oggi vescovo di Cremona, ma dal 1991 al 2001 vescovo della curia di Savona e Noli, “non avrebbe impedito a un parroco della propria diocesi di commettere abusi sessuali su minori.”, omettendo di segnalare ai suoi superiori gli atteggiamenti pedofili di ben due preti, Don Barbacini e Don Giraudo, nei confronti di numerosi ragazzini.

La Procura di Savona denuncia la grave mancanza del vescovo che, secondo l’articolo 40 del codice penale «non avrebbe impedito un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, quindi cagionandolo».  

Trattandosi però di episodi risalente alla fine degli anni ‘90, il procuratore  Granero  ha avanzato  richiesta di archiviazione, anche se le prove sono lì in un fascicolo sequestrato dalla cassaforte savonese del vescovo.

Il Papa Ratzingher, in seguito ai sempre più diffusi e ormai conosciuti casi di pedofilia nella Chiesa Cattolica, ha condannato pubblicamente la pedofilia e nell’assemblea plenaria per la famiglia, l’8 febbraio 2010, ha sostenuto «La Chiesa, lungo i secoli, ha promosso la tutela della dignità e dei diritti dei minori e in molti modi, si è presa cura di essi. Purtroppo, in diversi casi alcuni dei suoi membri, agendo in contrasto con questo impegno, hanno violato tali diritti: un comportamento che la Chiesa non manca e non mancherà di deplorare e condannare».

Don Luciano Massaferro

Ma la Chiesa sa che, mentre gli abusati sopporteranno effetti estremamente deleteri sul loro corpo e sulla loro psiche e che coloro che subiscono  violenze sessuali dovranno affrontare conseguenze che possono essere devastanti e di lunga durata, raramente saranno disponibili a ripercorrere pubblicamente il loro dramma personale, utile all’avviamento di un vero e auspicato procedimento legale.

 Spesso quei ragazzi o bambini hanno cercato gesti di riparazione più personali, non rivelando l’abuso subito, a causa d’imbarazzo e pudore dovuti alla natura sessuale dello scandalo, e del fatto che quei preti, autori degli abusi, li inducevano esplicitamente a mantenere il segreto.

Molti bambini abusati da sacerdoti, inoltre, sono rimasti in silenzio perché convinti che nessuno, nel loro ambiente, sarebbe stato disposto a crederli o ad aiutarli.   

Secondo uno psicanalista americano, il fatto «che questa devastazione delle anime sia stata perpetrata da sacerdoti chiamati da un patto sacro a offrire protezione e gioia alle anime dei fedeli è deplorevole. Che i vescovi e altri funzionari ecclesiastici abbiano tenuto nascosti i crimini sessuali commessi da preti posti sotto la loro responsabilità, e abbiano mentito al riguardo, è altrettanto deplorevole, o forse peggio: è il male assoluto».

E il male assoluto non si può e non si deve poter archiviare.

La violenza compiuta da esponenti del clero”, come spiega lo psicanalista Gartner,” è aggravata dal  fatto che il sacerdote viene percepito come parte della famiglia del parrocchiano. I bambini cattolici vengono indotti a chiamare i membri del clero Padre, Madre, Sorella, Fratello e possono interpretare in modo letterale queste identificazioni ideali; inoltre i bambini possono provenire da famiglie problematiche e cercare all’interno della Chiesa figure parentali che possano fungere da modelli di ruolo e assicurare la stabilità di cui a casa sentono la mancanza. Quanto più i bambini accettano le implicazioni familiari del fatto di chiamare qualcuno Padre, Madre, ecc. tanto più l’abuso assume caratteri incestuosi. “

Non si può, quindi, più tacere, tanto meno accettare che a Savona tutto rimanga com’era decenni fa, con casi scoperti e insabbiati.

Non si può accettare che la pedofilia -nella Chiesa, e non solo- non sia percepita come un fatto reale, concreto e devastante.

Non si deve più accettare che altri bambini e bambine, ragazzini e ragazzine debbano ancora nascondere il segreto, traumatico e infestante, di un abuso sessuale subito da preti così come da insegnanti, zii, cugini, fratelli e padri.

Anche a Savona e soprattutto nella Chiesa savonese non si deve continuare   ad affrontare  la pedofilia come un fatto raro, frutto della deviazione di un individuo isolato, ma bisogna cominciare a costruire una nuova civiltà, dove bambini e bambine, ragazzi e ragazze siano non solo tutelati ma ascoltati, difesi, aiutati nella costruzione della loro persona e del loro futuro. 

Non dobbiamo permettere a nessuno di vivere nell’idea rassicurante dell’eccezionalità di questa disgrazia, perché così facendo spianiamo il campo a pedofili, seriali o occasionali che continueranno impunemente a riversare la propria patologia, il proprio disorientamento esistenziale, sui bambini, anche e soprattutto nella Chiesa.

 

                                                              ANTONIA BRIUGLIA

 

 

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