Chi ha vinto le elezioni?

A scanso di eventuali equivoci prima di esporre quella che segue, voglio premettere che si tratta di un’analisi politologica pura, ancorché molto semplice, che nulla ha a che fare con le mie convinzioni politiche e con i miei valori.
Con ogni evidenza ha vinto il centrodestra, però bisogna spiegare perché il 44% dei voti si trasforma nel 59% dei seggi, cioè una minoranza di elettori ottiene una maggioranza di rappresentanti.
Il sistema elettorale maggioritario uninominale è “distorsivo”. Per rendere l’idea di come funziona immaginiamo una situazione tanto semplificata quanto irreale:
lo Stato Pincopallino è suddiviso in 10 collegi uninominali e il Parlamento è formato da 10 rappresentanti.
In ogni collegio uninominale si presentano 100 liste e gli elettori sono 100. Poniamo che nel collegio A la lista Pinco ottenga 2 voti, il partito Pallo non abbia neppure un elettore e tutte le altre liste ottengano ciascuna 1 voto: s’impone la lista Pinco con il 2%. Posto in altri 8 collegi si ripeta lo stesso evento mentre in un solo seggio, quello dei pallisti, la lista Pallo ottenga 100 voti (tutti i voti, essendo pallisti tutti gli elettori). Ne risulterà un parlamento composto al 90% da pinchisti. Il partito Pinco con 18 voti ottiene il 90% dei parlamentari, mentre la lista Pallo con 100 voti ha il 10% dei parlamentari. Tutti gli altri 882 voti vanno dispersi.

Gli elettori sono 1.000 e tutti votano: i partiti eletti sono due, quello di Pinco va al governo e quello di Pallo all’opposizione. L’88,2% dei voti “si dissolve nel nulla”. La maggioranza si forma con l’1,8% dei suffragi cui corrisponde il 90% dei parlamentari. L’opposizione con il 10% dei voti ha il 10% dei rappresentanti.
Il 25 settembre scorso la coalizione di centrodestra ha vinto le elezioni. Al suo interno Fratelli d’Italia è il primo partito con 7,3 milioni di consensi. Le preferenze totalizzate del centrodestra sono state 12,3 milioni su 29,4 milioni di votanti.
La legge elettorale italiana ha una quota di uninominale maggioritario pari al 37%. Chi è stato beneficiato di più e chi di meno dal “Rosatellum”?

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Se definiamo “resa elettorale” il numero di voti diviso per il numero di parlamentari, limitandoci ai sei partiti maggiori, il risultato migliore alla Camera è stato quello della Lega. In ordine di “resa elettorale” le cose sono andate così (voto più, voto meno):
1. Lega: 1 deputato ogni 37.336 elettori
2. FI: 1 deputato ogni 50.647 elettori
3. Fd’I: 1 deputato ogni 61.350 elettori
4. PD: 1 deputato ogni 77.610 elettori
5. M5S: 1 deputato ogni 82.421 elettori
6. Azione-IV: 1 deputato ogni 101.491 elettori.
Il risultato peggiore è quello ottenuto da Calenda con Renzi. Paragonati con FI, lista dello stesso ordine di grandezza per elettorato, il confronto è spietato: 2,131 milioni di voti per Azione-IV e 2,279 milioni per FI. Risultato 21 a 45 deputati. 147.820 voti di scarto (lo 0,5% rispetto all’insieme dei votanti) hanno fruttato a FI oltre il doppio, con 24 deputati in più. Il voto per la Lega, però, ha reso quasi il triplo e cioè 2,7 volte rispetto a quello per Azione-IV.
Per essere completi il peggior risultato è stato quello di Impegno Civico di Luigi Di Maio che ha eletto un solo deputato (e nessun senatore) con 169.405 voti.
La “resa elettorale” al Senato è simile:
1. Lega: 1 senatore ogni 90.348 elettori
2. Fd’I: 1 senatore ogni 108.573 elettori
3. FI: 1 senatore ogni 126.665 elettori
4. PD: 1 senatore ogni 137.512 elettori
5. M5S: 1 senatore ogni 153.068 elettori
6. Azione-IV: 1 senatore ogni 236.812 elettori.
Anche al Senato 1 preferenza per la Lega ha ottenuto 2,6 volte di più rispetto al voto per Azione-IV.
Evidentemente tra i sei maggiori partiti, per effetto della legge Rosato, voluta dal PD di Renzi, la “resa elettorale” peggiore è stata proprio quella di Renzi (con Calenda).
Merita ricordare che per approvare il “Rosatellum” il governo Gentiloni pose la fiducia sia alla Camera, sia al Senato. Votarono a favore il PD, FI, la Lega Nord, Alternativa popolare (cioè Angelino Alfano) e Alleanza Liberalpopolare-Autonomie (cioè Denis Verdini). Dopo l’approvazione della Camera (tra scrosci di applausi, felicitazioni ed abbracci finali) il relatore Ettore Rosato commentò: “grande soddisfazione per una legge scritta con la forte volontà del PD e con maggioranza larga ”. Questi sono i numeri della votazione finale:
Camera: presenti e votanti 590, 375 favorevoli e 215 contrari (63,56%).
Senato: presenti 278, votanti 277, favorevoli 214 contrari 61, astenuti 2 (76,97%).
In base all’argomentazione qui svolta, la risposta alla domanda iniziale potrebbe essere questa: “ha vinto il partito con la migliore resa elettorale, cioè la Lega”. In secondo luogo, anche se è vero che in politica 1 + 1 non fa 2, si può essere autorizzati a concludere che chi ha perso, ha perso perché non ha voluto costituire un cartello elettorale con altre forze dello stesso campo.

Savona, 16 ottobre 2022 

Fabio Tanghetti

[1] https://www.repubblica.it/politica/2017/10/12/news/il_rosatellum_alla_prova_del_voto_segreto_finale-178045315/

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