Noli, commercio ko

 

La crisi del settore rischia di depauperare il tessuto socio-economico del borgo,il Sindaco Niccoli: “Purtroppo c’è poco da fare”

Noli, commercio ko:
in soli 12 mesi addio a 7 negozi

 La crisi del settore rischia di depauperare il tessuto socio-economico del borgo, 

il Sindaco Niccoli: “Purtroppo c’è poco da fare”

Noli, commercio KO: in soli 12 mesi addio a 7 negozi

Il 2017 è stato un anno nero per i piccoli negozi del Comune di Noli. Negli scorsi dodici mesi sono stati chiusi ben sette esercizi commerciali e la situazione non sembra migliorare. I titolari, spremuti dalla crisi, incontrano ogni giorno nuove sfide, fra burocrazia, fisco e una globalizzazione che sta mangiando loro fette di mercato sempre più ampie. Così il tessuto economico, ma anche sociale, del borgo si sta inesorabilmente depauperando. E non essere un caso isolato è una magra consolazione. “La crisi commerciale non tocca solo Noli, è un problema legato alla maggior parte dei Comuni liguri ed è anche una questione di mercato globalizzato – spiega il sindaco Giuseppe Niccoli – l’e- commerce, Amazon su tutti, ha danneggiato qualunque vettore, anche i più grossi. 

 


Se prima in paesini poco abitati come il nostro resisteva una fitta rete di rapporti umani che mi spingevano, nel caso in cui avessi dovuto affrontare un acquisto, a rivolgermi a persone di fiducia, ora la gente per prima cosa utilizza lo smartphone, confronta i prezzi e si rivolge al miglior offerente. L’unico che per ora tiene è il settore degli alimentari, ma tra mille difficoltà”. Insomma una situazione, in cui la crisi ha sì avuto un ruolo, ma non decisivo: “Il commercio per quanto riguarda il nostro Comune era già in flessione da tempo, la recessione ha solo acuito problemi che stavano già emergendo – riprende – non vedo soluzioni anche una volta usciti dal periodo di difficoltà economica. A reggere sono solo coloro che hanno locali di proprietà e quindi possono togliere dal bilancio dell’esercizio i canoni di locazione. Da noi hanno successo i ristoranti grazie alle ferie e al turismo, ma per esempio un settore come la pasta fresca, che una volta aveva un enorme successo, oggi fatica a restare in attivo”.

Il Comune sta comunque cercando, per quanto possibile, di aiutare gli esercenti: “Potrebbe esserci una via d’uscita, ma temo sia troppo tardi

– aggiunge Niccoli – ormai i pochi rimasti sono eroi.Speriamo nei giovani, ma non so se possa bastare”.

“Le tasse locali e il suolo pubblico incidono in maniera residuale: gli stessi commercianti chiedono raramente un aiuto all’amministrazione, perché capiscono che poco dipende dalle nostre responsabilità – conclude – dobbiamo resistere e sperare che il turismo riesca, come forza trainante, a darci prospettive

 

G.P  da  IL LETIMBRO 

E’ in edicola il numero di Aprile

 

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.