NOT FOR SALE

Il mondo non è, o meglio, non dovrebbe essere in vendita o svendita, dal momento che è o dovrebbe essere, patrimonio comune dell’umanità. Questo concetto è chiaro alla comunità scientifica internazionale come a Papa Francesco e anche ai giovani del movimento Fridays for Future, ma non tanto ai cosiddetti ”grandi della terra”, per lo più intenti, malgrado le loro promesse di cambiamento e di transizione ecologica, a salvaguardare le loro rendite di posizione, i loro interessi di bottega e la loro quota parte di potere economico-politico  nello scacchiere internazionale piuttosto che dare subito inizio a questo cambiamento più volte promesso ma ancora di là da venire. Questo ci dicono i deludenti risultati  della ventiseiesima Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite (Cop26) Per il movimento di Greta Thumberg il Patto di Glasgow è un fallimento, una sconfitta “per il clima, per le persone più vulnerabili e per la società civile.

Le grandi potenze globali hanno cercato un compromesso tre le nostre prospettive di sopravvivenza e gli interessi dell’industria dei combustibili fossili, ma non c’era spazio per un compromesso e ora la nostra sarà una lotta la sopravvivenza”. L’unica nota non negativa, secondo la comunità scientifica internazionale, è che nessuno oggi può ancora  contestare  che il cambiamento climatico in atto ha origine antropica, cioè è causato dall’uomo.  Nessuno? Ho i miei dubbi, perché fino a ieri giornalisti e opinionisti di estrema destra facevano a gara a ridicolizzare i giovani che manifestavano ogni venerdì per il clima, li chiamavano “gretini”, perché seguaci di una Gretina: ci ricordiamo tutti (o quasi)  le impietose stroncature infertele dalla matronale Maria Giovanna Maglie, dal sarcastico Vittorio Feltri, dal mellifluo Nicola Porro, dall’ urlatore Mario Giordano, dal bronzeo (con riferimento alla faccia) Maurizio Belpietro, che ha pubblicato su La Verità un’intervista a un’altra giovane svedese, tale Izabella Nilssen Jarvandi, che parlava della battaglio green  della Thumberg alla stregua di un’arma di distrazione di massa, mentre il noto conduttore  della trasmissione televisiva per minus habens “Fuori dal coro”, il sopra citato Mario Giordano, in un breve editoriale pubblicato su La Verità.it accusava l’Europa di sfruttare la sedicenne malata per ripulirsi l’immagine, e i politici che, non potendo salvare il mondo, si fanno le foto opportunity con la Pippi Calzelunghe dei nostri giorni, e poi elencava sconsolato gli ultimi incontri illustri dell’ attivista sedicenne e per di più malata: “Vaticano, Parlamento Europeo, Senato Italiano, permettendosi di snobbare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in una grande settimana conclusasi ieri  con l’epifania della giovane svedese in una piazza romana gremita di “gretini’”.

Maglie, Giordano, Belpietro

Non credo che questi opinionisti si siano convertiti da un giorno all’altro, anche perché il loro negazionismo climatico è musica per le lobby petrolifere, come è musica per queste lobby la convinzione dell’accademico Franco Battaglia, docente di chimica fisica presso l’Università di Modena, che nega qualsiasi relazione tra le emissioni di CO2 nell’atmosfera e il surriscaldamento della terra, relazione invece attestata dalla comunità scientifica internazionale. Si stenta a crederlo, ma oltre ai negazionisti del Covit abbiamo, malgrado ogni evidenza, anche i negazionisti del cambiamento climatico in atto; non mancano neppure teorie del complotto sul riscaldamento globale che ipotizzano motivi occulti di carattere finanziario e politico dietro l’allarme della maggior parte degli scienziati riguardo al surriscaldamento terrestre in aggiunta al complotto per instaurare un nuovo ordine mondiale totalitario, ovviamente a nostro danno. Ci sono poi anche  scienziati dubitanti e scettici sul cambiamento climatico causato dal massiccio impiego e consumo dei combustibili fossili, i quali non inciderebbero che in minima parte sul riscaldamento del pianeta o considerano eccessiva la preoccupazione della comunità scientifica per le sorti della vita sulla Terra. Sintomatico il caso della climatologa americana Judith Curry, etichettata non  come negazionista ma solo come  “contrarian” (in italiano “Bastian contraria”) dai colleghi  studiosi delle variazioni climatiche .

Il fatto è che la Curry tra il 2014 e il 2019 ha sostenuto più volte davanti al Congresso, con soddisfazione del presidente Trump,  la tesi  che i pericoli del riscaldamento globale sono sopravvalutati e quanto mai aleatori e difficili da prevedere, criticando anche il Piano per il clima dell’ex presidente Obama, oltre al Piano d’azione delle Nazioni Unite. Nella sua relazione al Comitato per le risorse naturali del 6 febbraio 2019 ha affermato che “Il cambiamento climatico provocato dell’uomo non è una minaccia esistenziale del ventunesimo secolo”. Difficile immaginare una posizione più lontana dalle prospettive dei giovani “gretini”, il cui messaggio ai potenti della Terra è: “Voi morirete di vecchiaia, noi di cambiamento climatico”. Come anche i negazionisti e i minimizzatori  del pericolo delle emissioni incontrollate di CO2 e di altri gas serra.. Ecco, i giovani, appunto, i giovani non violenti che manifestano per il clima, snobbati da adulti saccenti e politicamente ma anche  professionalmente scorretti come gli opinionisti sopra citati, e addirittura insultati gratuitamente (incredibile!) da docenti emeriti  superciliosi ma pieni di sterile risentimento nei confronti di chi, magati ingenuamente, vorrebbe salvare il mondo a venire da morte sicura.

Franco Battaglia

Di diverso parere il fondatore di Slow Food: “Sì,  perché i giovani – scrive Carlo Petrini su La Stampa del 15 /11 /2021 – a mio modo di vedere, sono la grande nota positiva della Cop26. A Glasgow hanno rivendicato all’unisono la ‘giustizia climatica’; due parole che esprimono un concetto chiaro e potente. Nel mondo interconnesso in cui ci troviamo a vivere, l’emergenza climatica è infatti la parte più visibile e drammatica di una profonda crisi sistemica. I governi tutto questo stentano ancora a capirlo”. Anche perché ci sono troppi interessi immediati in gioco, ragione per cui  le questioni epocali, come l’uscita dal carbone, la transizione ecologica, il problema della deforestazione, l’avanzamento del deserto, lo scioglimento dei ghiacci polari e il conseguente innalzamento del mare, i lunghi periodi di siccità, il ripetersi di alluvioni,  tempeste e uragani, la distruzione dell’habitat e l’estinzione di molte specie animali nonché l’aumento delle malattie respiratorie e polmonari  sono rimaste sullo sfondo.  Intanto le richieste dei Paesi più poveri di stanziare un fondo specifico per compensare i disastri provocati dal cambiamento climatico causato dai Paesi ricchi e industrializzati sono state respinte e la giustizia climatica è stata messa in soffitta in attesa di tempi migliori.

Carlo Petrini

Ma non abbiamo più tanto tempo a nostra disposizione, anzi, il tempo utile lo abbiamo già perso da tempo, che cosa dobbiamo ancora aspettare? Quali altre catastrofi oltre alla pandemia da cui ancora non siamo fuori? “Nell’ottobre di quest’anno tra l’altro – ricorda Petrini – il Consiglio dei diritti umani della Nazioni Unite ha riconosciuto il diritto di ogni essere umano a vivere in un ambiente sano. Ecco perché parlare di clima significa parlare di giustizia. Ecco perché non possiamo rallentare il cambiamento climatico senza azioni drastiche per contrastare le disuguaglianze, e senza cambiare un modello basato sull’accumulo di profitto e sulla convinzione dell’infinitezza delle risorse”. “La nostra casa è in fiamme”, altro che non c’è nessun pericolo imminente e nessuna urgenza! Così Carlo Petrini, come la comunità scientifica, come Papa Francesco e i ragazzi del Friday for Future sono ben consapevoli della necessità di agire ora, subito,  senza indugi. Ma la consapevolezza dell’urgenza, evidentemente, non basta per passare all’azione, se non ciascuno per conto proprio. Come? Per esempio usare il più possibile trasporti pubblici, bicicletta o mezzi elettrici. Usare l’auto il meno possibile. Risparmiare sui consumi domestici: luce, gas, acqua. Limitare il consumo di carne. Puntare sulle energie rinnovabili. Riutilizzare e riciclare  tutto quello che si può per ridurre al massimo i rifiuti. Niente di nuovo, piccole cose ma alla portata di chiunque. Ma rimpiangere le guerre, le carestie e le pestilenze che decimavano la popolazione garantendo in tal modo l’omeostasi demografica non mi sembra un’idea né intelligente né condivisibile.

Fulvio Sguerso

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2 thoughts on “NOT FOR SALE”

  1. Condivido tutto, tranne la tua negazione sul “complotto per instaurare un NOM, o NWO, New World Order. Affermare questo significa negare il fenomeno ormai in atto da almeno 20 anni, della globalizzazione, madre di tutte le presenti sciagure

  2. Ciao Marco, vedo che parli come Carlo Freccero e, mutatis mutandis, come monsignor Viganò. Niente di nuovo da parte tua. Beati voi che avete capito tutto! Ad ogni modo, grazie per il commento.
    Fulvio

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