LETTURA DI UN’IMMAGINE: L’Edera Olio su tela (1878) Di Tranquillo Cremona

L’Edera Olio su tela (1878) Di Tranquillo Cremona
Galleria d’Arte Moderna – Torino

Questo dipinto fu l’ultima opera compiuta dall’artista “scapigliato” Tranquillo Cremona (Pavia, 1837 – Milano, 1878). Il pittore morì improvvisamente ad appena quarantuno anni  causa avvelenamento da saturnino, per la sua abitudine di testare i colori direttamente sulla pelle. I derivati tossici del piombo presente nei colori gli procurarono un blocco intestinale.

PUBBLICITA’

Proveniente da una famiglia ebraica, conseguita la maturità classica presso il liceo Ugo Foscolo di Pavia, si iscrive insieme all’amico Federico Faruffini, alla Civica scuola di pittura della città di Pavia. Si formò, come il Faruffini,  con il culto per Giovanni Carnovali detto il Piccio, fino a quando trovò il suo proprio stile a partire da “I cugini” del 1870. Fu il primo esponente della Scapigliatura nelle arti figurative. Nell’ “Edera” vediamo lo stretto abbraccio tra il giovane musicista lucchese Alfredo Catalani – autore di capolavori assoluti come Loreley e La Wally –  e Lisetta Cagnoli,  cognata del pittore. Il dipinto rappresenta non l’inizio ma la fine di un amore; se non che, dopo la morte precoce del pittore, divenne il simbolo anche della morte precoce del musicista, stroncato dalla tisi di cui erano già morti la sorella e il fratello. Questo tragico intreccio  tra arte, amore e morte rispecchia il clima culturale estetizzante e decadente di quegli anni della seconda metà dell’Ottocento in cui dominava il culto per i “poeti maledetti” francesi e per la musica di Richard Wagner e la sua teoria dell’ “opera d’arte totale”, ripresa in Italia da Giuseppe Rovani nel suo trattato su Le tre arti (pittura, poesia e musica). I due protagonisti sono collocati in un contesto naturale dai contorni più che sfumati quasi evanescenti. Il musicista è raffigurato di spalle con la testa inclinata all’indietro, è seduto su una roccia interamente coperta di muschio, vestito di un abito scuro a larghe falde, i capelli sono scompigliati come si conviene a un artista romantico e l’atteggiamento è quello di un innamorato perso. Più problematico  l’atteggiamento della giovane che sembra combattuta tra resistenza e resa; vediamo anche lei di profilo ma con la testa girata di tre quarti verso l’esterno, cioè verso di noi, con gli occhi semichiusi; la sua figura chiara contrasta con quella scura del musicista, che invece ha gli occhi bene aperti.   Sulla destra per chi guarda, un ramo di edera attraversa verticalmente tutto lo spazio del quadro. Quest’opera, molto criticata dai contemporanei, è oggi considerata un capolavoro della pittura così detta di atmosfera, in cui non c’è uno stacco netto tra figura e sfondo e i contorni sfumano nello spazio circostante in cui risultano immersi, come, appunto, nella loro particolare “atmosfera” di luci e ombre, psicologica e sentimentale, attraverso la quale quello che avviene all’interno delle figure traspare all’esterno, tingendo lo spazio di colori intonati all’ umore dominante dei personaggi rappresentati.

Fulvio Sguerso

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.