LE INTERVISTE IMMAGINARIE

LE INTERVISTE IMMAGINARIE DI FRANCO IVALDO

TAVOLA ROTONDA TRA I FILOSOFI
(Decima puntata)

 
  Libro dedicato alla memoria di Camillo Sbarbaro, autore tra le altre opere storiche di “trucioli” dispersi, nella quale, riferendosi a Giacomo Leopardi, lo defini’ “la voce dell’innocenza davanti all’esistenza

LE INTERVISTE IMMAGINARIE DI FRANCO IVALDO

TAVOLA ROTONDA TRA I FILOSOFI
(Decima puntata)

 
  Libro dedicato alla memoria di Camillo Sbarbaro, autore tra le altre opere storiche di “trucioli” dispersi, nella quale, riferendosi a Giacomo Leopardi, lo defini’ “la voce dell’innocenza davanti all’esistenza”
 

Comincia la Tavola Rotonda, cui sono stati convocati i maggiori filosofi mondiali, su invito di due prestigiose testate “My God” e “The Devil”. I rispettivi direttori sono presenti, nelle vesti di moderatori. I filosofi hanno assicurato di avere letto le due interviste. Non è vero per la maggior parte di essi, i quali abituati a ripetere gli stessi sistemi da una vita, si guardano bene dal leggere i giornali ed a legarsi, quindi , ad un’attualità che non li interessa affatto. Sono abituati ai massimi sistemi e si attengono solo a quelli. La Tavola Rotonda ha inizio. Eccola, in resoconto stenografico, come essa è apparsa, successivamente sui due fogli rivali, senza commenti particolari , se non per la chiusa finale: per “My God” ha vinto Dio; per “The Devil” ha vinto in diavolo.

Il tutto beninteso IN ESCLUSIVA MONDIALE.

 

Il primo a parlare, dato che ci teneva e che petulantemente, lo ha richiesto è Socrate, il quale ha sollevato mormorii tra i pre-socratici, i quali hanno detto, rassegnati, che avrebbero atteso il loro turno anche se l’ordine cronologico storico, era stato inaspettatamente sovvertito.

 

Socrate: Eminentissimo colleghi, cari amici, come è mia abitudine con la maieutica, vi porrò una serie di domande e solleciterò le vostre risposte, che le vostre menti eccelse non potranno esimersi dal partorire, sempre per usare un linguaggio da levatrice , come sapete era la professione di mia madre. Bene, ecco una bella serie di domandine per scaldare l’ambiente.

Credete che Dio esiste ? Se esiste, come io credo, non è quello che vediamo nella caverna dove siamo incatenati (cenni di approvazione da parte di Platone), quelle sono le ombre del mondo fenomenico. Dio è verità. Credete alla verità ? Come possiamo determinare la verità ? Innanzi tutto cercate di sapere chi siete voi stessi e che l’unica cosa che sapete è quella che non sapete un accidente…L’oracolo di Delfi, la maieutica… bla, bla…bla. Ho ubbidito all’ordine del tribunale dell’Atene democratica per mostrare che ubbidivo alla legge e mi sono bevuto la cicuta. Bisogna obbedire alla legge (diamo a Cesare quel che è di Cesare dirà il fondatore del Cristianesimo). Io avevo già dato l’esempio. Avrei potuto restare in vita , pagando un’insignificante ammenda. Ma la legge è legge. Quella divina è la legge suprema. Credetemi, non è dio che deve pensare a noi, siamo noi che dobbiamo pensare a dio….

 

Una voce fuori campo: Falla finita, dacci un taglio! (Sgomento in sala.)

 

I due direttori all’unisono: Chi è stato ? Chi osa interrompere Socrate, chi turba fin dall’inizio la tavola rotonda organizzata dalle nostre due autorevolissime testate ?

 

Nietzsche: Io, naturalmente, come ve lo devo dire che il Superuomo non ha più bisogno di storielle consolatorie, o di illusioni rassicuranti. Dio è morto, punto e basta ! Con spirito dionisiaco , l’uomo moderno affronta il mondo senza bisogno di miti, di religioni, di conforti che sono per i deboli. Socrate , vecchio trombone, la tua apollinea presunta ragione, precursorse di un’altra grave malattia, il cristianesimo, religione buona per gli schiavi, sappi che noi animati dallo spirito dionisiaco non abbiamo paura di nulla…Esiste solo la morale dei padroni e quella degli schiavi, tu, invece, vecchio decadente corruttore degli istinti più sani e vitali, con tutto il tuo ragionare dove ci hai portati tutti quanti… all’ospizio! Ammetti che sei decadente…

 

Socrate: L’uomo è la misura di tutte le cose, ma a giudicare dalle tesi del mio contradditore, come si chiama, il tedesco, il crucco, siamo caduti molto , ma molto, in basso. Sappi Nietzicche, o come ti chiami, che solo Dio conosce la verità…

 

Nietzsche: Ma allora sei anche duro d’orecchie. Se ti ho detto che è morto, e noi lo abbiamo ucciso.

(Satanasso de Infernalis, direttore di “The Devil”, a questo punto ritiene di poter prendere, come si suol dire, la palla al balzo e segnare un punto a favore del Signore delle Tenebre e dice, rivolto a Nietzsche: Se Dio è morto, come voi dite, caro signore, rimane solo sua Maestà Lucifero… )

 

Nietzsche: Quello non è mai esistito !

Pascal
Pascal: Sull’esistenza di Dio conviene scommettere, su quella del diavolo no. Non c’è filosofo che sia sia realmente soffermato sul mito diabolico. Tutti hanno voluto, in qualche modo, dimostrare l’esistenza di Dio (oppure negarla) ma il diavolo è rimasto, singolarmente, fuori della portata del filosofare. Il problema del male è stato attribuito più all’umanità , che sbaglia non ascoltando Dio, non ricevendo la grazia di Dio, non avendo fede, eccetera, ma il diavolo resta una figura defilata per i filosofi.Pascal: Sull’esistenza di Dio conviene scommettere, su quella del diavolo no. Non c’è filosofo che sia sia realmente soffermato sul mito diabolico. Tutti hanno voluto, in qualche modo, dimostrare l’esistenza di Dio (oppure negarla) ma il diavolo è rimasto, singolarmente, fuori della portata del filosofare. Il problema del male è stato attribuito più all’umanità , che sbaglia non ascoltando Dio, non ricevendo la grazia di Dio, non avendo fede, eccetera, ma il diavolo resta una figura defilata per i filosofi.

E’ tutto il contrario per i pittori, beninteso,che lo hanno raffigurato in tanti modi.

 

(Seraficus de Benedictis, direttore di “My God” appare gongolante e concede: Beh, può darsi che la fantasia popolare abbia lavorato parecchio sul demonio, tuttavia, vi ricordo eminentissimi signori, che la credenza nel diavolo è un articolo di fede…)

 

Galileo Galilei: Certo, anche il “fatto” che il sole e l’universo giravano attorno al loro centro terrestre, era un articolo di fede ! Adesso, finalmente, con la moderna astrofisica tutti possono vedere e conoscere chi gira attorno a chi e a che cosa. Ma a parte il girare, devo riconoscere che l’astronomia è in continua evoluzione…

 

(Imbarazzo di Seraficus de Benedictis, il quale mormora al suo collega Satanasso de Infernalis: Questi non credono più a nulla. Non c’ è più religione ! Chiamiamo i teologi, quelli credono a tutto.)

Si presentano Dionigi ed Anselmo, accolti da fischi, le cui tesi ontologiche sull’esistenza di Dio con tanto di “prove” sono facilmente confutate dall’autore di “Perché non sono cristiano”, il filosofo inglese Bertrand Russel. Un disastro, per gli organizzatori della Tavola Rotonda. Ma per fortuna, riprende la parola Socrate.

 

Socrate: Guardate, io non ho lasciato nulla di scritto. Quello che sapete di me è dovuto ai dialoghi di Platone, il quale – devo riconoscerlo – ha fatto un pò di testa sua. L’unica cosa che posso dire è che, avendo una moglie asfissiante, Santippe, tre figli rompiscatole, una situazione in casa tutt’altro che brillante, io me ne andavo in giro a porre domande, aspettando che gli altri – in base alle mie questioni – scoprissero le verità che erano in loro. Tutto qui. Ma di una cosa sono certo: Dio esiste, perché dopo aver bevuto la cicuta, tra i discepoli inconsolabili, e dopo aver orgogliosamente rifiutato di evadere dal carcere, sono morto. Così ho incontrato Dio.

 

(Immenso stupore in sala, mormorii degli altri filosofi lì radunati, sogghigno ironico e scettico di Nietzsche, che pensa: L’ha incontrato sì, ma al funerale di Dio…visto che anche lui era morto! Il neoplatonico Plotino esclama: “Io lo sapevo!”, San Tommaso d’Aquino: “Logico, perfettamente ovvio!”; Cartesio: “Mi restano dei dubbi”…Aristotele: “Era ovvio che incontrasse la pura forma, il motore immobile dell’universo, che altro poteva incontrare povero Socrate ? Spinoza: “Giusto nell’Universo non poteva che incontrare Dio che è ovunque…” Seraficus de Benedictis comincia a riprendere colore e a rinfrancarsi: “Ah! Qui si mette bene…” Satanasso de Infernalis resta indifferente perché non ignora la vera portata del confronto: dimostrare che Dio esiste, ma l’umanità non potrà mai contare su di lui, perché è un distratto, un assenteista, un indifferente, mentre Lucifero è premuroso, umano, simpatico e partecipe delle disavventure dell’uomo. Il dibattito è solo agli inizi e il direttore di “The Devil” aspetta l’occasione propizia per piazzare i colpi più duri. Tra di sé pensa: “Aspettate quando arriverà la volta di Jean- Paul Sartre, Merleau-Ponty, di Feuerbach, di Marx !

Riprende a parlare Socrate: Sì, Dio esiste e l’ho incontrato. Un vecchio signore con un barbone come il mio. Mi ha detto : come vedi, ci sono e qui non esistono le ombre che vedevi nella caverna terrestre, qui tutto è vero, tutto è reale, ventiquattro carati. Altro che ombre. Tu sei lo scopritore della verità e sai perché hai scoperto la verità ? No, non lo sai! Perché per tutta la vita hai creduto che esistesse una verità da scoprire , ragionandoci sopra. Non hai mai avuto dubbi. Quando ti sei bevuto il veleno, sapevi che mi avresti incontrato nell’aldilà, perché tu credevi nell’aldilà. Se non ci avessi creduto, avresti trovato il Nulla anziché me. Hai capito ? L’ultimo pensiero è quello che conta, che decide perché, in realtà, non vi è mai un ultimo pensiero. Esiste il penultimo, adesso ad esempio il pensiero che hai di vedermi è il penultimo e tale resterà perché l’ultimo pensiero non arriverà mai. La Realtà suprema continuerà a pensare eternamente, condizionando i piccoli pensieri di voi umani.

Platone

Platone: Ma sì, questa è la anamnesi, di cui ho scritto nel Menone e in altri dialoghi, è il ricordo, la reminiscenza delle idee già conosciute in una vita anteriore. Così Socrate, quando sei morto, ti sei ricordato delle vite precedenti e hai continuato a rivivere le tue idee…

Pitagora: Quando io parlavo di metempsicosi, la gente mi scherniva. Metempsicosi, cari signori. Ecco la verità: passaggio dell’anima da un animale all’altro. Chi di noi non è stato, diciamo, una scimmia ? Cosa che poi, mi sembra, Darwin, ha ampiamente provato. (Si sente miagolare un gatto. Alcuni filosofi cercano di scacciare la povera bestiola…) Non toccate quel gatto! – grida Pitagora – è Simeone un mio carissimo amico filosofo; anche lui che si è da poco reincarnato…

Eraclito: Bene, visto che Pitagora parla, vuol dire che è giunto il turno di noi presocratici. Tutti aspetterete la mia “oscura” opinione che, come benissimo sa il lettore di un elementare manuale di filosofia greca, sarà puntualmente confutata da Parmenide. di Elea. Ma vi voglio sorprendere: sia io che Parmenide avevamo ragione e torto, in un certo qual senso. E’ vero il mio “panta rhei”, tutto scorre, è impossibile bagnarsi due volte nello stesso fiume perché né il fiume, né il nuotatore rimangono gli stessi, ma fluiscono da un punto-istante ad un altro punto-istante. Questo è l’illusorio mondo fenomenico, tutto muta nel proprio contrario, eterno conflitto. Parmenide ritiene l’essere, il logos, immutabili, difende la razionalità del reale. Da qui, un infinito dibattito tra nichilisti ed eternalisti, tra essere e non essere, ma devo riconoscere che mentre tra me e Parmenide si sviluppava la polemica a distanza, un filosofo indù, Nagarjuna, giunto successivamente – due secoli dopo Cristo- ha tagliato il nodo gordiano, dimostrando logicamente che erano insostenibili sia le mie tesi che quelle di Parmenide. Nagarjuna ci ha parlato del Vuoto. Credo che ben pochi filosofi occidentali l’abbiano compreso, ma , in pratica, nessuno è mai riuscito a contraddire Nagarjuna perché – contrariamente a noi tutti – non difendeva alcuna opinione, ritenendole tutte egualmente errate, “necessariamente” errate… Quindi, non scaldiamoci troppo e ricordiamoci che tutti noi discutiamo, dibattiamo, scriviamo per passare il tempo, per dimenticare che “tutto scorre” e, cosa ben peggiore, che al capolinea ci attende la morte. Riportiamo la filosofia nel suo ambito naturale che è quello di discutere per cercare qualche brandello di verità che ci consoli dall’inevitabile…

 

Parmenide: Sono d’accordo con Eraclito. Il filosofo indiano Nagarjuna ha dimostrato l’inconsistenza del dibattere sul mutevole ed il non mutevole, sul nulla esiste ed il tutto esiste per sempre . Il suo vuoto non va ipostatizzato, ma va compreso. Mettiamo tutto tra parentesi, facciamo “epoché”…come consigliano gli scettici. Ma il fatto metodologico di dubitare dei propri sensi per scoprire la realtà resta valido, soltanto che è questa benedetta realtà che non si può definire né mutevole, né eterna. Non si può proprio definire con il comune linguaggio. Poi mi sbagliavo su un punto: i sensi fallaci non mostravano ad Eraclito il mutamento, perché i sensi, al contrario tendono a mostrare un’apparenza di stabilità, anche se del tutto relativa. Mentre le ricerche moderne della fisica subatomica hanno dimostrato che non si può neppure parlare di immutabilità degli atomi e che le eliche degli atomi ruotando danno l’idea degli oggetti percepiti dai sensi, mentre, invece, non è più possibile nemmeno parlare di materia e per scovare la realtà ultima bisogna compiere ricerche sulle particelle di energia che poi sono avvenimenti casuali più che “ultimi mattoni” come quelli ricercati dalla fisica tradizionale. Insomma, sia io che Eraclito sentivamo che qualcosa nel visibile non funzionava: lui sentiva che tutto scorreva e che non era mai lo stesso nuotatore che entrava nello stesso fiume il quale mutava in continuazione. Io dubitavo dei sensi e delle apparenze fenomeniche, come lui, soltanto che assieme a Zenone, negavo la possibilità del moto. Avevamo entrambi ragione allo stesso tempo e torto allo stesso tempo. L’ipotesi più corretta sarebbe stata quella di sostenere la divisione tra il mondo relativo ed il mondo assoluto.

Eraclito

Nella sfera della relatività, i sensi – ecco il paradosso, ci danno a volte una sensazione di durata nel modo vegetale, in quello minerale, un’impressione di immobilità assoluta. Anzi, i sensi possono funzionare solo in condizioni di relatività… Ma se si ammette l’assoluto, mi rendo conto che la metodologia sostenuta da me e da Zenone di Elea portava a conclusioni errate. Ammettendo che l’essere soltanto sia reale, nulla ci consente di affermare che sia eternamente immobile, può benissimo essere reale ed in perenne mutazione, perché far coincidere l’assoluto con l’immobilità , come facevamo noi ? Ecco, questo dovevo ad Eraclito e questo ho detto.

Eraclito: Rovesciando le mie tesi , in base allo stesso metodo, posso concedere che il fuoco eterno, in realtà non bruci e non si consumi, sia cioè un fuoco relativo ed apparente, ma in realtà un fuoco che “è” e che non muta…Grazie Parmenide per la possibilità di dialogare senza posizioni dogmatiche…

 

Pirrone: Che vittoria, che trionfo! Cosa avevo detto io ? Eh! Testuale: tutte le nostre opinioni non sono né vere, né false. Bisogna scegliere l’epochè la sospensione del giudizio e il silenzio in uno stato di perfetta atarassia. Quando ha parlato il logico indiano Nagarjuna ? Secondo secolo dopo Cristo e in India ? Fuori tempo massimo! Io sono nato minimo tre secoli a.C. Sono io il fondatore dello scetticismo, il logico Nagarjuna avrà però i suoi meriti, visto che cinque secoli dopo, in India, ha confermato le mie tesi, riprese mi sembra dal professor Husserl. Più moderno di così, vero professore?

 

Husserl: E’ vero, vecchio mio, le devo molto. Anche se la mia “epoché” è una metodologia di conoscenza e non una semplice sospensione di giudizio…

 

(I due direttori dei succitati fogli cominciano ad agitarsi seriamente sulle loro sedie e poi, nuovamente all’unisono esclamano: “Signori, purtroppo, qui si va fuori tema. La volete finire una buona volta di inviare telegrammi di congratulazioni a voi stessi ? Qui, si tratta di sapere quale delle due interviste pubblicate in prima pagina hanno affermato verità eterne o baggianate.” Seraficus de Benedictis ritiene opportuno aggiungere: “Era così naturale attendersi da voi un responso favorevole a Dio che si poteva benissimo fare a meno di questa tavola rotonda. Ma l’ Altissimo per non imbarcarsi in un processo per diffamazione che sarebbe stato intentato – in mancanza di questo dibattito – dalla parte avversa, ha accettato il confronto, sul cui esito – come ha opportunamente scritto l’ “Osservatore Romano” non possono sussistere minimi dubbi. Ma vi prego, eccellentissimi dottori in filosofia ed in teologia, rimanete in tema, altrimenti qui si specula, si specula, ma non si conclude. E come dice il proverbio, dietro la croce s’intravvede l’ombra del diavolo. Ora, è opportuno, data la piega che stanno prendendo i tempi moderni, che quest’ombra se ne vada all’inferno una volta per tutte. Satanasso de Infernalis protesta e le sue frasi risentite vengono messe a verbale dallo storico Erodoto.

Si levano voci di protesta dai banchi dei deisti più convinti e, finalmente, la tavola rotonda riprende, sotto il segno dell’ortodossia scolastica, in attesa che si levi il sole di Satana, sotto cui farà davvero caldo, prevalgono per un pò le tesi in difesa di Dio.

Risuona il grido di battaglia: Credo quia absurdum, proprio perché è assurdo, ci credo !

Rispondono come in una parola d’ordine Sant’Agostino, Sant’ Anselmo, Duns Scoto ed altri: “Credo ut intelligam”: per poter capire, prima credo. I fideisti entrano trionfalmente in campo.

 

Sant’Agostino: Come sapete, cari signori, credo fermamente nell’illuminazione…

 

“Anche l’Enel… aha, aha, aha…” ironizza il direttore di “The Devil”, Satanasso de Infernalis.

 

Ne scaturisce un battibecco.

 

Sant’Agostino: Ti ho sentito, sai, eretico miscredente, seguace di Satana…Sappi che Dio è come un sole intellettuale che illumina l’anima umana…

 

Satanasso de Infernalis insiste ed ironizza: Ah, siamo passati all’energia solare… Non dimentichi, caro dottore della Chiesa, l’energia eolica, quella del vento. Infatti, trovo i suoi concetti un pò, come dire?, ariosi, ventosi…

 

Sant’Agostino: Chiamate un esorcista, io questo non lo reggo. Qui, salta la tavola rotonda… E lei, Seraficus de Benedictis, lascia fare. Voi siete i moderatori del dibattito. Come dirigete bene, si vede che non siete illuminati dalla grazia divina.

San Tommaso d’Aquino

San Tommaso d’Aquino: Ben detto! Avremo avuto le nostre divergenze su platonismo e aristotelismo, su averroisti ed avicennisti, ma questo è troppo, caro Sant’Agostino, ma chi sono questi miscredenti, questi eretici, questi negatori di Dio. Ma come si permettono. Mi associo alla censura contro Seraficus de Benedictis…Scriverò una lettera all’Osservatore!

Meister Eckhart: Questi li sistemo io! Ho dovuto abiurare, in un celebre processo, i miei errori (presunti, eh!) teologici, ma ribadisco quello che ho sempre pensato: tutto è Dio, panteismo o non panteismo, tutto è Dio, il mio pensiero si avvicina ai neoplatonici di Plotino, ad idee aristoteliche, a Sant’Agostino, beninteso, (ossequi, grande dottore della Chiesa), all’avicennismo. Dai Spinoza dammi una mano.

 

Spinoza: C’è una sostanza unica. E’ Dio. Punto e basta. Se non ci credete andate all’inferno!

(Stupore e sbigottimento in sala perché Spinoza era considerato dal punto di vista dell’etica, il massimo della tolleranza e della benevolenza verso il prossimo).

 

Gorgia: Ma che andate cercando. Non esiste alcunché e voi , addirittura, tentate di risolvere i massimi sistemi. Ma andate a divertirvi, date retta a me.Magnate e bevete!

 

Pirrone: Mi fate ridere con le vostre presunte verità. Potrei stilare un decalogo per confutare le vostre verità una ad una…

 

Socrate: Nosci te ipsum…

 

Tutti in coro: L’hai già detto!

 

Aristotele: Lasciate che vi dica una cosa: bisogna sempre scegliere il giusto mezzo, lì sta di casa la virtù, lasciatelo dire a uno che di metafisica se ne intende. Eppoi…

 

Il grande filosofo greco viene interrotto da una disputa tra i Milesi.

Talete: E io vi dico che il principio di tutte le cose è l’acqua!

Anassimandro: Perché hai il cervello annacquato! Il principio , l’arché non va ricercato in elementi naturali, ma nell’apeiron, l’infinito…

Anassimene: Sì, l’aperitivo! E’ l’aria, no, il principio, ignoranti!

(Reciproci insulti, intervento dei moderatori, che cercano di sedare la disputa, quella sì, senza limite).

Aristotele: Siete più cocciuti di Alessandro che poi diventerà Magno, ma quando era mio allievo era proprio un gran testone! Nel senso di zuccone, ci siamo capiti ?

 

Erasmo: Che gabbia di matti, altro che Elogio della follia…

 

Hume: La filosofia non ci aiuterà di certo a trovare la verità.

 

Rousseau: E se tornassimo allo stato di natura ? I selvaggi erano più felici di noi…

 

Voltaire: Soprattutto i tagliatori di teste. A proposito, ho una domanda da rivolgere a Jean Jacques

in merito ad un fatto strano, segnalatomi da uno studioso di etnologia: vi era, fra i vari riti sacrificali dei Druidi, i sacerdoti dei Celti, la deplorevole abitudine di tagliare le teste ai nemici, poiché si riteneva che nella testa vi fosse la scintilla vitale del coraggio e della forza. Ma la stessa usanza, gli studiosi di riti di popolazioni primitive, l’hanno riscontrata negli Jivaro, i cacciatori di teste dell’Amazzonia, che è poi nell’odierno Brasile. Non sarà il caso di segnalare il caso agli storici della grandi scoperte geografiche ? I navigatori celti possono aver scoperto l’America, prima di Colombo?

 

Rousseau: Non ne ho la più pallida idea. Ma anche gli antichi romani e i greci facevano riti sacrificali umani: in genere con vecchi schiavi ormai inutili al lavoro, un pò come fa oggi l’Inps con i vecchi assistiti!

 

I moderatori: No, qui ce ne torniamo tutti a casa, tanto non si conclude nulla. Cusano facci l’elogio della dotta ignoranza e così sia. Proteste in sala da parte di chi non è intervenuto molto o per nulla nel dibattito.

Platone: I generi sessuali erano tre…

Berkeley: Non esiste la materia.

Pascal: Scommettete su Dio! Lo dico soprattutto agli appassionati dell’ippica che sprecano i loro soldi sugli ippodromi di tutto il mondo. Io sono sempre stato un grande matematico e questo mi induce a credere che valga la pena di puntare tutto il gruzzolo sull’esistenza di Dio…

Einstein: se possono parlare anche i matematici, lasciatemi dire che Dio non gioca a dadi con l’universo.

 

Spinoza: Ci mancherebbe anche questa! Dio un giocatore d’azzardo. Il tutto se giocasse vincerebbe sempre, perché è il tutto e non può giocare contro sè stesso…

 

Husserl: Datemi retta, mettiamo tutto il nostro sapere tra parentesi ed andiamocene a casa, a riflettere ancora un pò sui massimi sistemi!

 

(Seraficus de Benedictis e Satanasso de Infernalis, in disparte, confabulano e si mettono d’accordo. Qui, dice il primo, va a finire che non otterremo neppure il rimborso spese dai nostri rispettivi padroni. Perfettamente d’accordo con te – risponde l’altro – finiamola qui. Spegniamo le luci in sala e ciascun filosofo troverà la sua strada, secondo il suo metodo, per tornarsene

a casa. Giusto, caro collega ? Giustissimo, caro Satanasso… Fiat voluntas dei! replica Seraficus.

E Satanasso risponde: Amen. 

(Continua)

Franco Ivaldo

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