LO STATO IN VENDITA

Sembra di assistere ad una vecchia pellicola
LO  STATO  IN  VENDITA
Una Corazzata Potioemkin, una fantozziana pazzesca porcata

 Sembra di assistere ad una vecchia pellicola

LO  STATO  IN  VENDITA
Una Corazzata Potioemkin, una fantozziana pazzesca porcata
 

Le soluzioni per “uscire dalla crisi” promosse dall’arretrato potere vetero capitalistico che ci governa in questo paese, con  ritardi penosi dove regna l’ignoranza dei fenomeni economici e la provincialità becera dei leghisti, sono quelle di colpire il reddito fisso –attraverso l’imposizione indiretta-, di accaparrare fondi dalle pensioni e di svendere beni pubblici mettendo all’asta magari anche le spiagge, sanità, trasporti, luce e gas.
Alle leggi dei principali servizi per la comunità che dovrebbero condurre e regolare i grandi settori del consumo e dell’impegno sociale e solidaristico, si sostituiscono quelle del profitto, così si salveranno i bilanci (privatizzati) dei settori d’interesse pubblico e si manderanno in malora i diritti  dei cittadini, cui detti servizi dovrebbero essere forniti senza gravare su già scarni redditi da lavoro o da pensione.

 

 Il bilancio dello Stato, privatizzato anch’esso, ne resterà sollevato e il mercato ne uscirà unico garante della possente fregatura rifilata ai cittadini lavoratori e pensionati.

 E chi poteva essere l’artefice della sconquassante  manovra se non un governo di centro-destra? Chi meglio poteva, anziché colpire i grandi patrimoni, le rendite parassitarie e altre simili italiche cuccagne, condurre l’ipocrita danza della salvezza del bilancio statale per rispondere alle esigenze europee imposte dalla crisi internazionale?

 Nessuno meglio del sordido berleghismo, con la sua intrinseca corruzione, con le sue aggregazioni piduistiche, con la sponda populistica e demagogica della Lega, sotto lo sguardo fino a ieri teneramente compiaciuto delle interessate gerarchie ecclesiastiche, solo recentemente un poco defilate stante la brutale volgarità dell’immagine data dalla incredibile cosiddetta classe dirigente.

 Ma sì, vendiamoci tutto, anche  RAI, ENAC, FINMECCANICA, e però, avverte il capocomico Tremonti,  “l’acqua no stante l’esito del referendum (altrimenti …c’era già la legge) e poi , attenzione!, c’è bisogno di qualcuno che compra e non si può privatizzare a prescindere dal mercato”.

 Se non ce lo diceva lui che per vendere occorre che esista anche chi compra, non ci saremmo arrivati. Stia tranquillo il banal manager chi compra c’è, ci sono le società amiche degli amici belle e pronte, se questa è la sua preoccupazione dorma pure sonni tranquilli.

    Non vediamo, purtroppo, un’opposizione combattiva sulle scelte di merito del centrodestra, non vorremmo che alla situazione fondante di tali scelte si sfuggisse correndo dietro ai fatti più appariscenti, quelli che fanno patinata notizia, perdendo   di vista  i colpi bassi delle opzioni condotte dalla destra economica più avvertita e solerte, quella che finge di spaccarsi su Marchionne per catturare alle sue tesi cosiddette liberalizzatrici la sinistra istituzionale e i sindacati.

   Non si combatteranno la disoccupazione e il precariato se non cambieranno i principi dell’imposizione e degli incentivi ai settori veramente produttivi, se non saranno rivalutati i diritti del lavoro, premiando invece la speculazione finanziaria . La crisi si ripresenterà quando sarà utile a chi la gestisce e i lavoratori si troveranno senza strumenti di difesa, sacrificati all’altare del fasullo fair play tra forze dialetticamente incompatibili.

  Ci pensino i dirigenti della sinistra, prima di perdere le bave dietro ai furbacchioni dal sorriso agrodolce.

  Un caso tipico ci viene da Savona. Il patto con la TIRRENO POWER , o meglio le prescrizioni della Regione Liguria, che l’Azienda finge di accettare obtorto collo, vanno nella linea da combattere perché in contrasto, come ampiamente denunciato da medici, specialisti, sindaci  e popolazione, con principi fondamentali di tutela dell’ambiente e della salute.

Altre sono le opzioni per l’energia cui l’Azienda dovrebbe rivolgere le proprie attenzioni. Ma essa obbedisce ai sacrosanti principi del profitto e così si continua ad inquinare, ad …arretrare fingendo di avanzare, a stravolgere le prospettive del lavoro, a non tenere in alcun conto le strategie in materia di sviluppo energetico che contrastano la miope visione privatistica adottata da Azienda, Istituzioni e Sindacato. Poi verranno le crisi e l’attacco finale all’occupazione e sarà tardi.

  Sembra di assistere ad una vecchia pellicola, vista cento volte, mai digerita e pur sempre lì, una Corazzata Potioemkin  girata all’incontrario, una  fantozziana   pazzesca porcata !

 

     BELLAMIGO                               17 luglio 2011

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