Lettura di un’immagine: Compianto sul Cristo morto

Compianto sul Cristo morto
Tempera su tavola (1502) Di Luca Signorelli
Museo diocesano di Cortona

Racconta il Vasari che nell’estate del 1502 Luca Signorelli, reduce dal lavoro per gli affreschi della Cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto, fu raggiunto dalla terribile notizia della morte nel fiore dell’età del figlio Antonio, apprendista dello stesso mestiere del padre, durante l’epidemia di peste nera che infuriava a Cortona. Allora Signorelli fece spogliare il cadavere del figlio e “con grandissima costanza d’animo, senza piangere o gettare lacrime lo ritrasse, per vedere sempre che volesse, mediante l’opera delle sue mani quella che la natura gli aveva dato e tolta la nimica fortuna”. Quel ritratto funebre sarebbe poi stato usato nel Compianto per la chiesa di Santa Margherita di Cortona. Ma non è detto che il racconto vasariano sia vero. La scena dipinta sulla tavola si svolge ai piedi della croce, è una scena animata da un folto gruppo di persone raccolte intorno al corpo esanime appena deposto di Gesù, sdraiato in terra e sostenuto dalla Madre affranta, da una donna che gli solleva il braccio sinistro e gli bacia la mano, e dalla Maddalena che gli sorregge le gambe alzando le braccia al cielo in un gesto disperato. Tra le altre figure intorno si riconoscono le pie donne, Giovanni apostolo che incrocia tristemente le mani e due figure di notabili in abiti lussuosi che discorrono calmi tenendo in mano i chiodi e la corona di spine. In primo piano, in basso, scorgiamo un teschio, tradizionale memento mori del Calvario, e il martello con cui sono stati piantati i chiodi che hanno crocifisso Gesù. Un sottile rivolo di sangue cola lungo l’asse della croce.  Nell’apertura paesistica sullo sfondo vediamo una città in riva a un lago e le scene della Crocifissione da un lato, e della Resurrezione dall’altro lato. I personaggi che compaiono nel dipinto sono tutti caratterizzati da atteggiamenti e sentimenti  diversi che variano dalla tristezza alla disperazione, dallo sgomente alla rassegnazione.

 Fulvio Sguerso

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One thought on “Lettura di un’immagine: Compianto sul Cristo morto”

  1. Oltre al grande talento pittorico, penso al tempo che gli ci è voluto per dipingere un quadro così complesso e minuzioso. E mi vien fatto di confrontarlo con un qualsiasi quadro moderno, o confrontare un palazzo di oggi con quelli, che so, fiorentini del ‘400. Anche lì, oltre che di bravura, è questione di tempo.
    Questo dipinto mi ha fatto venire in mente il ciclo di affreschi della Cappella Baglioni, a Spello, degli stessi anni del Signorelli, e capolavoro assoluto del Pinturicchio. Un gioiello assoluto. ;i piacerebbe tu ne parlassi una delle prossime domeniche su Trucioli.

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