Le alghe

Le  alghe per la produzione di Biocarburanti
DIALOGO COL MIO “ALTER EGO”
(chiamato semplicemente “ALTER”)

CINQUANTANOVESIMA PARTE

Le alghe per la produzione di Biocarburanti
DIALOGO COL MIO “ALTER EGO”
(chiamato semplicemente “ALTER”)

CINQUANTANOVESIMA PARTE

ALTER: Caro Aldo, ho riflettuto sull’esito del nostro dibattito della scorsa settimana.
Se ben ricordi, io mi sono schierato per un deciso NO  all’utilizzo dei BIOCARBURANTI; tu, al contrario, hai optato per un convinto SI’, sia pure richiamandoti a saggi criteri di estrema prudenza.

Con il passare di questi ultimi giorni, ho cercato di comprendere l’intima ragione di questo nostro dissenso ed allora, quasi istintivamente sono tornate alla mia memoria le parole  comparse  sul Quotidiano Britannico “ THE GUARDIAN” nel settembre 2008, attraverso le quali veniva messo, nel giusto rilievo, l’essenza del problema che stiamo  tuttora affrontando.

Il prestigioso giornale inglese ha, in allora, evidenziato che la produzione del BIOFUEL non deve avvenire attraverso l’utilizzo di ben definiti cereali (grano,  granoturco, mais, riso), per il semplice motivo che il massiccio inserimento di queste coltivazioni, orientate a tal fine, ha condotto ad un aumento del 75 per cento dei prezzi degli alimenti, durante gli anni 2007 e 2008, contribuendo, di conseguenza, ad una abnorme crescita della fame nel Mondo.

Tuttavia, “THE GUARDIAN” è venuto incontro anche alle tue argomentazioni, sottolineando che i vantaggi di sostituire la BENZINA con i BIOCARBURANTI sono molteplici: diminuzione della produzione di GAS-SERRA, riduzione dell’inquinamento dell’aria e, di conseguenza, nascita di fattori positivi in tema di sicurezza energetica e di geopolitica.

Il problema, dunque, caro Aldo, si pone nei seguenti termini:

“PRODURRE BIO-COMBUSTIBILI SENZA  DEPAUPERARE LA PRODUZIONE AGRICOLA”

ALDO: E’ esattamente quanto da me sostenuto, la scorsa settimana! Mi complimento con te, per il fatto che hai compreso l’autentica finalità del mio ragionamento!

Tuttavia, debbo doverosamente farti notare che viaggi con una settimana di ritardo e rischi di fare concorrenza alle carrozze di TRENITALIA!

 ALTER: Beh! Tu sai benissimo, caro Aldo, che io sono costituzionalmente, un BRADI-PSICHICO e, quindi, ho una certa difficoltà a seguirti, in tempo rapidi, lungo la strada delle tue complesse argomentazioni-

Ma…, alla fine, ci sono riuscito ed, anzi…ti dirò di più.

Sono andato ad informarmi su questa materia nelle giuste sedi e guarda che cosa ho trovato: questo Studio, in lingua inglese, di Elanie Solowey, Ricercatrice all’ ”ARAVA INSTITUTE FOR ENVIRONMENTAL STUDIES

Questa studiosa ha sviluppato, nella VALLE DI ARAVA (in ISRAELE) una nuova tecnologia per PRODURRE BIOCARBURANTE DALLE SCORIE AGRICOLE, invece che dai Prodotti Alimentari.

Il problema principale, insito nelle Scorie, risiede nel fatto che esse contengono molta CELLULOSA e non soltanto AMIDO e ZUCCHERI.

Elanie Solowey ha ideato un Metodo Biochimico per trasformare la Cellulosa in Zuccheri  Semplici, dai quali, successivamente si può distillare il BIO-ETANOLO.

Inoltre è in fase di studio la possibilità di produrre anche il BIODIESEL che può essere ricavato dalle scorie di molte piante ricche di grassi (fronde di PALMA, in particolare).


Elanie Solowey

Non entro, ovviamente, nei dettagli tecnico-scientifici concernenti, rispettivamente, le produzioni di BIO-ETANOLO e di BIODIESEL; posso dirti soltanto, caro Aldo, che, da ulteriori notizie da me apprese, l’ARAVA INSTITUTE intende trasformare l’intera REGIONE DI ARAVA in un’ Area Energetica Autonoma, in condizione non soltanto di produrre  Biocarburanti su vasta scala, ma anche di essere portata ad esempio, come creatrice di una fonte energetica alternativa, in altre  Regioni marginali ed aride di tutto il Mondo.

ALDO: Mi complimento nuovamente con te, Alter!

Prendo atto che tu stai diventando un Esperto, con particolare  riferimento  alle innovative tecnologie Israeliane; dopo le metodologie, in tema di Raccolta Differenziata  dei Rifiuti Solidi Urbani, da te segnalate quindici giorni  or sono, siamo arrivati, oggi, ai Biocarburanti generati dalle Scorie Agricole!

A sentire le tue parole, Alter, sembra che ISRAELE sia diventato l’OMBELICO DEL MONDO!     

 ALTER: Ma perché? Hai forse, qualche pregiudizio nei confronti di Israele?

ALDO: No certamente, Alter! Io non ho pregiudizio nei confronti di nessuno!

Giudico unicamente sulla  base dei risultati ottenuti o ottenibili su seria base scientifica e tecnologica; quindi, apprezzo gli studi e le realizzazioni concrete di Elanie Solowey , ma ho l’impressione che la trasformazione della Cellulosa in Zuccheri Semplici sia un problema piuttosto complesso, di difficile soluzione e, soprattutto, molto costoso sotto il profilo economico.

In parole povere, ritengo sia preferibile la SCELTA DELLE PIANTE FRESCHE e , quindi, maggiormente Attive per la produzione di Biocarburanti.

In questo settore, noi possiamo scegliere , oggi, tra diverse opzioni e, quindi, tra numerose Varietà Vegetali;

te ne cito alcune, in ordine crescente di rendimento produttivo per Biocarburanti:

SOIA

ZAFFERANO

RICINO

COCCO

PALMA

ALGHE

ALTER: Fermati un attimo, Aldo!

Io ho molta perplessità nell’utilizzo delle ALGHE.

ALDO: Ma perché, Alter?

In tema di produzione di Biocarburanti, le ALGHE posseggono queste quattro PROPRIETA’ FONDAMENTALI:

– Hanno un RITMO DI CRESCITA assolutamente straordinario, ben superiore alle altre varietà vegetali, che precedentemente ti ho elencato;

– Circa il 50 per cento del loro peso  può essere trasformato in Liquidi  utilizzabili ai fini produttivi; sono dotate, quindi, di una eccezionale resa;

– Non contengono sostanze tossiche;

– Sono altamente biodegradabili.

ALTER: Tutto questo sarà indubbiamente vero, Aldo, ma tu  dimentichi che cosa rappresentano le Alghe per l’intero ecosistema marino.

Addirittura, Aldo, tu dimentichi te stesso; sapendo che, oggi, avresti affrontato il tema delle Alghe come sorgente produttrice di Biocarburanti, sono andato a leggermi quanto tu avevi scritto nel Volume: “SCIENZA E UTOPIA”    (pag 148):

 

“ Nella Genesi della biologia marina, importanza decisiva assume sicuramente il fitoplancton, perché costituito da organismi vegetali autotrofi (con prevalenza delle alghe  dinoflagellate e diatonee); come tutti  i vegetali, queste piante  hanno la capacità di utilizzare  l’energia solare in un processo foto sintetico, convertendo l’anidride carbonica ed i più semplici costituenti inorganici in sostanza organica.
Gli idrati di carbonio e gli altri composti più complessi, così formati, costituiscono l’indispensabile, prezioso alimento per tutti gli esseri viventi marini; in altri termini, gli abitanti delle acque hanno, a loro disposizione, pascoli particolari, costituiti da piante sommerse o fluttuanti; vi sono rappresentate forze vegetali di notevole o di enorme mole, ma la maggior parte è costituita da organismi unicellulari di dimensioni microscopiche (batteri, alghe, funghi).

Dunque, Aldo:  se le alghe marine posseggono queste straordinarie proprietà biologiche, come pensi di poterle sottrarre all’ Ecosistema Marino?

Attraverso l’utilizzo delle alghe non andremo, forse, ad aumentare ulteriormente il devastante  peso che gli esseri umani continuano ad esercitare sulla Natura?

Come ben sai, io amo troppo il mare per essere d’accordo con l’ipotetico intento di utilizzare le alghe  nella produzione dei Biocarburanti!

ALDO: Stai calmo, Alter, e vedi di non agitarti oltre misura!

Cercherò di spiegarti, in poche parole, quali problemi sussistono al riguardo e come è possibile affrontare, con rigore etico – scientifico, l’intera questione.

1)  Esistono, attualmente, nel Mondo, alcuni prestigiosi Laboratori ed altrettante Società, che si sono proposti di studiare, con estrema attenzione, la complessa problematica interessante l’argomento che noi, oggi, nel nostro piccolo, stiamo affrontando.

Ti cito alcuni esempi:

– L’AGENZIA “CARBON TRUST” (Inghilterra)

– LA “SAPPHIRE ENERGY” DI SAN DIEGO (California)

– IL “MITI” (Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Economia del Giappone)

– LA SOCIETA’ “BIOKING” (Olanda)

– L’ “UK ENERGY RESEARCH COUNCILL”  (Gran Bretagna)

– IL “BIOSOLAR LAB” (Italia)

2) Ed ecco i PRINCIPALI PROBLEMI che questa Entità Tecnico-Scientifiche debbono affrontare:

A) Occorre individuare i tipi di alghe maggiormente idonei alla produzione di biocarburanti

Robert Trezona  (Direttore del Settore “Ricerca e sviluppo” di “CARBON TRUST) ha così sintetizzato il problema:

“Alcuni tipi di alghe hanno una maggiore componente di sostanze zuccherine ed  oleose, mentre altri tipi crescono molto velocemente.

Purtroppo non ci sono alghe  che posseggano  le due caratteristiche  abbinate; a noi spetta il compito di individuare  le tipologie migliori per risolvere il problema – base: come ideare un sistema di coltivazione di massa”.

La Sapphire Energy di San Diego (che ti ho precedentemente citato) è giunta, addirittura, ad ipotizzare la creazione di ALGHE GENETICAMENTE MODIFICATE, particolarmente predisposte a produrre  il “FUTURO PETROLIO VERDE”.

B) La coltivazione  delle alghe, a scopo energetico, non deve avvenire all’interno degli spazi marini, bensì in particolari bacini, sufficientemente ampi, e, soprattutto, dotati di sofisticati impianti di salinificazione, alimentazione, fotobioreazione, centrifugazione e pompaggio, in condizione di eporre le alghe coltivate ad ottimali condizioni di luce, di temperatura  e di nutrizione.

Con queste premesse, caro Alter, le Alghe, secondo una felice  espressione di John Loughhead (Presidente dell’”UK ENERGY RESEARCH COUNCILL”), possono diventare le CELLULE STAMINALI DELL’ENERGIA MONDIALE.

ALTER:  Vorrei semplicemente credere in questa profetica prospettiva e, quindi, sognare, caro Aldo, ma vorrei di più: “VORREI UN SOGNO IN CUI VIVERE, PERCHE’ LA REALTA’ MI STA UCCIDENDO”.

Detto tra noi e molto sommessamente, Aldo: l’ultima frase non è mia, ma di Jim Morrison.

20 Aprile 2010                                  ALTER e ALDO PASTORE   

 

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