La Russa presidente del Senato…e dove sarebbe il rischio per la democrazia?

Sarebbe bene che la sinistra finisse di parlare a sé stessa paventando un mostro che i giovani non capiscono e che cerca di esorcizzare solo cantando bella ciao. A quando uscire tra la gente e i giovani per cogliere la realtà vissuta?

Trovo stucchevole e sostanzialmente inutile mettere in evidenza oggi che La Russa era (e?) un fascista. Lo sapevamo già e gli italiani lo sapevano già. Ma lo hanno votato ed è stato eletto presidente del senato rispettando pienamente il dettato costituzionale. Il problema sta a monte, molto a monte. Innanzitutto l’Italia (e gli italiani) non hanno ben chiuso i conti con il fascismo (la Germania ben più chiaramente col nazismo. Basta andare a Berlino) e, inoltre, sarebbe bene che la sinistra finisse di parlare a sé stessa paventando un mostro che i giovani non capiscono e che cerca di esorcizzare solo cantando bella ciao. A quando uscire tra la gente e i giovani per cogliere la realtà vissuta? Faccio un esempio.

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Quest’anno è il centenario della marcia su Roma che aprì al fascismo il potere. Mettiamoci nei panni di un ventenne di oggi e pensiamo noi a 20 anni. Io avevo 20 anni nel 1970, era il centenario della breccia di porta Pia. Roma unita al regno d’Italia! Beh a me sembrava una cosa che apparteneva ad un passato remoto, lontano nel tempo e dai miei interessi. Una cosa ininfluente sul mio pensiero e sulle mie emozioni. E perché una cosa di 100 anni fa dovrebbe scatenare chissà quali pulsioni ai giovani di oggi? Anche per loro la centenaria marcia su Roma apparirà come una cosa antica, superata, avulsa. Questa ma anche la resistenza e il mito del 68. Tutte robe che contano poco e niente per chi ha meno di 40 anni. Forse bisogna risintonizzarsi con il mondo e forse i La Russa non verranno eletti e non faranno neanche i presidenti del senato eletti con tutti i crismi della nostra democrazia.

Francesco Pellizzari da PENSALIBERO

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