Marco Melgrati

E per il sindaco di Ventimiglia, Scullino, plurinquisito,
 “Claudio è il simbolo dell’onestà e della legalità”
Melgrati attacca il procuratore alassino Bogliolo
‘Contro Scajola teorema di fantasie di magistrati inquirenti’
L’ex sindaco, neo consigliere regionale Pdl, aveva appena definito la Procura della Repubblica di Savona “Il paese di Walt Disney”, intanto il giornalista Preve ha scoperto un uso improprio della mail istituzionale…

E per il sindaco di Ventimiglia, Scullino, plurinquisito,
 “Claudio è il simbolo dell’onestà e della legalità”
Melgrati attacca il procuratore alassino Bogliolo
‘Contro Scajola teorema di fantasie di magistrati inquirenti’
L’ex sindaco, neo consigliere regionale Pdl, aveva appena definito la Procura della Repubblica di Savona “Il paese di Walt Disney”, intanto il giornalista Marco Preve ha scoperto un uso improprio della mail istituzionale
 

Melgrati alla manifestazione Pro Scajola

La notizia è recente e nota. La procura della Repubblica di Savona ha chiesto il rinvio a giudizio di Marco Melgrati, ex sindaco Pdl di Alassio, oggi consigliere regionale, vicepresidente della Commissione Territorio e ambiente (la richiesta di rinvio riguarda una serie di irregolarità edilizie per il Grand Hotel e Melgrati è già stato condannato in primo grado per abusi edilizi per un’altra vicenda).

In questo link potrete leggere la sarcastica difesa di Melgrati che fedele allo stile del suo premier, la butta in barzelletta definendo la Procura della Repubblica di Savona come il paese di Walt Disney (per una precedente denuncia per diffamazione Melgrati accettò di versare alcune migliaia di euro al Gaslini come richiestogli dal pm, Giovanni Battista Ferro da lui attaccato).

Melgrati finito sotto processo a Torino, assistito dal difensore di fiducia, Franco Vazio, già candidato a sindaco di sinistra di Albenga, vice segretario provinciale del Pd, consigliere della Cassa di Risparmio di Savona, su designazione Carige.

Quello che qui interessa sottolineare è che per comunicare a tutti gli organi di informazione il suo commento su questioni che nulla hanno a che fare con l’Ente o con il suo attuale incarico, Melgrati non ha usato una sua mail personale, un suo privato addetto stampa o al limite il Comune di Alassio visto che per il ruolo di sindaco è stato indagato.

No, il comunicato arriva da una mail istituzionale della Regione, quella a nome di Maria Grazia Fria del gruppo Pdl. D’altro canto, oggi, provare a risolvere la confusione che regna attorno all’interpretazione dei ruoli istituzionali, politici e amministrativi è compito che sta a metà strada tra Tom Cruise e monsignor DellaCasa.

Questo è quanto riportava, con alcune nostri aggiornamenti, a completezza d’informazione il blog del giornalista Marco Preve, origini albenganesi, buon conoscitore della ricca e popolosa foresta di politici in terra ligure alle prese con problemi di giustizia.

Marco Preve si illudeva di lanciare un invito alla prudenza, alla coerenza, al sindaco più “promozionato” dai giornali locali della storia alassina? Hanno descritto per filo e per segno la sua cura dimagrante, dedicandogli (La Stampa) quasi un’intera pagina. Altra mezza pagina, invece, l’hanno riservata al pregio dei suoi sigari e al piacere di fumare a 180 euro a pezzo.

Preve ha sbagliato tutto e non ci provi neppure più. Melgrati è un “Rotary di ferro”, di cui è stato presidente…(vedi)… Forse lo statuto avrebbe qualcosa da dire, oppure largo a chi “insulta” i giudici della Repubblica?

E’ fresco un nuovo esempio del “coraggio” della vergognosa “vittima di avvisi di reato” (18) della provincia di Savona. Che con ogni probabilità, proprio grazie alla bonta dell’informazione, costituiscono si trasformano in titolo di merito e soprattutto di strepitoso successo elettorale. In parte dovuto all’alto livello culturale e di spiccato senso civico, dello Stato, della nostra società.

A proposito del clamore suscitato ad Imperia, in Liguria, a seguito degli strascichi dell’inchiesta sul nuovo maxi-porto di Porto Maurizio, in cui è stato pure coinvolto Claudio Scajola, per associazione a delinquere ed altri reati minori, tutti presunti, il “Melgrati pensiero”, riportato su La Stampa (e non solo) del 23 ottobre 2010, è testuale, esemplare per franchezza e potenza di fuoco.

Marco Melgrati, architetto, “glorificato” anche nel libro “Partito del Cemento”, ex sindaco di Alassio, sbotta: “Voglio essere indagato per concorso morale in associazione a delinquere con l’ex ministro. Ora basta. Prima di emettere un avviso di garanzia, che in Italia si trasforma in una condanna preventiva, (ma al candidato Melgrati portano come al Cavaliere fortuna elettorale ndr), bisognerebbe avere il buon gusto di essere veramente certi che ci sia un fondamento, avere prove schiaccianti, e non l’ennesimo teorema costruito sulle fantasie dei magistrati inquirenti, spesso politicizzati dalla Sinistra. Viene spontaneo pensare che questi attacchi siano il frutto di una politica capace e attenta, forse troppo,di Claudio Scajola, in campi delicati quali l’energia atomica e l’industria”.

Ha dichiarato, sempre secondo il resoconto de La Stampa, da Imperia, il sindaco di Ventimiglia, Gaetano Scullino, che di “avvisi di reato” qualcosa conosce, non per ordine del medico curante, ma passate esperienze giudiziarie: “L’ennesimo attacco mirato a Claudio Scajola, uomo onesto, capace e rispettoso delle istituzione e della legalità, è un intervento ad orologeria per frenare un servitore dello Stato. Una persona con un alto senso civico, che dopo aver ricevuto inaudite e strumentali offese, in un momento in cui viene richiesto a gran voce il suo ritorno nelle scenario politico e istituzionale, lo si vuole fare diventare, nuovamente e a tutti i costi, bersaglio di surreali e fasulle ipotesi sul porto di Imperia”.

Il Pdl di Ventimiglia ricorda di aver ricevuto migliaia di attestazioni: “Scajola è in queste ore oggetto di una vera e propria persecuzione mediatica, basata su supposizioni e diffamazioni, più che su fatti concreti, Ventimiglia è percorsa da un’ondata di sdegno e bisogna essere vicino all’uomo Claudio Scajola, padre e marito esemplare, politico e pubblico amministratore specchiato. La Liguria tutta ha bisogno di lui perché si realizzino le grandi opere ed il rilancio del territorio”.

Cosa ha riportato invece Il Secolo XIX il 19 ottobre , quattro giorni prima della manifestazione di Imperia pro Scajola “subito santo” e “torna tra noi”.

“Uffici della Procura e della Polizia giudiziaria del Palazzo di Giustizia di Imperia, da questa mattina sono off-limit a tutti i giornalisti. La decisione di interdire l’accesso è del procuratore capo facente funzioni, Alessandro Bogliolo. Il provvedimento sarebbe, secondo il procuratore, un atto dovuto in conseguenza della presunta violazione del segreto istruttorio nell’ambito di un’indagine preliminare che riguarda il porto turistico in costruzione a Imperia.

Si parla dei rapporti tra l’ex ministro Scajola ed il costruttore Francesco Bellavista Caltagirone che sono al centro di interrogatori eccellenti”.

Completezza di cronaca. Il magistrato Alessandro Bogliolo è alassino purosangue. Dove è cresciuto, ha studiato. È stato negli ultimi anni sostituto procuratore a Savona e a Genova. Un magistrato riservato, preparato, concreto, anche scontroso, poco incline ai rapporti con i giornalisti. Alle passerelle esibizioniste.

Ha preso il posto, ad Imperia, di Bernardo Di Mattei che ha scelto la pensione, lasciandosi alle spalle anche la tuttora aperta vicenda del trasferimento, disposto dal Csm, del sostituto procuratore Filippo Maffeo che indagava su un business di grande spessore, come quello dei rifiuti, della discarica Pitelli, del pergolato inquinante, delle ripetute proroghe della Provincia, dei fratelli Pizzimbone titolari di Biancamano, tra i leader d’Italia nello smaltimento e raccolta spazzatura in città, ospedali, caserme, carceri.

Maffeo, già Pm e giudice istruttore al Tribunale di Savona, poi pretore capo ad Albenga – una giovanile esperienza da consigliere comunale Dc, a Loano, ai tempi di Taviani, Lucifredi, Russo, Amadeo- era entrato in conflitto personale” con la collega imperiese, Paola Marrali, a sua volta titolare di un’inchiesta sul porto ( regolarità di un capannone per il quale aveva chiesto il proscioglimento degli indagati, respinto dal Gip, Varalli). Maffeo aveva seguito l’inchiesta sull’impianto a Biomasse che avrebbe dovuto essere realizzato da una multinazionale a Pieve di Teco. Anche in questo caso sarebbero emerse trasversalità di interessi professionali di congiunti di magistrati.

Il “caso Maffeo-Marrali” attende che il Consiglio superiore della magistratura faccia chiarezza e giustizia, con la Procura di Torino, competente per territorio, anche per via di una storia di “messaggini” a presunto sfondo sentimentale, descritti da alcuni organi di stampa, querelati da Maffeo.

Per concludere sulla gloriosa pagina della rivolta imperiese contro la persecuzione giudiziaria a Scajola. Bisognerà aspettare se i “paladini della legalità”, senza l’arma del fango praticata contro Fini, Boffo (ex direttore dell’Avvenire), Marcegaglia (presidente Confindustria), Mesiano (giudice di Milano) ed altri, riusciranno a neutralizzare Alessandro Bogliolo e la collega Anna Antonia Di Lazzaro.

Chi non ha dubbi da che parte stia la verità, l’innocenza, è un altro alassino, supervotato e molto amato nella sua città, Marco Melgrati appunto.

R.T.

P.S. J’ACCUSE DI SCAJOLA AD “ALCUNI GIORNALISTI PRESENTI”

Tra le frasi pronunciate da Claudio Scajola nel suo discorso al popolo (300 persone per La Stampa in cronaca regionale a pagina 71, che scendono a 200 sullo stesso giornale, a pagina 19) nell’articolo dell’inviato speciale, Teodoro Chiarelli, è scritto tra virgolette “…Ma vorrei chiedere ad alcuni giornalisti presenti, se gli articoli che ho letto ancora oggi sono a tutela dell’onorabilità dell’indagato, per esempio quando mi si dice che sono accusato di corruzione e che sono promotore di una cupola di costruttori che facevano affari…Io sono promotore dell’associazione a delinquere di questa città… Non mi sono ancora abituato alle nefandezze e alle falsità. Il popolo è decisamente meglio di coloro che scrivono  e utilizzano i media per distruggere le persone, senza sapere, senza approfondire e non pagano mai”, urla Scajola.

Fuori i nomi, caro concittadino imperiese, vogliamo sapere chi sono i giornalisti “infangatori”, diffamatori, che non pagano mai, non approfondiscono, anche perchè hai una figlia che lavora a Panorama ed è una nostra collega. Non dare il cattivo esempio di sparare nel mucchio. Seminare, a tua volta, fango su tutti. Nessun giornalista del ponente risulta fino ad oggi inquisito per diffamazione nei tuoi confronti. E se hai la certezza e la prova, chiedi alla giustizia con un atto di denuncia-querela di perseguire gli infangatori, concedendo ampia facolta di prova. 

Nella “tua piazza” erano presenti, ma possiamo sbagliarci per difetto, anche 19  o 23 pubblici amministratori imperiesi e savonesi che hanno conti in sospeso proprio con quella giustizia di cui  nutri fiducia, speranza. I loro nomi sono stati pubblicati sui giornali. Rafforza e metti in pratica il tuo messaggio al popolo: “Chi sbaglia paga”, siamo tutti uguali di fronte alla legge. 

 

 

 

 

Molti savonesi alla manifestazione Imperia per Claudio: Il Presidente della Provincia Angelo Vaccarezza gli assessori Santi, Marson, Bracco e molti altri

Alcune foto sono di Luca Gramondo prelevate da Facebook altre prese da vari siti

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