Negozio chiuso per paura
Costretta a subire le angherie di chi vive di espedienti ed al di fuori dei limiti della Legge, una commerciante di Vicenza ha tirato giù la saracinesca del suo negozio e vi ha appeso un cartello: “CHIUSO PER PAURA”, proseguendo poi “Non per Ferie, non per scelta ma perché lavorare così è diventato impossibile”.
Nel mirino di un immigrato irregolare, elle è stata oggetto di minacce che l’hanno terrorizzata per più di venti giorni ed ha deciso di alzare la bandiera bianca.
Questa signora, alla quale va tutta la nostra solidarietà, con la sua storia è lo specchio di una paura collettiva che è presente nelle nostre strade, piazze, condomini e ci dà il termometro dei timori dei residenti delle città italiane grandi e piccole.

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Da qualche anno le persone non osano più attraversare certe zone delle loro città dopo una cert’ora e gli stessi luoghi dove fino a pochi anni fa andavano a giocare i bambini o a ritrovarsi gli adulti, sono diventato off limits.
E’ un problema profondo che affonda le radici nelle innumerevoli gang che nei centri storici delle nostre bellissime città hanno trovato, complice l’ignavia delle nostre amministrazioni, il loro terreno di conquista con senso di impunità, mentre nei cittadini cresce la percezione dell’abbandono.
Chi gestisce una attività paga le innumerevoli tasse, il suolo pubblico, l’insegna, l’INPS, i consulenti, le utenze, tutte spese che svenano i commercianti che vorrebbero lavorare per arrivare a fine mese almeno con la sicurezza di non essere impedito nel suo lavoro dalle minacce di delinquenti.
La chiusura di una attività per “paura” è il segnale di una gravissima emergenza che ha attaccato una delle componenti più sane della nostra società: chi per tutta la vita si alza all’alba, con bello o cattivo tempo, per alzare la serranda del proprio esercizio per mantenere onestamente se stesso e la propria famiglia.
Il cartello “Chiuso per Paura” potrebbe essere il primo di una lunga serie perché la paura è contagiosa, può andare da serranda in serranda producendo così l’abbandono delle strade commerciali che hanno reso vivaci e vivibili le nostre città.
Questo non deve succedere; non dobbiamo rassegnarci alle città che si chiudono per paura e che si consegnano a chi le occupa con violenza, espropriandoci di fatto dei nostri territori.
La politica deve intervenire senza alcuna paura a favore di tutti i commercianti costretti a subire queste azioni delinquenziali, perché è suo il dovere di agire con determinazione, senza il timore di critiche, ma deve raccogliere l’appello di chi incrocia le braccia suo malgrado, per l’impossibilità di andare avanti.
Senza il suo supporto di una politica che protegge i cittadini tutto è vano.
Valentina Vangelisti
Articolo pubblicato sul Blog “Alfieri dei Popoli” Diretto da Gabriella POLI