LETTURA DI UN’IMMAGINE: Mia sorella Olio su tela (1921-1922) Di Ottone Rosai

Mia sorella Olio su tela (1921-1922) Di Ottone Rosai
Collezione Alberto della Ragione – Firenze

Questo ritratto della sorella del pittore, il fiorentino Ottone Rosai (Firenze, 1895 – Ivrea, 1957), più che aggiungere particolari, sfumature, tonalità,  sottrae tutto quello che non è essenziale alla descrizione di quella che potremmo ri-titolare “Figura femminile triste in un interno”: in una atmosfera quasi monocroma e spenta, la sorella del pittore siede a un tavolo che occupa la maggior parte dello spazio disponibile  in quella stanza disadorna che fa pensare alla cella di un convento. La donna, dimessa nell’aspetto e nel vestire, pare intenta a cucire seduta su una povera panchetta. Sulla parete di fondo una porta ad arco separa la stanza dal mondo che sta fuori, al quale la protagonista non sembra molto interessata, immersa com’è nel suo silenzio, nei suoi ricordi e nella sua solitudine claustrale. Con questi tratti stilistici di evidente derivazione giottesca e masaccesca, il pittore  fiorentino, esempio preclaro di genio e sregolatezza,  ha attraversato sempre con grande  autorevolezza artistica, pur nel suo maledettismo non di maniera, la prima metà del Novecento con particolare attenzione all’ umanità più umile e più provata dalla vita, come è stato egli stesso . Interprete geniale della tradizione toscana del Trecento e del Quattrocento, gli va riconosciuto il merito di aver anticipato, con quest’opera, la poetica figurativa che sarà quella dei Valori plastici e di Novecento nell’ambito del “ritorno all’ordine” dopo la ubriacatura delle avanguardie d’inizio secolo.


Fulvio Sguerso

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