Ricordi di vita

Mio padre Carlo, socialista e liberale, aveva due fratelli Giulio fascista e Peppino comunista. Un cugino, medaglia d’oro, cadde in Russia…
25 aprile 1945…
Ero sfollato a Rocchetta di Cengio…Ricordi di vita, per non dimenticare

Mio padre Carlo, socialista e liberale, aveva due fratelli Giulio fascista e Peppino comunista. Un cugino, medaglia d’oro, cadde in Russia…
25 aprile 1945…
Ero sfollato a Rocchetta di Cengio…Ricordi di vita, per non dimenticare

Mio padre Carlo, socialista liberale come lo sono io (mai iscritti a nessun partito), aveva due fratelli Giulio e Giuseppe o“Peppino”.

Giulio fascista : da“marcia su Roma” .

….Peppino comunista : si faceva adattare, da mia zia Nice, le divise rubate al fratello fascista, per trafugare armi, munizioni, coperte e cibo con cui rifornire i partigiani milanesi.

Un loro cugino medaglia d’oro 3° Regimento Artiglieria Alpina “Yulia” tenente Luccini cadde in Russia nel 1942.

Io sono nato nel 1934 quindi c’ero !

Sfollato a Rocchetta di Cengio nel 1942, in 3° e 4° elementare conoscevo tutti i ragazzi che, “partigiani“ venivano spesso a trovare le loro ragazze nel paese, ove credo, tutti condividessero le loro idee liberali sul patriottismo.

L’8 settembre del 1943 mio padre per festeggiare l’armistizio Badoglio – Eisenhower, fece cucire un’enorme bandiera italiana e inerpicandosi sulla Torre merlata del XIII Secolo che sovrasta la Chiesa di Rocchetta, la piazzò sulla sua cima.

Pochi giorni dopo fascisti infuriati, ricercarono affannosamente il colpevole di tale “misfatto”, ma grazie al silenzio degli abitanti della Rocchetta non si seppe nulla né di mio padre né della bandiera, che avevamo cucito con grande trepidazione e gioia.

Nel 1944, un reparto di tedeschi aveva intanto preso possesso di Rocchetta di Cengio , i motivi che li avevano indotti a questa occupazione, li racconterò in altri miei capitoli letterari.

Comunque stavano lì, accampati in tende per la maggior parte, dopo aver eretto il loro Comando in una casa sita di fronte a quella ove vivevamo insieme alla famiglia dei miei compagni di scuola Egidio e Sergio Goso.

Avevano già maltrattato sotto la grande croce di legno a lato della Chiesa parrocchiale, tre abitanti del luogo tra cui il padre di altri due miei compagni di scuola, Natale e Rino Bagnasco, e ricordo ancora oggi i loro occhi lucidi, nel ricordo del padre di cui non avevano notizie dal giorno che se lo erano portati via perchè trovato nel paese in possesso di un grosso coltello a serramanico!


ponte degli Alemanni  a Rocchetta

Ma comunque i tedeschi si erano calmati, Bagnasco e gli altri stavano per rientrare presso le loro famiglie, mia nonna fungeva da interprete poiché parlava correttamente il francese, mia madre e il parroco mantenevano le necessarie relazioni, ed una staffetta con il suo “sidecar” collegava il comando delle S.S. di Cengio con Rocchetta.

E fu questo fatto, quotidiano, ripetuto ed invitante a scatenare l’impulso di un personaggio che vorrei ancor oggi conoscere.

Sparò nella schiena alla “staffetta” tedesca che arrivò sul suo sidecar rantolando, sulla piazza davanti a casa mia, …. morendo poco dopo !

Lo conoscevo, qualcuno raccontò a mia nonna che aveva due figli quasi a giustificare quello che accadde …. dopo.

Cominciò la strage! Due miei amici, ricordo molto cari, simpatici ed umani, che avrebbero sparato penso solo e sicuramente ad un coniglio, e per motivi contingenti, si nascosero sotto la paglia di un fienile e vennero uccisi con i forconi , altri vennero “giustiziati“ nelle vallate circostanti ove certamente i tedeschi conoscevano da tempo l’ubicazione e le consistenze partigiane, come mi spiegò il mio amico Leandro che, cinquantenne del luogo, conosceva alcuni dei nostri relatori “Repubblichini” fedeli ai Tedeschi. 

Secondo lui, senza un pretesto così scatenante, nulla di ciò che avvenne sarebbe mai successo, anche perchè questi “partigiani” a cui noi, spesso portavamo da mangiare, posso garantire che non avevano mai rotto le scatole a nessuno !


Stewart Granger

1973/18/marzo Spagna, sono a pranzo a Torremolinos con uno dei miei più cari amici e vicino di casa Henri Charrière; oltre a me e mia moglie, tra i suoi invitati, Stewart Granger, olandesi che non conosco, francesi, spagnoli, e “tedeschi”… tutti residenti nell’ “urbanizzazione” “Torreblanca del Sol” di cui sono il responsabile, qualcuno accenna al 25 aprile del mese prossimo, ed ai motivi dell’abbandono dei turisti stranieri delle nostre coste Italiane, prediligendo quelle Spagnole.

Inevitabile l’accostamento dei tedeschi ai partigiani, e per la prima volta nella mia vita mi sento dire all’unisono che i partigiani per quella parte del mondo entrata in guerra forzatamente, sono francesi, olandesi, polacchi, russi e quanti altri sono stati combattuti e invasi dall’asse italo – germanico.

Mi si creda non sono avvezzo a soccombere, Henri o meglio “Papillon” arrivò addirittura a complimentarsi con me, dedicando l’accluso augurio a mia moglie ed alla mia famiglia per stemperare l’ambiente, ma in effetti è stata una difesa, e le difese valgono ben poco senza un attacco….(VEDI)

 Mi ringraziò ancora, il giorno dopo, per non aver attaccato più duramente, come del resto meritava, Lèon Degrelle capo dei Nazisti Belgi fondatore della “Legione Vallonia” ove nel ’44 fu nominato generale della divisione Waffen S.S. ; un criminale con 7 condanne a morte che aveva sempre negato l’ OLOCAUSTO e l’esistenza delle camere a gas, braccato dagli Israeliti, impossibilitato a rientrare in patria al punto da cambiare anche il suo nome in quello di: “Ramirez Reina”.

E le vicende Malaghegno – Ebree di questo personaggio meriteranno, quando avrò tempo, altro capitolo a parte !

Mi spiegò che era un suo invitato “d’obbligo”, scusandosi per non avermi comunicato in anticipo la sua presenza, che (si rendeva ora conto) avrebbe sicuramente escluso la mia !

E fu mortale per me essere accostato in qualche modo a questa disgustosa persona, non potendo venir meno alla mia posizione gestionale di questo complesso di personaggi che più o meno velatamente rimarcavano comunque gli errori di miei antichi concittadini, a cui avevo purtroppo assistito nel decorso della mia esistenza .

Bene ha fatto oggi e finalmente, il nostro Presidente Napolitano che, se pur in ritardo, ha richiamato gli Italiani all’Unità Nazionale ridimensionando i valori simbolici e commemorativi di una vittoria di lotta comunque fratricida, che ha visto lo smembramento di famiglie i cui componenti anelavano sicuramente agli stessi comuni ideali di progresso, serenità e benessere!

Come hanno sicuramente dimostrato sempre ed infine, tutti i componenti della mia famiglia!

Guido Luccini

lucciniguido@libero.it

 

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