LA VERITA’ SULL’ARSENALE NUCLEARE RUSSO

Attualmente secondo le principali fonti di informazione mondiali, l’arsenale nucleare Russo è il più vasto al mondo: quasi 6mila testate contro le 5.428 degli USA.
Recentemente il Presidente Russo Vladimir Putin ha confermato quanto in passato fu detto dall’ex Presidente USA, Trump che dichiarò in un’intervista:
«A differenza dell’arsenale in nostro possesso, attualmente la Russia ha rinnovato il proprio, con armamenti di primordine»;
Ecco le parole invece di Putin, che recentemente nel giorno della memoria della vittoria, nello stadio colmo di cittadini Russi ha annunciato che:
«La forza di deterrenza nucleare della Russia è dotata al 90% di armi avanzate».
Sempre secondo recenti studi, Usa e Russia deterrebbero circa il 90% del totale mondiale di questi ordigni devastanti.
Ma delle quasi 6.000 testate nucleari russe, 1.500 sono già state ritirate e sarebbero pronte a essere smantellate perché formalmente vetuste e pericolose da manovrare (sarebbero invece 1.720 quelle americane ritirate dagli arsenali).
Delle rimanenti 4.500, riportava un anno fa il Bulletin of the Atomic Scientists, sarebbero all’incirca 1.500 quelle in effetti dispiegate su sistemi strategici a lungo raggio, mentre le restanti 3.000 sarebbero «di riserva».

494La Russia ne avrebbe 812 dispiegate su missili balistici terra-aria, 576 su missili balistici lanciabili da sommergibili e 200 nelle basi dei bombardieri pesanti.
Il trattato New Start tra Russia e Usa limita gli armamenti nucleari strategici fissando un tetto di 1.550 testate e 700 missili e bombardieri dispiegabili da ciascuno dei due Stati.
Di cosa si tratta per la riserva?
Le armi nucleari sono spesso divise in «strategiche» (capaci di colpire bersagli a lunga distanza) e «tattiche» (capaci di colpire obiettivi militari in battaglia) e su queste ultime le stime delle varie agenzie sull’ arsenale di Mosca variano di molto: da 1.000 a 2.000 testate, queste armi possono essere lanciate da terra, aria e mare, non dispiegabili preventivamente ma solo in azioni di guerra militare sul campo, sui mari ed in volo di velivoli pilotati da uomini.
In poche parole la Russia potrebbe avere 1.912 ordigni di questo tipo, ma questa cifra potrebbe contenere armi ritirate o in procinto di esserlo.
La cosa chiara è che le testate nucleari ovunque possano essere montate ed usate sono armi micidiali, e anche le meno potenti sono capaci di uccidere migliaia e migliaia di persone e di rendere invivibile un’area per tantissimi anni.
La cosa invece meno chiara, è il perché dopo il dispiegamento di mezzi militari, sui tre campi (aerei, marini e terreni) impiegati nelle due ultime recenti guerre di Siria e Ucraina, non si sono mai viste impiegate forze del genere, che possano lasciare conferme e certezze sull’effettiva efficacia militare nucleare della Russia.

Quindi il dubbio che converte e blocca o determina la diplomazia e gli equilibri mondiali attuali è proprio quello dell’effettivo e reale stato di questo tipo di armamenti.
Ma se è vero che le nazioni hanno la possibilità di spiare con ogni mezzo (satelliti, droni, palloni, aerei spia), i territori degli avversari militari e politici, perché tanta incertezza?
Perché tanto “mistero”?
Le ragioni sono molteplici e sicuramente vertono nello scontro tra le civiltà e le economie che determineranno il futuro degli equilibri mondiali del futuro.
Innanzitutto al contrario della “certezza” del disarmo e degli accordi precedenti, per tutti i paesi dotati di armi nucleari la tendenza odierna è quella di modernizzare gli arsenali ed aumentare il numero di testate.
Di fatto questa strategia non solo ha avviato (o accelerato) alcuni processi che stanno alterando di fatto l’equilibrio mondiale, evidenziando enormi fratture interne all’ONU e alleanze mutevoli che potrebbero provocare un impatto più ampio sulle politiche globali.

In secondo luogo, fa comodo ad ogni governo e governante questo “mistero” per guidare la popolazione mondiale nella paura e nell’incertezza.
Vista l’attuale situazione è chiaro solamente che qualsiasi cosa possa accadere, da questo conflitto nascerà un nuovo ordine o se preferiamo, disordine mondiale.
Non è ancora chiaro invece, come si risolverà la crisi dell’ordine nucleare globale dovuta allo sgretolamento della deterrenza basata sui trattati e sul controllo degli armamenti.
La richiesta frenetica di armamenti è sempre più legata alla effettiva capacità delle industrie militari di ogni nazione di adattarsi ed essere pronte ai nuovi contesti, ossia nessuna nazione in particolare Europea, può restare al passo di Cina, Russia ed USA come è stato dichiarato dal nostro ministro della Difesa, Guido Crosetto.
Dalla fine della guerra fredda l’efficacia del meccanismo della deterrenza è sempre più determinato dalla capacità tecnica di un paese: dalla tecnologia nucleare su cui si è costruito il paradigma dell’equilibrio del terrore alla tecnologia del sistema anti-missili statunitense, che ha ridotto le capacità di deterrenza della Russia, alla nuova frontiera costituita dall’ipersonico russo.
L’arma nucleare strategica è progettata per voli intercontinentali, quella tattica è pensata per essere esplosa a distanze più brevi, inferiori ai 500km.
Le armi nucleari tattiche possono essere lanciate da aerei e navi, come missili antinave, siluri o mezzi terrestri (lanciamissili Iskander-M che può lanciare due missili a una distanza massima di circa 350 chilometri).
La loro potenza varia da frazioni di 1 chilotone a circa 50 chiloton rispetto a quelle strategiche che possono avere una carica di oltre un megatone (la bomba sganciata su Hiroshima aveva una potenza di 15 chilotoni).
“Ciò che succede sta cambiando l’intero XXI secolo”
Lo ha detto il presidente statunitense Biden sottolineando il carattere strategico del vertice NATO finalizzato a creare un blocco occidentale in grado di rispondere alla competizione con Russia e Cina.

 Xi Jinping, Vladimir Putin 

La Cina diviene l’avversario principale della sfida agli interessi economici e della sicurezza nazionale USA, mentre la Russia rimane una minaccia “acuta”.
La sfida cinese, secondo il segretario Austin, porta a rafforzare la capacità di difesa in tutti i domini di guerra, in particolare spazio, cyberspazio e nucleare.

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La nuova strategia obbliga pertanto che le armi nucleari continuino ad essere il fondamento della deterrenza militare statunitense (così come per la Russia) e richiede ulteriori progressi nelle tecnologie, dalle armi ipersoniche all’intelligenza artificiale.
In una nota al documento Lloyd Austin chiarisce in concetto di deterrenza integrata: “Deterrenza integrata significa utilizzare tutti gli strumenti a disposizione del Dipartimento della Difesa per garantire che i potenziali nemici comprendano la follia dell’attacco.
La deterrenza integrata consiste nell’usare il giusto mix di tecnologia, concetti operativi e capacità, il tutto intrecciato in rete in modo così credibile, flessibile e formidabile che non darà pausa a qualsiasi avversario operando in un’ottica multi-dominio che abbraccia numerose aree geografiche di responsabilità, insieme ad alleati e partner, fortificati da tutti gli strumenti del potere nazionale”.
Parimenti con il nuovo concetto strategico (CS) la NATO mira più alla militarizzazione dell’Alleanza che al controllo degli armamenti, che un tempo era considerato complemento necessario alla forza militare, oggi invece si preferisce il rafforzamento di tutti gli aspetti della deterrenza (riconoscendone negativamente una debolezza intrinseca).
La NATO rivendica per se stessa: “Le forze nucleari strategiche dell’alleanza, in particolare quelle degli Stati Uniti, sono la suprema garanzia della sicurezza dell’Alleanza”, mentre le dotazioni nucleari del Regno Unito e della Francia avrebbero un ruolo dissuasivo perché contribuiscono alla deterrenza complicando i calcoli di potenziali avversari.
Nel 2020 il presidente russo Vladimir Putin approva il decreto 355, un documento in 25 punti che illustra la posizione ufficiale russa sui “fondamenti della politica statale della Federazione russa nell’area della deterrenza nucleare“.
Nel nuovo decreto viene prevista una reazione nucleare anche in situazioni in cui le forze convenzionali russe non fossero in grado di respingere un attacco avversario.
Non differenziando più fra diversi gradi di conflitto, è dunque possibile il ricorso ad un attacco nucleare limitato per imporre all’avversario la cessazione di un attacco convenzionale.
In particolare il punto 13 chiarisce che “la Russia esercita la dissuasione nucleare verso i singoli Stati e le coalizioni militari che considerano la Federazione russa un potenziale avversario, e dispongono di armi nucleari o altri tipi di armi di distruzione di massa o un significativo potenziale di forze da combattimento.
Il provvedimento ritiene che qualsiasi conflitto armato con gli Stati Uniti e la NATO (occidente collettivo) potrebbe trasformarsi rapidamente in una guerra nucleare globale a tutti gli effetti.
I nove Stati dotati di armi nucleari – Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, Cina, India, Pakistan, Israele e Repubblica Popolare Democratica di Corea (Corea del Nord), continuano a modernizzare i loro arsenali nucleari, sebbene il numero totale delle armi nucleari è leggermente diminuito.
La Russia ha testato un missile balistico ICBM denominato “Sarmat” che può trasportare più di 10 testate e il missile ipersonico Zircon.
Con il nuovo sottomarino a propulsione nucleare, il “Generalissimo Suvorov” ha sparato il missile balistico nucleare russo R-30 Bulava capace di eludere gli scudi antimissile occidentali (può trasportare 10 testate nucleari e volare per 10mila km).

Poi c’è il sottomarino atomico K329 Belgorod, ancora in fase di sperimentazione avvistato nel mare Artico stando ad una informativa della NATO.
Può trasportare e lanciare il super siluro senza pilota Poseidon a propulsione nucleare con carica nucleare nella testata da 2 a 5 Megatoni.
E’ un supersiluro che sfugge ai radar Usa e sarebbe capace di generare un’onda radioattiva da cancellare metropoli come New York o Los Angeles.
Questi sono i nuovi armamenti di cui la Russia può farsi carico al momento.
Tutto il resto sono armi vetuste e ordinarie.

Paolo Bongiovanni
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