“ECOBALLE”

             “ECOBALLE”

DA IPS E DAL POLO UNIVERSITARIO

   “ECOBALLE”

DA IPS E DAL POLO UNIVERSITARIO

 

Pensate “Savona potrebbe diventare un centro di ricerca e sviluppo dell’energia sostenibile!”. Non è fantascienza ma è una dichiarazione di Ruggeri che, da poco, è ha alla guida dell’Ips.

Ebbene sì, avete capito bene, quel Carlo Ruggeri. Colui che da Sindaco di Savona prima e superassessore regionale poi, fu promotore in quella della cement….ops! “riqualificazione” del fronte mare savonese; sì quello che pianificava l’urbanistica e ne autovalutava l’impatto ambientale, quello che dichiarava che sulla piattaforma Maerks si dovesse andare avanti, perché gli impegni ormai erano presi; quello dello sviluppo legato allo sfruttamento del territorio e dei “beceri ambientalisti magari pantofolai” che vi si oppongono. Ricandidato alle ultime elezioni regionali fu silurato dal suo stesso partito, il PD, che pentito della brutta azione fatta a un “compagno” ha pensato bene di ripagarlo con la provvidenziale poltrona all’Ips. 

Scelta strategica che spinge l’uomo di forte creatività, appena insediato, a cogliere l’occasione del forte fermento intorno alle problematiche energetiche per cavalcarle, sfruttando l’occasione di poter gestire i cinque milioni di euro finalizzati alla fondazione di Poli di energia.

Ha addirittura presentato uno studio di fattibilità per un bando regionale, chiamato “Energia in Liguria” in collaborazione con il Bic Liguria ( che opera per Invitalia…quella Invitalia tanto cara all’ex ministro Scajola), a Spes (società del campus universitario ) e al Polo universitario di Savona.

Tutto regolare, con i 5 milioni di euro si avvierà il polo dell’energia che dovrebbe “ mettere in rete 33 imprese operanti nel comparto energetico” al quale sarà collegato un secondo bando di 17 milioni di euro sempre nel comparto energetico da gestire in un secondo tempo.

Nel polo dell’energia di Savona si ospiteranno infrastrutture di ricerca, centri prova e laboratori di calcolo per le attività d’innovazione del comparto energetico”, dove, si dichiara, siano già in corso iniziative legate ai temi dell’energia rinnovabile.

Questo potrebbe giustificare il fatto che recentemente il Campus di Savona abbia ricevuto 2 milioni e 400mila euro come Centro di ricerca “Energia 2020”, promosso dalla facoltà d’ingegneria di Genova, da inquadrarsi negli obiettivi della strategia di Lisbona che prevede il conseguimento del 20%in più di energie rinnovabili e la riduzione del 20%delle immissioni diCo2. 

Tra gli obiettivi del Polo saranno:” l’utilizzo di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili ; la riduzione dell’impatto ambientale di sistemi di produzione d’energia a

combustibile fossile.”

Ruggeri si dichiara pronto a gestire il Polo, gli ne hanno dato mandato la Provincia, i Comuni di Savona e Cairo che, tradendo malamente una visione strabica della politica del territorio, mentre investono sulla sua credibilità di uomo ravveduto sulla politica di sviluppo e di crescita del territorio, collaborano con gli industriali che vedono la centrale a carbone come “cuore pulsante dell’economia locale”, definiscono “sterile” il conflitto tra sviluppo e ambiente, nonché salute dei cittadini.

E’ anche vero che tutto e il contrario di tutto si è disposti a dire e fare per riprendere in mano le redini del potere, ma sembra alquanto sconcertante che questo si affermi con tale naturalezza e con tale tempistica proprio in un territorio in grave fermento e in aperto contrasto con le richieste di maggiore produzione energetica da fonti fossili come il carbone, proprio quello che nulla a che fare con gli obbiettivi di Lisbona, con l’abbattimento di Co2 e con la sostenibilità degli impianti da fonti rinnovabili posti al centro del progetto Ips e tanto più con l’innovazione del comparto energetico.

 

Sembra altresì sconcertante che si parli d’iniziative già in atto a Savona legate alle energie rinnovabili ( se non ci si riferisce a progettate e contestate centrali a biomasse), proprio dove Tirreno Power chiede di ampliare con un nuovo gruppo a carbone di 460 Mw, una centrale che inquina indisturbata da 40 anni con due gruppi obsoleti a carbone da 660 Mw e uno a ciclo combinato da 460 Mw.

Dove neanche la stessa azienda che gestisce la centrale è richiamata dalle amministrazioni locali a rispettare la quota di investimento dei suoi profitti sulle energie rinnovabili; dove non si fanno politiche energetiche in modo sistematico sugli immobili in continua costruzione e dove si utilizzano dati poco attendibili per dichiarare che il territorio non è in emergenza sanitaria proprio per la produzione di energia da fonti fossili in una centrale che non risponde ormai da troppo tempo alle normative di legge.

L’occasione però è ghiotta, i denari molti e oggi parlare di rinnovabili anche per chi pensa siano ancora argomenti da fanatici ambientalisti o da “anime belle”, può tornare utile: un nuovo business che non ci deve illudere e che non porterà ad alcun cambiamento.

 

Il polo Universitario, chi lo gestisce, chi vi studia, chi vi fa riferimento per i propri obbiettivi, sembra vivere ancora in un’altra dimensione, in un altro pianeta.

Noi invece viviamo su quello, dove mentre si chiedono nuovi monitoraggi, l’agenzia cui tutti gli Enti locali fanno riferimento, l’ARPAL, fornisce dati sulle poveri sottili (PM10) che ritornano magicamente normali dal 2008 in poi, e permette che l’unica centralina che misura cin metodo più scientifico le polveri, quella di Via Zunini, sia inattiva da nove mesi.

Dove si falsificano i dati in modo da risultare al 7° posto tra i capoluoghi di provincia per l’aria pulita nella classifica di Legambiente( azionista di Sorgenia , comproprietaria di Tirreno Power).

 

Dove si riempiono discariche con i rifiuti delle provincie vicine e si comincia a parlare con insistenza d’inceneritori, magari nella stessa centrale a carbone.

Tutto mentre da quarant’anni le malattie cancerogene e cardiovascolari aumentano in modo esponenziale rispetto alla media nazionale e il ricatto occupazionale è ancora barattato in cambio della salute dei cittadini.

MA IL CIELO E’ SEMPRE PIU’ BLU!

 Noi che viviamo in questa dimensione, abbiamo potuto avere la conferma di questa falsa schizofrenia al Convegno promosso dal PRC, proprio sulla questione “Tirreno Power” lavoro e salute, alla baia dei Pirati, dove il Sindaco di Savona Berruti, ha potuto fare il suo intervento da prima campagna elettorale, ostentando un linguaggio da ambientalista, subito dopo da sindacalista e poi da economista. Conscio delle opinioni critiche della platea, dopo il piccolo comizio ha abbandonato in fretta l’aula, ignorando bellamente che ci fossero domande prenotate per lui.

Bonorino della Fiom-Cgil ha dichiarato apertamente che non c’è stato alcun dibattito all’interno del Sindacato sul carbone, dove quindi le posizioni più critiche come la sua non si sono potute esprimere. Eppure sono chiare a tutti le posizioni di Cgil, Cisl e Uil sull’ampliamento della centrale e quanto queste siano di forte appoggio all’azienda avvallando, ancora una volta, il ricatto occupazionale. E’ chiaro a tutti come l’atteggiamento supino del sindacato davanti alla proprietà vada inevitabilmente a coprire le mancate tutele e le irregolarità con cui l’azienda procede.

Denuncie di anni, con tanto di statistiche, di dati, di esposti e denuncie che l’instancabile Gervino di Uniti per la salute, elenca a gran voce, ribatte, ricorda a chi , forse, vuole dimenticare…(peccato non ci fosse nessun medico a sostenerlo!)

 

 Eppure chi si ammala o peggio muore non ha istituzioni, né sindacati, né Ordini professionali a ricordarsi di lui, a sostenere il suo dramma che diventa personale.

La salute della gente e i livelli d’inquinamento del territorio impongono un po’ di serietà e un cambio di politica amministrativa. Impongono la chiusura dei gruppi a carbone , senza ulteriori proroghe, ripensamenti, bugie sull’ambientalizzazione , perché sono palesemente incompatibili .

La ristrutturazione che alcuni chiedono con colpevole ignoranza, non è tecnologicamente possibile: un’ulteriore ecoballa da aggiungersi a quella del polo di energie alternative a Savona.

 ANTONIA BRIUGLIA   24 Ottobre 2010

  

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