La sicurezza del territorio è un’utopia? Fra fango e macerie. Il Governo si sta attrezzando.

Eppure i piani di intervento ci sono stati. Proposti da governi diversi, ma mai portati a termine. Fonti attendibili citano nomi dei piani e dei governi coinvolti.
“Bisogna ridurre le soglie di rischio sul territorio”.
Lo diceva Bertolaso nel 2010. Da tempo immemorabile.
“Ma la prevenzione non paga elettoralmente e politicamente.
Perché non si vede”.

Alluvione in Romagna da L’Espresso

La sua mancanza e inefficienza si appalesano soltanto in emergenza di un cataclisma…
Tentativi per mettere in sicurezza il territorio ne sono stati fatti. Governo Berlusconi con il “Piano del suolo”, fallito per mancanza di risorse. “Italia sicura” del governo Renzi, con ottimi risultati ma subito smantellato dal governo Conte che lanciò il disastroso “Progetto Italia”.
A seguire, Il governo dDraghi, con il suo Piano PNECI 2021.

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Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030 (PNIEC) è lo strumento fondamentale per cambiare la politica energetica e ambientale del nostro Paese verso la decarbonizzazione. Ma non ha ottenuto i risultati sperati.
Ora ci affidiamo all’attuale governo, sperando che sia davvero la volta buona. O almeno l’inizio di un serio progetto di intervento strutturale. Per il tempo che ci vorrà, dato che la bacchetta magica, che tanti pretendono da lei, non ce l’ha neppure il Presidente del consiglio. Già criticata da qualche idiota perchè sarebbe andata nell’acqua ormai fangosa dopo qualche giorno, oggi anche inquinatissima da batteri e muffe, perché stagnante dalle fogne da oltre una settimana, dell’ Emilia Romagna per farsi vedere e per giunta in camicetta verde!
Ma con maniche arrotolate. Come si suol dire, rimboccandosi le maniche.
Eh, ma non ha voluto giornalisti al seguito, eh ma c’è andata per farsi propaganda, eh ma sarebbe dovuta andare prima. Dopo che ha lasciato il Giappone e il G 7 prima che terminasse. Abbiamo sentito tutto e il suo contrario. Giusto per criticare senza alcuna discrezione e con il consueto disprezzo.
Comunque pare che siano rimasti in pochi e le persone di una certa sinistra illuminata, come amo definirla, se ne stanno rendendo conto.
Tutto sommato la mamma dei cretini sembra abbia iniziato a usare anticoncezionali.
Del resto, Il monito di Goya, il sonno della ragione genera mostri, è sempre attuale. Lo vediamo sia a livello della psiche della singola persona sia a livello sociale
Se in Romagna il nuovo modello di mobilità fosse già reale, il territorio sarebbe inagibile anche ai mezzi di soccorso. Basta un’emergenza per affogare una teoria. E le migliaia di colonnine da ripristinare? Non solo. Sarebbero divampati incendi catastrofici ed esplosioni, a migliaia: le celle al litio sono pericolose in fase di cortocircuito. Dicono i competenti in materia. Certo, non la sottoscritta.
Tanto per sottolineare la follia degli ideologizzati ecologisti esaperati che fanno, o vorrebbero fare, scelte senza pensare alle possibili conseguenze infauste.

Guido Bertolaso

“Pisa, 6 settembre 2010 – Nel suo messaggio inviato alla Presidenza dell’85esimo congresso della Società geologica italiana il capo dipartimento della Protezione civile Guido Bertolaso aveva annunciato che che ”c’è un versante importante sul quale, chi fa seriamente il lavoro scientifico del geologo, può interagire con la Protezione civile ed è quello della riduzione delle soglie di rischio sul territorio”.
”Non è compito della Protezione civile – ha aggiunto – occuparsi di questa forma di prevenzione strutturale dei rischi, ma delle amministrazioni che hanno la responsabilità della gestione ordinaria del territorio. Su questo punto stiamo raggiungendo pero’ un livello di forte criticità per la sistematica sottovalutazione del rischio esistente, la mancanza di piani e programmi di lungo respiro, la scarsa attenzione ai rischi anche quando conosciuti e incombenti”. ”La mancata prevenzione strutturale – ha concluso Bertolaso – provoca un aumento sistematico delle emergenze e un ricorso sproporzionato agli strumenti propri della Protezione civile. Si verifica, insomma, quello che nel settore sanitario potrebbe essere una sistematica disfunzionalita’ dei reparti di un intero ospedale che provoca il massiccio ricorso alle cure del solo pronto soccorso”. La Nazione.

Carla Ceretelli

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