VALBORMIDA – Lettera aperta di una donna

Lettera aperta di una donna
La Val Bormida  sta pagando un duro prezzo all’industrializzazione selvaggia degli anni ’60 e ’70

Lettera aperta di una donna

La Val Bormida  sta pagando un duro prezzo all’industrializzazione selvaggia degli anni ’60 e ’70

“Sono titolare di una microditta individuale di grafica e stampa, da 18 anni e 6 mesi, ubicata in casa dei miei genitori a Ferrania, in Val Bormida. Grazie ai miei cari, non pago l’affitto, altrimenti avrei chiuso “baracca e burattini”. Pur avendo nel tempo intrapreso rapporti buoni con clienti (ditte, enti pubblici etc.), mi trovo, ora, in una situazione difficile, alcuni (e sono tanti) hanno interrotto il contatto, senza alcun motivo, tranne quello di addurre il problema della crisi quale “palese ma facile giustificazione”. Per quanto riguarda il mio settore, non esiste solidarietà, ma competizione estrema, qualunquismo, inaffidabilità.  Ho dimostrato capacità grafiche, ottenuto lavori, ma, pur gentile e con buona volontà, non sono incline a compromessi né politici (amo la sinistra, sia pure a pezzi), né “affettivi”, chiamiamoli così. Alcune colleghe hanno competenze professionali, propongono prodotti interessanti, hanno incontrato “la persona giusta nel posto giusto al momento giusto”, per cui  lavorano in condizioni di monopolio, in settori ove prima operavo. Risultato: quei settori mi hanno ignorato. Per fortuna, non sono sola: ho la solidarietà dei miei genitori: a 49 anni vivo con loro (“bambocciona”) e da 15 anni un fidanzato, che mi aiuta come può, un’ottima persona che svolge il suo lavoro onestamente, con tanto spirito di sacrificio, non abbiamo “certe amicizie”, lottiamo giorno dopo giorno.

La Val Bormida  sta pagando un duro prezzo all’industrializzazione selvaggia degli anni ’60 e ’70, ora non v’è più nulla, solo un territorio sfruttato, sfigurato, depauperato, inquinato, dentro e fuori, da risanare e riqualificare, siamo stati “spremuti come limoni” senza più buccia né pelle. Moriamo ogni anno, per malattie cardiovascolari o per tumori maligni (amianto). Solo le farmacie e le pompe funebri fanno affari d’oro….

La mia generazione (classe 1964) ha fallito. Ci siamo seduti sugli allori dei diritti ottenuti dalla classe lavoratrice del 1968 e da lì non ci siamo più mossi. Da circa vent’anni non si parla più del ruolo femminile. L’immagine della donna è stata sfruttata ed usata un po’ da tutti, in politica, da un “certo personaggio politico”, che, ora, si atteggia a “moderato e Padre della Patria” il quale non ritratta  parole, gesti,  soggetti a procedimenti giudiziari che farebbe bene ad affrontare, serenamente, per il bene non solo suo ma  del nostro disgraziato Paese. Né conviene addurre quale giustificazione il consenso popolare, non c’è nesso in merito ….. Di Beppe Grillo e di Casaleggio, meglio non parlare non perché abbiano attenuanti sugli ultimi fatti accaduti, ma … meglio non dare loro importanza”.

Susanna Giannotti (Cairo Montenotte)

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