MEA CULPA
In Occidente serpeggia, anzi dilaga, un senso di colpa che il pensiero unico, alias politically correct, ha finito con l’inculcare in tutti noi, a livello sociale ed individuale. Senso di colpa del tutto assente nelle culture extra euro-americane. A questo riguardo, consiglio la lettura di un pertinente articolo di Andrea Cionci [VEDI], dal quale traggo qualche stralcio:
“Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa”, si recitava durante la vecchia messa vetus ordo, in latino. […] La modernità ci ha messo sessant’anni per liberarsi dal presunto “senso di colpa cattolico”, ma il guaio è che questo è stato sostituito da molti altri, cento volte più pesanti e omnipervasivi, per i quali non c’è nemmeno l’assoluzione. Si è passati dal peccato religioso individuale, sanabile attraverso un sacramento, al peccato laico collettivo che, invece, resta insanabile e serve a manipolare le masse.
Non potete muovervi, infatti, che il premiato trio mainstream-sinistra internazionale-deep state massonico vi farà sentire uno schifo per qualcosa: perché mangiate la bistecca e non i vermi secchi, per il vostro presunto passato coloniale (anche se siete del ‘77), perché andate in giro con l’auto a benzina, per genocidi non-discutibili compiuti ai tempi del cucco e/o da altri, perché non siete europeisti, atlantisti, e non ve ne frega niente di un conflitto intraslavo, perché restate irriducibilmente eterosessuali o non vi farebbe piacere se vostro figlio indossasse piume di struzzo, perché non volete farvi stravaccinare e usate il contante senza foraggiare le banche, perché non vi piacciono le porcherie dell’arte contemporanea, siete cacciatori, bevete il vino, amate la Patria e non vi inginocchiate davanti a questa o a quella minoranza, e così via.”
Anche se non condivido, parola per parola, l’intera citazione, essa serve a dare un’idea, anche folkloristica, di come il “premiato trio” sia riuscito a forgiare i nostri comportamenti, instillandoci sensi di colpa se non seguiamo i vari diktat alla lettera.
Come noto agli abituali lettori di Trucioli, io sono un ecologista d’antan, e confesso di provare disagio (ergo, sentirmi colpevole), se, per fare un singolo esempio, quando d’estate l’acqua dei rubinetti è di gusto sgradevole, commetto il doppio “peccato”, di acquistare acqua minerale, proveniente magari dalla Basilicata, e per giunta in bottiglie di plastica. Di sensi di colpa simili ne ho provati in innumerevoli altri ambiti, sin da quando, nel 1969, ebbi la “folgorazione ambientale”. Riesco ad assopirli soltanto pensando che l’attuale sistema non lascia alternative, per cui mi costringe a “peccare”.
Se però esco dal campo ambientalista, non posso che condividere quanto riportato più sopra, laddove l’autore aggiunge un altro senso di colpa che il sistema del volemose ben, fatto proprio dalle sinistre, ci sta quotidianamente infliggendo, a ritmi sempre più incalzanti e preoccupanti: bisogna aprire i porti a tsunami di immigranti clandestini, facilitando addirittura il loro arrivo con navi salvagenti in spola perpetua tra le sponde opposte del Mediterraneo.
Qui cito nuovamente Andrea Cionci:
Un utilizzo classico di questa truffa mentale riguarda il cosiddetto “ricatto migratorio”: se ci pensate, vi sono stranieri che si mettono per mare cercando di entrare clandestinamente nel nostro Paese, commettendo un illecito, e poi, se succede qualche tragedia, i colpevoli siamo noi italiani che, pure, ne abbiamo salvati a decine di migliaia e mantenuti a milioni. In base a quale criterio razionale? Dietro questa operazione, ovviamente, ci sono carabattole massoniche come il vecchio piano di meticciamento dell’Europa del conte Kalergi, l’antico schiavismo applicato da africani oggi detto “scafismo”, e gli interessi della sinistra nostrana passata in blocco ai nemici dell’Italia. Del resto, tutto il politicamente corretto non poggia altrove che sull’imposizione plagiante del senso di colpa. Un’inibizione continua, in ogni settore, che vi bombarda con un messaggio unico: se non vi sottomettete davanti a chicchessia, lo state danneggiando. [Enfasi mie, NdA]
La parte politica maggiormente soggetta a questi sensi di colpa è la sinistra, che ne è talmente impregnata da tentare in ogni modo di farci espiare i trascorsi peccati offrendo la nostra patria (non la loro casa!) agli stranieri, trattandoli molto spesso meglio dei loro connazionali. Si tratta di una nuova forma di alto tradimento, agevolando la violazione dei nostri confini, e concedendo allo straniero lo spazio sottratto all’italiano. In pratica, ciò si traduce in una patente alleanza con il nemico, se tale può definirsi il fiume di stranieri che attua una vera e propria invasione, col battimani delle sinistre, in un delirante cupio dissolvi.
A questo proposito, correttamente titola La Verità: “Il PD dichiara guerra all’Italia”, schierandosi con gli invasori e chi facilita l’invasione. E con la nuova segretaria, Elly Schlein, il megafono che quotidianamente ci incolpa del peccato/reato di mancata assistenza a chi pretende di avere più diritti di noi cittadini italiani rimbomba ancora più tonante. Loro, a sinistra, sono i buoni, i generosi, le persone di ampie vedute, di contro a noi, perfidi, gretti, miopi campanilisti. Loro sono il futuro delle “magnifiche sorti e progressive”, noi siamo il passato, provincialotti, chiusi alle novità del multiculturalismo forzato, degli ”United Colors of Benetton”. Loro sono per il globalismo delle multinazionali e della grande finanza, filo-americani ed europeisti; in sostanza, loro si mettono sempre nei panni altrui, noi, più modestamente, nei nostri.
L’altruismo dei proclami altro non è che rinnegamento della propria identità e, in ultima analisi, servilismo. Abbiamo cominciato questa deriva nel 1943, man mano che gli americani conquistavano-invadevano l’Italia. E allora poteva avere un senso, vedendo in loro i liberatori dalla morsa nazista, peraltro dovuta al tradimento unilaterale del patto che ci legava alla Germania. Ma l’enfasi su tutto ciò che connotava gli Stati Uniti ha proceduto al galoppo sino ai giorni nostri, pur rimanendo, a maggior ragione, del tutto immotivata, vista l’eclatante immedesimazione degli USA con la grande finanza transnazionale che ha sconvolto tutti gli equilibri mondiali, economici ed ambientali. Inciso: alla generale genuflessione al padrone americano (chiamato “alleato”, in contraddizione col nostro aver perso e lui aver vinto la guerra) si opponevano rumorosamente gli antenati dell’attuale sinistra, in costante opposizione all’ingerenza americana e al Patto Atlantico. Tutto il contrario di oggi.
Nel mio precedente articolo, infatti, ho bollato il CdM a Cutro come il risultato di uno strisciante senso di colpa persino nella Meloni e nei suoi ministri: una compagine governativa comunque appiattita su atlantismo, europeismo e NATO che la fa somigliare per troppi versi ai suoi detrattori di sinistra, in un concerto di voci senza stonature.
Concludo citando, a puro titolo esemplificativo, alcuni articoli, nei quali si minimizza il fenomeno migratorio, trastullandosi coi dati, in stile post-elettorale, quando sembrano aver vinto le elezioni tutti i partiti. Si arriva a scrivere che i flussi migratori sono in decrescita (!) o, per smentire il contributo delle navi ONG al numero di sbarchi, si sottolinea che, pur con il loro minor ruolo, gli sbarchi negli ultimi mesi si sono intensificati, contraddicendosi gli uni con gli altri. [VEDI–VEDI]
Post Scriptum
Segnalo, sulla falsariga del pensiero unico e dell’inebetimento di massa, questo video, in cui una donna “normale” dice tutto quello che c’è da dire a proposito dei tanti luoghi comuni, tra cui proprio quelli sulle donne, magari influencer, come Chiara Ferragni: https://youtu.be/lBMuXzR7JQ4
Marco Giacinto Pellifroni 19 marzo 2023