Lettura di un’immagine: La condizione umana II
La condizione umana II
Olio su tela (1935)
Di René Magritte
Collezione Simon Spierer – Ginevra
Quest’opera è un altro esempio di quadro dentro un quadro, schema particolarmente congeniale a Magritte, grande ammiratore della pittura metafisica di De Chirico, e infatti lo ritroviamo in molti altri suoi dipinti. Qui ci troviamo di fronte a un’altra versione della Condizione umana del 1933; lo schema è lo stesso ma il contenuto (se così possiamo chiamare il soggetto di un quadro che include un altro quadro che ha lo stesso soggetto) è del tutto diverso: là il paesaggio che vediamo dalla finestra è una campagna verdeggiante attraversata orizzontalmente da un sentiero e dove spicca una bella robinia contro lo sfondo di una boscaglia, nella Condizione umana II quello che vediamo oltre la soglia ad arco di una stanza chiara e ariosa, ma quasi conventuale e spoglia, è un paesaggio marino: una spiaggia deserta e un mare increspato sotto un cielo nuvoloso ma chiaro. Davanti all’arco che si apre sulla spiaggia, su un cavalletto di legno chiaro collocato leggermente a destra sul quale è posata una tela che raffigura una parte della medesima marina che vediamo oltre l’arco della porta, con relativo effetto illusionistico. Unico elemento nuovo e ancora più spiazzante del quadro dentro il quadro, è quella sfera nera sul pavimento vicino alla linea che separa l’interno dall’esterno. Questa sfera misteriosa non è spiegabile in termini razionali, sicuramente è un simbolo ma non sappiamo di che cosa, forse del noumeno che sta dietro i fenomeni ingannevoli percepiti dai nostri sensi, per usare i termini kantiani, o il mistero sul quale poggia la realtà, per dirlo con i termini dello stesso Magritte, certo è che anche questa sua opera ci mette di fronte a qualcosa di inesplicabile, come è d’altronde inesplicabile la stessa condizione umana.