A San Pier D’Arena un ponte intitolato a Giovanni Rebora

Il ponte di raccordo tra via Gian Battista Monti e corso Ferdinando Magellano, da oggi si chiama Ponte Giovanni Rebora, in ricordo di O Profesô; nato a Genova nel 1932, Rebora è stato per lunghi anni docente di Storia economica e di Storia agraria medievale all’Università di Genova. Uomo dalle straordinarie doti umane e intellettuali è ricordato anche come grande conoscitore della storia dell’alimentazione, sulla quale ha pubblicato numerosi studi e per la passione per la sua San Pier D’Arena, dove ha abitato fino alla morte nell’ottobre del 2007.

“Questa intitolazione è stata accolta subito nel migliore dei modi”, dichiara il Presidente del Municipio Centro-Ovest Michele Colnaghi, “e nonostante alcuni ritardi ci siamo arrivati. Giovanni Rebora era una figura importante per tutti e voleva bene al suo quartiere; questo percorso è stato seguito con passione ed il mio vicepresidente ha coordinato tutta la procedura”.

Stessa soddisfazione da parte di Stefania Mazzucchelli, vicepresidente del Municipio :”Ringrazio chi ha reso possibile tutto ciò dicendo che per noi questa intitolazione è motivo di orgoglio; il professore abitava qui ed era cittadino del suo territorio. Sono certa che tutti coloro che passeranno di qua si ricorderanno di lui”.

“Per realizzare tutto questo mi sono dovuto muovere tra la burocrazia e tutto crea un segno di affetto verso una persona che meritava l’affetto delle persone”, prosegue il dottor Noceri, amico di Giovanni Rebora, “e sono convinto che le persone leggeranno il suo nome e si informeranno su cosa ha fatto e cosa ha rappresentato per Genova e la Liguria. Siamo stati fortunati ad aver trovato un ponte vicino a dove viveva; il ponte era senza numeri e tutto ciò è stato un ostacolo all’intitolazione. Ringrazio tutte le autorità che hanno collaborato dicenco che questo grande uomo può diventare un esempio per la collettività se si conosce la storia”.

“Questa zona è molto importante anche perchè mio padre passava sempre qui ed ho ricordi di lui in questa zona”, afferma il figlio del professor Rebora, “e Carlin Petrini di Slow Food scriveva di lui dicendo che era un uomo del popolo. Mio padre ha sempre amato Genova e la conosceva bene; nato il 13 luglio 1932, è sempre rimasto qui ed era tante cose. Nel 1955 diventò impiegato Eridania ed i vertici dell’azienda lo convincono ad iscriversi all’università per fare carriera; il 26 agosto 1957 si sposò, il 14 febbraio del 1962 conseguì la laurea presso l’Università di Genova e gli chiesero di diventare assistente, incarico che lui accettò con il sostegno di mia madre. In seguito andò a Parigi e qui conobbe il suo maestro ma nel 1968 prese la specializzazione e mi consigliò di iscrivermi al liceo classico; negli anni 80 diventò presidente Arci regionale, nel 1984 direttore dell’Istituto di Storia Moderna e nel 1998 scrisse La Civilità della Forchetta.

Per me è stato un padre ed un professore e ricordo che Carlin Petrini lo stimava molto; amava la sua città ed il suo quartiere ma anche il dialetto tanto che era solito dire che pensava in genovese. Era anche antifascista e odiava la guerra perchè l’aveva vissuta ed era anche nemico dei luoghi comuni; io sono contento di vivere qui, mi sento ligure e voglio ricordare quando mio padre faceva, presso l’Università della Terza Età, lezioni sulla storia di Genova.

Voglio ricordare che l’ho visto piangere quando è morto suo fratello Adriano e quando è diventato nonno; lui era tante cose ed amava la musica. Ringrazio tutte le autorità tra cui l’ex vicesindaco Massimo Nicolò, il vicepresidente del consiglio regionale Armando Sanna e l’assessore Matteo Campora senza dimenticare tutti coloro che hanno ricordato mio padre”.

“La gente ha chiesto questa intitolazione”, prosegue l’assessore Matteo Campora, “e nonostante Giovanni Rebora fosse un docente universitario era amato da tutti e ha scritto diversi libri dedicati al cibo. Questa intitolazione è molto importante ed il luogo è significativo; ringrazio per il ricordo che ha raccontato questa grande figura ed il comune ha seguito l’iter della Commissione Toponomastica e oggi si intitola questo ponte senza nome. Sono ormai passati 15 anni dalla sua morte ma è ancora molto amato poichè ha lasciato un ricordo indelebile”.

“Questo giorno è importante per la città ed il quartiere perchè si ricorda una persona che ha fatto parlare di sè lasciando un’importante eredità”, conclude Armando Sanna in rappresentanza della regione.

SELENA BORGNA

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