La processionaria del pino

IL VOLTO DELLA MEMORIA
Sessantasettesima parte
LA PROCESSIONARIA DEL PINO

IL VOLTO DELLA MEMORIA
Sessantasettesima parte

In data 4 aprile 2016, il quotidiano “IL SECOLO XIX” ha riportato la SEGUENTE NOTIZIA:

 “TANTE SEGNALAZIONI NEL CENTRO DI SAVONA E NON SOLO”

È ALLARME PROCESSIONARIA – PIÙ FORTE DELLA DISINFESTAZIONE

Riportiamo, per intero, la PARTE INIZIALE DELL’ARTICOLO SEGUENTE a firma di TOMMASO DOTTA:

“OCCHI APERTI. ANCHE IN PIENO CENTRO A SAVONA, E NONOSTANTE IL LAVORO DI DISINFESTAZIONE PORTATO AVANTI DA ATA, C’È IL RISCHIO CONCRETO DI INCAPPARE NELLA PROCESSIONARIA: UN PERICOLO NON DA POCO PER L’UOMO, A CUI QUESTO PARASSITA PUÒ CAUSARE PESANTI IRRITAZIONI ALLA PELLE, MA ANCORA DI PIÙ PER IL CANE.

AL SECOLO XIX SONO GIUNTE NUMEROSE SEGNALAZIONI DI NIDI IN CITTÀ. CE N’È AD ESEMPIO A SAN MICHELE, SUGLI ALBERI DEL GIARDINO DI VILLA FERA, O ADDIRITTURAI N DARSENA, SUI PINI DIFRONTE AL CONAD DI PIAZZA REBAGLIATI.”


Ma, al fine di approfondire ulteriormente le conoscenze su questo argomento, proponiamo ai nostri Amici lettori il seguente articolo, datato 22 MARZO 2007, a firma di ALDO PASTORE così intitolato:

LA PROCESSIONARIA DEL PINO

E’comparso improvvisamente e con un notevole anticipo rispetto ai tempi, dettati dalle leggi della natura, l’allarme per la PROCESSIONARIA DEL PINO (termine scientifico: THAUMETOPEA PITYOCAMPA).

Per comprendere appieno la complessità e la gravità del problema che, noi tutti, abbiamo di fronte, è necessario dedicare alcune considerazioni AI CICLI BIOLOGICO E CRONOLOGICO di questo caratteristico Lepidottero.

 –    Incominciamo, allora, a parlare del soggetto adulto, il quale si presenta sotto forma di FARFALLA, che vola, con grande tranquillità, nei cieli dei nostri  boschi di conifere, dagli INIZI DELL’ ESTATE SINO A TUTTO IL MESE DI LUGLIO.

 –    In questo periodo avviene l’ accoppiamento tra maschi e femmine e la successiva deposizione delle UOVA in ovature, a forma di manicotto, poste sugli aghi dei pini.

 –    Dalle uova, prendono origine le GIOVANI LARVE, le quali, generalmente A  FINE AGOSTO, iniziano, con grande velocità e notevole maestria, la loro attività, scheletrizzando le foglie e costruendo temporanei nidi estivi, edificati con fili (simili a seta), i quali vengono ad inglobare i rametti dei pini, con relative foglie.

 –    ALLA  FINE DELL’ ESTATE E DURANTE L’ AUTUNNO, le GIOVANI LARVE iniziano a costruirsi i compatti  ed inconfondibili NIDI, simili a batuffoli di cotone, che, quotidianamente, possiamo  scorgere sui nostri alberi di conifere. Questi nidi sono geniali per le loro caratteristiche costitutive, essendo formati da fili sericei, che inglobano aghi secchi, escrementi ed altri detriti; l’ interno nel nido è ben coibentato da secreti, prodotti dalle larve stesse, e dai peli da loro liberati, in modo da mantenere la temperatura interna relativamente alta, anche se l’ ambiente esterno può essere freddo ed, addirittura, sotto gli zero gradi.

 –    IN PRIMAVERA, si  assiste all’ uscita, vera e propria, dal nido delle LARVE MATURE; queste si nutrono, defogliando completamente i rametti e mangiando interamente gli aghi; ne conseguono effetti disastrosi, specie in caso di forti e massicci attacchi; questi, infatti, causano un notevole indebolimento delle piante conifere, provocando, ad esse, oltre ad un danno materiale, anche un grave stress fisiologico. Inoltre le conifere colpite diventano recettive ad altri fitofagi ed alle malattie fungine lignicole.

 –    Le larve raggiungono la maturità alla FINE DI MAGGIO – INIZIO GIUGNO; in questo periodo, esse, rigorosamente in fila indiana, (da qui, il nome PROCESSIONARIA) scendono dalle piante, lungo il tronco e si spostano sul terreno, dove si interrano a qualche centimetro di profondità, si trasformano in CRISALIDI (stato Intermedio fra quello LARVALE e quello di PERFETTO LEPIDOTTERO) e, successivamente, in FARFALLE, dando quindi inizio ad un nuovo ciclo.


La Processionaria, tuttavia, non è dannosa e devastante soltanto per il patrimonio boschivo e, più in generale, per l’ intero nostro ecosistema.

Essa arreca, anche, danni alla salute umana.

Non dimentichiamo, in proposito, che le larve presentano delle pieghe cutanee, ricoperte da migliaia di peluzzi, che si rizzano e si distaccano facilmente (quando le larve sono irritate o si sentono minacciate), disperdendosi nell’ atmosfera.

Questi peluzzi sono fortemente urticanti e mantengono a lungo questa proprietà, diventando causa di notevoli reazioni epidermiche e allergiche (anche congiuntivali).

Pare, anche, che i peluzzi riescano a penetrare nell’ organismo umano, attraverso le mucose ed i vasi capillari e che, di conseguenza, le manifestazioni più gravi siano dovute proprio a questo particolare meccanismo introduttivo.

Ritorna, dunque, alla nostra attenzione, l’allarme dal quale eravamo partiti e cioè: 

L’ inverno eccessivamente caldo, che abbiamo vissuto, quali conseguenze porterà alla biologia ed ai ritmi cronologici della Processionaria?  

 Ed ancora più a monte:

L’ inverno anomalo del 2007 è un evento eccezionale ed a sé stante, oppure si configura come una conseguenza del surriscaldamento del nostro Pianeta, legato, a sua volta, al continuo accentuarsi dell’Effetto – Serra? 

Debbo dire che io propendo per questa seconda ipotesi: ritengo, infatti, che il progressivo aumento della concentrazione di biossido di carbonio e degli altri gas – traccia nell’atmosfera terrestre sia la causa fondamentale del surriscaldamento del Pianeta; questo, a sua volta, sta conducendo ad una alterazione delle condizioni bio-fisiche di molte zone della terra, venendo a modificare, nel profondo, l’intera biologia planetaria e, quindi, il modo di essere e di evolversi di molte specie animali e vegetali.

Verosimilmente, dunque, il ritmo biologico della Processionaria (sopra riassunto) sarà destinato a modificarsi in futuro, per diventare, con il trascorrere del tempo, un nuovo, definitivo ed irreversibile modo di essere.

Avremo, allora, un aumento nella diffusione di questo lepidottero, ma, soprattutto, un suo periodo vitale più prolungato nel tempo e, di conseguenza, sempre più devastante, per l’uomo e per l’ambiente.

E’ possibile porre rimedio a tutto questo?

La prima risposta, che viene spontanea alla mia mente, è positiva e riguarda, in sintesi, un diverso e migliore modo di produrre e di consumare, a livello planetario e nazionale.

Ma, è, tuttavia, possibile condurre, anche, una battaglia specifica contro questo Lepidottero; non a caso, lo Stato Italiano ha reso obbligatoria la lotta contro la Processionaria del Pino già con uno specifico Decreto Ministeriale del 20 – 5- 1926 e, successivamente, con un D. M. del 1938 ed, infine, con il Decreto del Ministro delle Politiche Agricole del 17 Aprile 1998.

Possiamo dire, al riguardo, che esistono sostanzialmente TRE METODI per contrastare  la Processionaria: 

LOTTA FISICO – MECCANICA


Consiste nella distruzione dei NIDI INVERNALI con MEZZI MECCANICI.

Questa tecnica presenta, tuttavia, notevoli difficoltà perché i nidi sono, generalmente, posti in punta e sono, addirittura, irraggiungibili se le piante sono di grandi dimensioni.

Inoltre, questa tecnica non è proponibile in un contesto boschivo di grande superficie, per l’eccessivo costo economico.

Infine, la distruzione del nido deve essere eseguita con precauzione, per la possibilità di urticazioni gravi delle mucose, specialmente se non si usano idonee misure preventive.

Una variante alla distruzione dei nidi con mezzi meccanici è rappresentata dai COLPI DI FUCILE DA CACCIA, sparati, tuttavia, in pieno inverno; in questo modo, il nido viene distrutto e frantumato e le larve, non più protette, soccombono, anche per il freddo.

LOTTA BIOTECNOLOGICA

Si tratta di una tecnica innovativa, che io ho appreso, nei primi anni ’90, dalla viva voce dell’ amico Fabrizio Del Nero, botanico di grande competenza e valore.

Il metodo va attuato all’ interno della pineta, a partire dalla metà del mese di Giugno (vale a dire: nel periodo destinato, per natura, all’ accoppiamento tra maschi e femmine).

Occorre utilizzare delle TRAPPOLE a forma di imbuto, con la base rivolta  verso l’alto e l’apice  verso il basso; è consigliabile mettere una modesta quantità di miele all’ interno dell’ imbuto; indi, si introduce una certa dose di fenormoni femminili; il maschio che, in questo periodo dell’ anno, volteggia nell’ etere sotto forma di farfalla, sente odore di “femmina” (come il Don Giovanni mozartiano), si introduce nella trappola ad imbuto e non ne esce più, perché invischiato nel miele, e va incontro ad una dolcissima eutanasia.

Le femmine si limiteranno a deporre uova non fecondate e si arriverà, in ultima istanza, ad interrompere il ritmo biologico della riproduzione.

Questa tecnica è molto interessante, soprattutto nei parchi e nei boschi; è sufficiente, al riguardo, collocare le trappole ai margini della pineta, a mezza altezza, con una densità di una trappola ogni 100metri di distanza. 


LOTTA BIOCHIMICA

Consiste in una innovativa tecnica endoterapica, attraverso la quale viene procurato, da parte dei pini, l’assorbimento di idonei insetticidi, mediante iniezioni all’ interno del tronco delle piante.

Si tratta di una metodologia in continua e positiva evoluzione, perché è finalizzata alla completa immunizzazione della pianta di fronte all’ attacco delle larve; i più recenti sistemi di endoterapia consentono di raggiungere brillanti risultati, senza causare rischi accidentali di contatto con le persone e l’ambiente circostante.

L’ impiego della tecnica endoterapica è, tuttavia, limitato, almeno attualmente, alla tutela dei giardini e dei vivai, non essendo prevedibili interventi su larga scala. 

La conclusione di questo mio articolo vuole rappresentare un semplice monito per tutti noi, sottolineando il concetto che la salvaguardia del nostro patrimonio boschivo è condizione essenziale per la vita, in quanto esiste una stretta connessione tra l’ esistenza umana e l’esistenza della natura.

Nasce da questa considerazione, l’ invito di dedicare maggior tempo e maggior impegno alla ricerca scientifica e tecnologica e, soprattutto, a meditare, ancora una volta, sull’ idea di sviluppo Indefinito, perché, in sintonia con il pensiero di Kenneth Boulding:

CHI CREDE CHE UNA CRESCITA ESPONENZIALE

POSSA CONTINUARE ALL’ INFINITO IN UN MONDO FINITO

E’ UN FOLLE, OPPURE UN ECONOMISTA.

ALDO PASTORE                     16 Marzo 2007       

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