Le staffilate dell’antimafia nel mirino la procura di Imperia

Ponente, le staffilate dell’antimafia
nel mirino la procura di Imperia

Ponente, le staffilate dell’antimafia
nel mirino la procura di Imperia

Relazione del pm della Dna, Anna Canepa: “Sottovalutazioni che lasciano perplessi e non prendono in considerazione la criticità della situazione”

CI SONO magistrati che minimizzano i segnali della criminalità organizzata nel ponente ligure. E una vera e propria staffilata al procuratore capo di Imperia, quella che arriva dalla relazione della Direzione Nazionale Antimafia

Il dossier annuale che fa il punto della situazione sulla presenza e il contrasto alle mafie in tutte le regioni italiane è appena stato pubblicato e come c’era da aspettarsi contiene un lungo capitolo dedicato alla Liguria. Il pm della Dna che lo ha scritto è Anna Canepa, magistrato che a Genova, in Sicilia e da alcuni anni a Roma è ormai una delle figure di riferimento più importanti.

Canepa affronta nella sua relazione il caso dei due comuni Bordighera e Ventimiglia sciolti per infiltrazioni della criminalità dal ministero dell’interno (il Consiglio di Stato ha di recente annullato il provvedimento per Bordighera): “I provvedimenti di scioglimento denotano lo stato di profonda sofferenza e di carenza di legalità di un territorio apparentemente immune… confermano la vocazione agli affari della criminalità organizzata… a forme di accordo (più o meno libero) con settori della imprenditoria, della Pubblica Amministrazione, della Politica”.

Poi la stoccata: “Quello che lascia però davvero perplessi, è che, a fronte di indagini e processi, ancora vi siano relazioni della Autorità Giudiziaria e segnatamente di quella del capoluogo di Provincia del territorio in cui ricadono i Comuni sciolti, che liquidano la questione della presenza
di organizzazioni criminali, anche dal punto di vista dei reati sintomatici non di competenza distrettuale, con lapidarie e sintetiche parole che non prendono minimamente in considerazione le evidenti criticità emerse

Il riferimento riguarda Giuseppa Geremia, procuratore capo di Imperia, e alle sue dichiarazioni tranquillizzanti e tendenti ad escludere sintomi mafiosi
quando, nell’autunno scorso, nel paesino di Chiusanico vennero incendiate le betoniere di due imprese impegnate nei lavori di raddoppio della ferrovia, proprio uno di quei grandi appalti che sono da sempre a forte rischio di infiltrazioni mafiose.

Canepa sottolinea poi l’importanza del lavoro svolto dalla procura di Sanremo e affronta quindi il tema del peso politico della comunità calabrese nella provincia di Imperia: “Nelle elezioni locali, è in grado di manovrare pacchetti di centinaia di voti, tanto da diventare elemento determinante ed imprescindibile per qualunque forza politica. È opportuno precisare che sebbene non tutti i calabresi obbediscono alle logiche delle cosche, in comuni di poche migliaia di abitanti, il solo numero di quanti sono legati da vincoli di parentela o di interesse agli affiliati è sufficiente per divenire “ago della bilancia” delle competizioni elettorali”.

Nella relazione della Dna vengono ricordate le zone d’influenza suddivise per famiglie: “Diano Marina: famiglie Surace, Papalia e De Marte; Bordighera: famiglie Pellegrino e Barilaro; Vallecrosia: famiglia Marcianò; Ventimiglia: Marcianò, Barilaro e Palamara”.

Marco Preve da la Repubblica

 

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