L’uomo delle formiche

Aldo Braibanti

Oggi il mio pensiero lo rivolgo a un uomo che ha subito un processo e una condanna per aver commesso un grave reato per la mentalità dell’Italia degli anni 60.
Parafrasando De Andrè…. non avevano una legge per punire l’amore tra due uomini.
“Il plagio.” Nel diritto penale italiano era il reato previsto dall’art. 603 del codice penale, secondo cui «Chiunque sottopone una persona al proprio potere, in modo da ridurla in totale stato di soggezione, è punito con la reclusione da cinque a quindici anni». fonte Wikipedia. Nel 1981 venne cancellato perché incostituzionale.

PUBBLICITA’

Questo uomo cioè colui che ha subito questa assurda condanna si chiamava Aldo Braibanti, tanti di voi soprattutto i più giovani si chiederanno chi era. Nel 1968 mentre nel mondo esplodeva la contestazione e si lottava per nuove libertà e nuovi diritti, in Italia Aldo Braibanti fu il primo ed unico ad essere condannato per plagio, con l’accusa assurda e del tutto infondata di aver “corrotto” un giovane
Aldo Braibanti è stato uno scrittore, sceneggiatore e drammaturgo italiano. Intellettuale, partigiano antifascista e poeta, nella sua vita si è occupato di arte, cinema, politica, teatro e letteratura, oltre ad essere un appassionato mirmecofilo (studioso della vita delle formiche) fonte Wikipedia.
Nell’Italia retrograda bacchettona di quegli anni La condanna di Braibanti doveva risultare esemplare a dimostrazione che la sentenza era chiaramente omofoba e politica. Era l’Italia dove esisteva il reato di concubinaggio era l’Italia che aveva una legge dove gli uomini che uccidevano mogli, figlie o sorelle che avessero loro arrecato ‘disonore’, beneficiavano di un grosso sconto.
Cose mostruose totalmente mostruose.
Leggi assurde come plagio, reato di concubinaggio delitto d’onore sono rimaste in vigore fino agli anni 80.
Ma oggi come siamo messi al riguardo di tolleranza?
Direi male infatti registriamo tante troppe critiche nei confronti di un evento di spettacolo, culturale come è stato l’ultimo Sanremo con critiche e tentativi di censura soprattutto da parte del governo di destra.
Si vorrebbe una censura preventiva, come avveniva negli anni bui, senza capire che Sanremo ha rappresentato nel bene e nel male, i nostri tempi la vita quotidiana.
Ad esempio soprattutto tra i giovani un bacio tra due esponenti dello stesso sesso non crea nessun imbarazzo, esprimere le proprie idee in modo libero come ha fatto Fedez, non deve creare problemi politici, che piaccia o non piaccia tutto ciò si chiama libertà.
Vogliamo ricordare anche la risposta del ministro Valditara alla lettera della Preside Annalisa Savino del liceo di Firenze dopo che due ragazzi sono stati picchiati da militanti del movimento di destra Azione Studentesca; diciamolo con forza il ministro Valditara Lega Salvini Premier, ha risposto non da ministro ma da un esponente di un partito di destra distantissimo dalla cultura liberale e democratica.
I seguaci di Salvini con questo ministro, entrano a fare parte a pieno titolo della destra, quella retriva. Alcune affermazioni dimostravano già in tempi non sospetti che della lega federalista non esisteva più nulla quello che restava erano e sono donne e uomini di destra. Ecco alcuni passaggi della risposta del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara alla lettera della Preside: Intervistato a Mattino 5, il ministro ha detto: “Mi è dispiaciuto leggerla, non compete a una preside lanciare messaggi di questo tipo e il contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà”. Iniziative come questa circolare sono “strumentali” ed “esprimono una politicizzazione che auspico che non abbia più posto nelle scuole”. Addirittura, il ministro ha detto che “se l’atteggiamento dovesse persistere, vedremo se sarà necessario prendere misure”
Un ministro ha il dovere di smorzare i toni e aprire un dibattito sull’accaduto:
Non abbiamo sentito una parola di condanna in merito al pestaggio, solo una dura censura nei confronti di chi ci ricorda che già una volta abbiamo fatto finta di non capire, ci siamo voltati da un’altra parte permettendo la violenza squadristica. E’ stata definita una colpa citare Gramsci, quando in passato il responsabile di Alleanza Nazionale lo aveva annoverato tra i punti di riferimento della linea politica del partito.
Il più grande deterrente al nuovo fascismo è il libero dibattito è il rispetto della libertà: ogni essere umano deve poter esprimere il proprio pensiero, liberamente e senza mai voltarsi da un altra parte quando si esercita la violenza.
La risposta da uomini liberi deve essere forte e decisa nei confronti di chi vorrebbe riportarci al perbenismo di maniera falso e ipocrita del passato, a chi ci vuole tappare la bocca. Il nostro dovere è difendere le libertà anche quelle che facciamo fatica a comprendere. “L’Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è ora, il fascismo”. Pensiero di Pierpaolo Pasolini di molti anni fa, sembra una riflessione di questa mattina.

Roberto Paolino

Condividi

One thought on “L’uomo delle formiche”

  1. Sottoscrivo parola per parola. Articoli come questo mi rincuorano e mi aiutano a non darmi per vinto. Grazie a lei, non tutto è perduto!
    Un saluto da Fulvio Sguerso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.