Ma chi è l’assassino dei 400 morti di Savona?

Oggi si è chiuso con il processo alla Tirreno Power un’epoca storica proprio in considerazione alla sentenza del giudice di Savona che in sintesi dice: tutti assolti perché il fatto non costituisce reato.

Nello specifico non so se le innumerevoli associazioni e gruppi (anche 48 singoli cittadini) faranno ancora ricorso e se ci sono possibilità di un altra sentenza diversa.
Chi abita qui in zona non ha dubbi che 400 morti di cancro e le difficoltà di molti con problemi respiratori ed altro abbiano invece un colpevole.
Non è con la morale che si combattono mostri industriali che hanno fatto soldi sulla pelle degli abitanti della zona,come una ricca cronaca dimostra
Si fa largo, a mio avviso, l’evidenza che in questa società qui ed ora, NON ci sia reale possibilità di ottenere giustizia legale ed amministrativa.
Un epoca segnata da:
– tante sentenze contro Berlusconi imputato di tanti reati che sono serviti solo a santificarlo, anche se non è stato che sfiorato da circa 250 procedimenti che lui ed i suoi hanno sempre definito “persecuzioni della sinistra” investendo circa 30/40 milioni all’anno in avvocati di fama.
– dalla sentenza contro Stephan Schmidheiny, il padrone svizzero dell’Eternit di Casale M.To, nel processo bis per le morti di amianto di Casale Monferrato è stato condannato dalla Corte d’Assise di Novara a 12 anni di reclusione, piuttosto che all’ergastolo: il reato infatti è stato riqualificato da doloso in colposo e, per le 392 Vittime, è valso solo per 146 mentre 200 sono state prescritte e 46 assolte . Ovvio che nonostante la sentenza il miliardario non ha fatto concretamente un giorno in galera trincerato dietro la sua villa in Svizzera(che non ha estradizione)
– dalla scandalosa vicenda dell’Italsider di Taranto con una intera città prigioniera di Riva all’inizio, poi dei vari padroni succeduti e infine anche di commissari governativi per la gestione di una fabbrica che ha prodotto non solo lamiere e acciaio, ma anche morte e devastazione ambientale, di cui sfido chiunque sappia ancora cosa ne è stato di tutte le denunce e battaglie popolari, dove il semplice buon senso aveva chiaro chi, come e cosa fosse successo.

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Potrei continuare a citare esempi di “giustizia ingiusta”ma mi pare chiaro, l’ipotesi di Antonio Di Pietro ex magistrato che fondò un partito (Italia dei Valori) e divenne anche ministro della repubblica assegnando alla legalità dei tribunali la via per sconfiggere mafia, mostruosità delle produzioni inquinanti e palesi ingiustizie e illegalità
Ecco, non ha funzionato, anzi da quei grandi processi i caimani che erano i soggetti negativi hanno iniziato una lenta ma costante modificazione di quello che mi pare ovvio è un SISTEMA GIUDIZIARIO complesso.
Hanno cominciato a cambiare da dx e anche da sx le strutture di vertice, dal CSM ai ministeri preposti, alle istituzioni di filtro della magistratura territoriale attraverso una gestione costante e continua, passata anche attraverso morti eccellenti (Falcone e Borsellino) che faceva leva su cambiamenti di regole, regolamenti, procedure per molti aspetti della vita quotidiana. Dalla semplificazione degli appalti, alla ristrutturazione della carriera dei magistrati, al metodo di spacchettare oggetti e sentenze per isolare le negatività sino a renderle poca cosa anche in presenza di rilevanti aspetti. Hanno contribuito poteri della politica (ricordate il caso Palamara), vere o proprie lobby di pressione ( dal capo dei capi Gelli a Verdini, a Renzi, la collaborazione attiva dei servizi segreti non deviati, ma manovrati, fino a forme di trattativa stato-mafia)
Oggi celebriamo la sepoltura delle intercettazioni che erano uno degli aspetti di informazione delle malefatte, se non in casi speciali e limitati e via così, lo sanno anche i “non competenti “ come me.

C’è invece uno strato culturale che si affanna ad autodefinirsi di sinistra che gioca su questa trasformazione nel tempo ancora sul filo della legalità. Le università, le istituzioni formative dei magistrati sono stati pian piano cambiati nei concetti di fondo, nei riferimenti legali e credo che il giudice Francesco Giannone della sentenza di oggi a Savona abbia usato gli strumenti che le regole modificate gli hanno messo a disposizione.
Capisco che magari scateno gli odiatori seriali, ma non riesco a pensare che l’unico colpevole sia quel giudice
Penso a due motivazioni possibili per il giudice di Savona che sarà ricordato nei secoli per questo:
1) è stato comprato da questa industria che ne ha le possibilità economiche, ma non ci sono al momento evidenze, e non credo funzioni così in processi così mediaticamente seguiti.
2) ha fatto una sentenza esaminando i fatti tramite quello che è rimasto della “modernizzazione amministrativa” a cui tutti i partiti hanno contribuito in parlamento ed in EU, passando anche attraverso l’affossamento della riforma della giustizia tentata da Bonafede del M5S che non aveva supporto militante spazzata via da Meloni e& Co.
Affossata con l’opposizione scatenata della destra e la NON opposizione del PD e altri sotto direzione di Draghi inviato dalla EU per gestire.

Quale succo ne possiamo trarre da questa vicenda deprimente e stomachevole oltre che faticosa per tanti battaglieri avversari schierati sul territorio?
Il sistema si autoprotegge sempre e come noi impariamo a coglierne i punti deboli, si trasforma in continuità aggiustando il tiro.
La giustizia giusta sulle cause importanti dove sono in ballo miliardi non è data attraverso la legge.
Quello che rimane è chi ha sollevato la testa e in vari modi si è battuto come Davide contro Golia, ha fatto comunità, ha costruito ragioni sociali ed ha usato ogni spiraglio legale e di lotta.
Di fatto la Tirreno Power ha chiuso, era diventato antieconomico e anche fastidioso fronteggiare quell’inquinamento decennale del carbone che provocava denunce e costi perpetui, ma se non ci fosse stata quella grande battaglia di popolo sarebbe ancora lì a pompare veleno…
La lotta contro la Tirreno Power è carismatica per forze o anche associazioni ambientali che suggerivano di raddoppiare produzione per “annacquare” l’inquinamento o per chi dal punto di vista sindacale era preoccupato a priori di difendere “i posti di lavoro” mentre l’inquinamento era un “male minore”.
Questa sentenza di Savona toglie una quota di illusioni e di argomenti sulla visione sempre più indispensabile di una società diversa, ambientalmente, economicamente e di senso civile diffuso.

Ogni sconfitta ha del positivo se attraverso analisi e cambiamenti di passo si capisce come questa legalità è sempre più un filo allungato a piacere, mentre nulla può sostituire la determinazione della popolazione contro queste catastrofi che noi sappiamo sono state provocate, non nascono dal nulla
Per noi civili e ancora umani il colpevole c’è e serve farlo pagare diversamente

Attac Savona, 03/10/2023

Gianni Gatti da  PAROLE LIBERE

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One thought on “Ma chi è l’assassino dei 400 morti di Savona?”

  1. Interessanti considerazioni che lasciamo l’amaro in bocca per la conclusione all’italiana (non inaspettata) di una tragica vicenda

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