Le case di comunità
Sono stati stanziati 7 miliardi di euro per la sanità, il fulcro degli investimenti sarà destinato alla costruzione ed allestimento delle Case di Comunità. Sono le nuove strutture socio-sanitarie che entreranno a fare parte del Servizio Sanitario Regionale e sono previste dalla legge di potenziamento per la presa in carico di pazienti affetti da patologie croniche … All’interno di queste strutture sono presenti equipe di medici di medicina generale, pediatri, medici specialisti, infermieri e altri professionisti della salute (tecnici di laboratorio, ostetriche, psicologi, ecc.) che operano in raccordo anche con la rete delle farmacie territoriali”.
Il primo dubbio più volte espresso: dove prendono infermieri e medici di cui siamo cronicamente carenti?
Scopriamo che sono luoghi ove si potranno fare prelievi, vaccini, visite specialistiche non tutte con alcuni esami strumentali, si potrà essere educati alla alimentazione, ci sarà assistenza come consultori e si potrà avere assistenza amministrativa.
Resto sempre più allibito perché se da un lato mi sembrano doppioni delle attuali Asl di territorio (le faranno sparire? Non era meglio rinnovare quelle in essere?) che coprono la maggior parte delle esigenze locali, dall’altro mi sembrano come moderni e piccoli reparti avulsi dalla realtà ospedaliera.
Si investono soldi pubblici per realizzare queste strutture, ma non ci sono i soldi per pagare il personale.
Cosa succederà? La risposta è ovvia e ora è scritta in un emendamento pubblicato in Regione Liguria: si realizzano le case con soldi pubblici, cioè di tutti, e poi si affidano ai privati che ci fanno i soldi. Non solo: il personale così potrà essere assunto dai privati.
Tale emendamento porta la firma del consigliere regionale del gruppo misto ex cambiamo Anzalone.
Tutto ciò premesso per spiegare a una lista politica Finalese (che a mio avviso parla in modo superficiale e anacronistico di sanità) che
quasi 2 milioni di italiani rinunciano a curarsi.
Tagli alla sanità, Il Presidente del consiglio Meloni viene smentita dal suo stesso governo sono proprio i dati diffusi dal suo ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti a mettere nero su bianco i tagli alla sanità pubblica.
Numeri pubblicati dal suo stesso governo nel Def “censurato”. La realtà è un’altra e conferma il definanziamento del sistema sanitario nazionale in atto da anni, con effetti sempre più evidenti sulla qualità del servizio.
Sempre più famiglie scelgono di curarsi al di fuori del sistema sanitario. È la cosiddetta spesa “out of pocket”, in aumento negli ultimi dieci anni è arrivata al 15% del totale, una soglia critica e che dà l’idea di un cambiamento, in peggio, della sanità, sempre meno pubblica. Ma non tutti possono permettersi le cure private . Secondo i dati riportati dalla fondazione Gimbe, che cita quelli forniti dal rapporto Istat sul Benessere equo e sostenibile, nel 2022 il 3,2 per cento della popolazione ha rinunciato alle cure per motivi economici, ovvero quasi 1,9 milioni di italiani, una percentuale rimasta “sostanzialmente stabile” negli ultimi cinque anni, osserva Cartabellotta.
Capiamo che i partiti che sostengono la lista politica di cui sopra sono gli stessi che governano la Liguria (speriamo ancora per poco) e che il governo nazionale e retto dagli stessi partiti, per cui sia necessario dire con chiarezza, per smentire quanto stanno dicendo che la “Sanità pubblica è un valore immenso” e che anche per un singolo Comune non basta vigilare, bisogna mettere in campo tutto ciò possibile per proteggere un bene importante che è l’architrave su cui poggia la società. In genere nove decimi della nostra felicità si basano esclusivamente sulla salute. Con questa ogni cosa diventa fonte di godimento, Arthur Schopenhauer.