Le Casellati e i Casellati d’Italia

Non c’è da meravigliarsi della reazione indispettita della signora Casellati. Vengono piuttosto i brividi a pensare che la Signora Casellati, di cooptazione in cooptazione poteva realmente diventare la Presidente della Repubblica.

La ultima elezione del nuovo Presidente della Repubblica non passerà alla storia per le tribolazioni, gli intrighi e i tradimenti che non sono certo una novità rispetto alle precedenti. Più probabilmente resterà impressa nella memoria per un episodio decisamente minore, ad onta della lunga sfilza dei nomi e cognomi di che ne è stata protagonista. Raccontano infatti le cronache che la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, se la sia presa “a bestia” dopo la magra figura rimediata in qualità di candidata alla presidenza della Repubblica. Candidata unitaria “pesante” dello schieramento di centrodestra, proprio per lo scranno più alto che occupa in Senato (dunque seconda carica istituzionale della Repubblica), ha rimediato un flop pari, per dimensione, alla alta carica occupata. Non la ha buttata giù. E le stesse cronache, impietosamente, riportano suoi furibondi litigi con i vertici del suo partito: da Antonio Tajani allo stesso Silvio Berlusconi. I quali, secondo il suo ragionamento, avrebbero dovuto garantirle l’elezione o, come minimo, tutti i voti della coalizione di centrodestra che unitariamente l’aveva candidata.
Tutti sanno che trombature eccellenti non sono mai mancate nella lunga storia di questo passaggio istituzionale, che non di rado ha assunto le sembianze di una corrida. Nessuno sa, invece, per quale motivo la presidente Casellati avrebbe dovuto fare eccezione. E, a dirla tutta, nessuno conosce nemmeno ragioni e meriti che avrebbero dovuto spingerla addirittura fino al Colle più alto. Ma si capisce bene perché la signora in questione abbia giudicato come un affronto personale quello che è stato, invece, un normale esercizio di democrazia che consiste nell’essere a favore o contro di una determinata scelta.
Il fatto è che trenta anni tra cosiddetta seconda repubblica (mai nata) e terza (ancora di là da venire) hanno portato in pratica ad abolire quasi ogni forma di reale contesa elettorale. I numerosi sistemi succedutisi hanno avuto come costante la sottrazione della scelta da parte degli elettori a favore delle camarille dentro i partiti. E il sistema è degenerato a tale punto, che giustamente l’uso della votazione è sparito dagli stessi partiti lasciando ampio spazio alla cooptazione. Paradossalmente non c’è dunque da meravigliarsi della reazione indispettita della signora Casellati. Vengono piuttosto i brividi a pensare che la Signora Casellati, di cooptazione in cooptazione poteva realmente diventare la Presidente della Repubblica.

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