LETTURA DI UN’IMMAGINE: San Martino e il mendicante Olio su tela (1597 – 1599 circa) di El Greco

San Martino e il mendicante.  Olio su tela (1597 – 1599 circa) di El Greco
National Gallery of Art – Washington

Questo dipinto è particolarmente rappresentativo dello stile dell’ultima stagione artistica di El Greco (pseudonimo di Dominikos Theotokòpoulos, nato a Creta nel 1541 e morto a Toledo nel 1614), la più originale e incompresa dai suoi contemporanei, ma rivalutata nell’Ottocento del Romanticismo, soprattutto in Francia, a partire dagli studi dello scrittore e poeta Théophile Gautier, che lo considerò un precursore del Romanticismo così detto  “notturno” e visionario, esaltatore del genio incompreso e della sua lucida  “follia” . Da quel momento in poi l’opera di El Greco fu studiata e presa a modello da vari pittori ottocenteschi (tra cui Delacroix,  Géricault e soprattutto Paul Cèzanne) e del primo Novecento; si vedano il periodo blu di Picasso e le sue Demoiselles d’Avignon,   ma anche le “scandalose” pitture degli Espressionisti tedeschi, in particolare quelle di Franz Marc e di Emile Nolde. Insomma l’opera e la vita di El Greco  esemplificano come meglio non si potrebbe il destino del genio incompreso, della cui fortuna postuma, purtroppo, altri hanno tratto vantaggi, anche finanziari; un po’ come nel caso di un altro grande artista incompreso da vivo e magnificato dopo la sua tragica morte precoce per suicidio, come Vincent Van Gogh.

Pubblicità

Nello stile maturo di El Greco confluiscono  diversi filoni non solo dell’arte a lui contemporanea, che si sviluppa tra Manierismo e Barocco, ma anche quello dell’iconografia bizantina e dei grandi maestri veneti, in particolare Tiziano e Tintoretto. L’impronta del Manierismo tosco-emiliano e del colorismo veneto appare evidente nell’opera qui proposta all’attenzione dei lettori di “Trucioli savonesi”; si pensi solo alle figure del Parmigianino e ai cieli di Tiziano e del Veronese. El Greco dà a San Martino le sembianze di un giovane aristocratico del suo tempo, con tanto di armatura intarsiata d’oro, a cavallo di uno scalpitante destriero bianco. Il volto del santo è triste ed esprime compassione. Il gesto della divisione del mantello non è ostentato ma quasi pudicamente  nascosto. Molto in risalto, invece, è la figura del mendicante seminudo  che si staglia a fianco del cavallo contro il cielo nuvoloso, così come anche  Martino. All’orizzonte, posto in basso, non intravediamo la città di Amiens, luogo della leggenda, ma Toledo e le sovrastanti montagne biancheggianti di neve. Il punto di vista che va dal basso verso l’alto conferisce alle figure un aspetto monumentale, ma con proporzioni asimmetriche: il cavaliere viene rappresentato con proporzioni tutto sommato normali mentre il mendicante, che si rivolge con gratitudine al santo, giganteggia in modo del tutto irrealistico.  Ed è questa una caratteristica cifra stilistica di El Greco, l’irrealismo, che orienta lo spettatore verso un aldilà che l’artista intravede misticamente come già presente in questo mondo.

Fulvio Sguerso

Condividi

One thought on “LETTURA DI UN’IMMAGINE: San Martino e il mendicante Olio su tela (1597 – 1599 circa) di El Greco”

  1. Le montagne innevate forse sono quelle di Creta,così come i cieli e i colori degli sfondi del Greco.Ritrovo continue citazioni dei suoi paesaggi dell’infanzia in moltissime sue opere.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.