Lega Nord

I valorosi 200 della Lega Nord in “conclave” a Palazzo Nervi
A PORTE CHIUSE
La severa educazione morale, religiosa e stradale di Rosy Guarnieri
L’incoronazione di Paolo Ripamonti.
Le idee di Bruzzone, Chiappori, Bonino, Viale, Belsito  

I valorosi 200 della Lega Nord in “conclave” a Palazzo Nervi
A PORTE CHIUSE
La severa educazione morale, religiosa e stradale di Rosy Guarnieri
L’incoronazione di Paolo Ripamonti.
Le idee di Bruzzone, Chiappori, Bonino, Viale, Belsito
  

Paolo Ripamonti

Il 28 novembre 2010 si è svolto a Savona, nella sala mostre di palazzo Nervi, gentilmente concessa, il congresso provinciale del partito politico Lega Nord, associazione nelle mani del famoso senatùr Bossi e del di lui figliolo detto “Trota”.       

   Come ci informa Dario Freccero, alla pagina 20 di savona-provincia de “Il Secolo XIX” in data 29 novembre, il signor Paolo Ripamonti – giovinotto del quale campeggia a centro pagina una bella fotografia ridanciana – ha vinto dinanzi a circa 200 iscritti, in un clima dolciastro, tra abbracci e senza storie, in una pace interna esaltata come modello dal vittorioso Segretario che ha posto in giusto rilievo tale dato, ben diverso da quello degli altri partiti politici dove, a sua detta, “si scannano”.

   Questa coesione, tenuto anche conto delle variegate origini di molti nordleghisti, ci ha commosso, malgrado tutta l’incontenibile repulsione che avvertiamo nei confronti di cotale formazione politica, odierno ineludibile sostegno del peggiore e più screditato Governo che mai abbia amministrato (dal 1945 in poi) la nostra Repubblica.

Abbiamo quindi cercato, vincendo la tentazione di rigetto e autocriticandoci per questo aprioristico rifiuto, le ragioni di tale coesione, le tesi politiche versate nell’assemblea dai notevoli esponenti (“Stato maggiore del partito”, sta scritto da Freccero) presenti, da quelli locali,- lo stesso Ripamonti, il segretario regionale Bruzzone, la sindachessa di Albenga Guarnieri ed altri nominati ed innominati dei duecento riunitisi in assemblea-, a quelli padanici.

 Nichts, nothing, rien, nada, nagott, ninte !

    Con garbo, che riteniamo eccessivo, il cronista ha scritto: “L’incoronamento (Oilà!) è avvenuto al termine di un pomeriggio di interventi e confronti che la Lega ha curiosamente chiuso al pubblico (giornalisti e fotografi sono stati fatti uscire)”…

     Ne dimoriamo stupefatti. Non ci era mai accaduto di assistere alla convocazione di un “Congresso di Partito” svoltosi “A porte chiuse”. E’ una novità assoluta nella storia repubblicana del nostro Paese. Altro che “curiosamente”!

     Per noi , vecchi legulei, i casi in cui si procede a porte chiuse sono quelli previsti dall’art. 472 del Codice di procedura penale: “Il giudice dispone che il dibattimento o alcuni atti di esso si svolgano a porte chiuse quando la pubblicità può nuocere al buon costume ovvero, se vi è richiesta dell’autorità competente, quando la pubblicità può comportare la diffusione di notizie da mantenere segrete nell’interesse dello Stato.”

     Non staremo a tediarvi con tutte le altre fattispecie (prostituzione minorile, pedofilia, pornografia et similia): riguardano sempre atti nei quali si parla di delinquenza scostumata .

    Cosa c’entra? mi si dirà, non si tratta mica di un processo, si tratta di un congresso. Scusate, a maggior ragione: la pubblicità è proprio un dato costante delle attività dei partiti politici, e il “Congresso” è il momento più importante della loro vita.

    No, non può essere semplicemente una curiosità. Deve esserci un addentellato con ragioni gravissime e, almeno in parte, simili a quelle che comportano il procedersi a porte chiuse nei procedimenti giudiziari.

    Noi siamo stati deprivati del merito del dibattito congressuale, dobbiamo quindi lavorare di fantasia per intuire che cosa può avere detto la vulcanica Rosi Mauro, a quali impegni d’ordine e di severa educazione morale, religiosa e stradale si sia dedicata la grintosa Rosy Guarnieri, come abbia concluso i lavori l’incoronato Paolo Ripamonti.

Nel clima di gossip internazionale che viviamo, nella più totale confusione berleghista, noi, dall’esterno, non possiamo contenere la nostra ansia di sapere, il che ci conduce a pensieri fantasiosi dai quali, però, si possa trarre il senso delle ragioni che hanno consigliato le “porte chiuse”.

     Non possiamo allontanare da noi l’idea che, dall’alto delle sue credenze religiose e d’ordine, la crocifera Sindachessa d’Albenga non abbia tuonato contro gli utilizzatori finali delle escorts radunate a villa Certosa o nello stesso Palazzo Chigi; non possiamo rimuovere dalla nostra convinzione che la vulcanica Rosi Mauro non abbia imperversato contro le liaisons dangereuses del Cavaliere, in primis Putin e Gheddafy; non possiamo sorvolare sulla deduzione onirica che Bruzzone non abbia sparato contro le speculazioni e le cementificazioni sostenute acriticamente anche da sindacati e PD a Vado Ligure, dove il vecchio arnese capitalistico del ricatto occupazionale riesce ancora a disarmare le rappresentanze dei lavoratori, spezzando Egli invece una verde lancia a favore della qualità della vita; non possiamo non essere convinti che Bonino e Chiappori non abbiano denunciato le infiltrazioni mafiose nel ponente ligure; non possiamo rimuovere dalla nostra mente la confidante ipotesi che i sottosegretari Sonia Viale e Francesco Belsito non abbiano rilevato la situazione di scontro sociale creata dalla sterile riforma universitaria, prodotta dalla ministressa Gelmini e che gioca a favore di chi ha soldi e appoggi; gli altri vadano pure a ramengo, precari a vita.

    Allora sì, allora si comprendono le “porte chiuse”. Come si fa coram populi ad esprimere simili pensieri e posizioni politiche nel momento stesso in cui si sostiene l’attuale Governo? sarebbe veramente troppo chiedere ai valorosi duecento : “per la contraddizion che nol consente” .

     Confermateci, o leghisti, S.V.P., tutto quanto sopra; socchiudeteci le porte, per favore, avvicinateci il vostro pensiero, non teneteci all’oscuro: E’ VERO CHE E’ ANDATA COSI’ ??       O   NO !

 

               BELLAMIGO

 

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