La crisi della spiaggia di Savona ed…

   

LA CRISI DELLA SPIAGGIA DI SAVONA 
ED IL PORTO DI VADO (II intervento)

 

LA CRISI DELLA SPIAGGIA DI SAVONA 
ED IL PORTO DI VADO (II intervento)
 

 La graduale realizzazione del porto di Capo Vado, come ampiamente previsto nell’articolo pubblicato su “La Marina mercantile” nel lontano marzo dell’76 “Il futuro delle spiagge di Savona e Albisola”  di G. Berriolo, ha già provocato l’inversione del flusso detritico nell’arco compreso tra la foce del torrente Letimbro e Capo Vado, ponendo in seria crisi la spiaggia di Savona.

La situazione è già stata denunziata dalla Regione Liguria con” Il P.T.C. DELLA COSTA” del 1999’.  

In sostanza, nella configurazione naturale, le spiagge dell’arco Vado-Priamar erano soggette ad un flusso detritico prevalente verso Savona ed alimentate dalle alluvioni dei torrenti Segno, Quiliano e Letimbro, che ne assicuravano la alimentazione e quindi la stabilità.

Con La realizzazione delle strutture di Porto Vado le alluvioni dei torrenti Segno e Quiliano (a seguito delle variazioni indotte nella circolazione dei sedimenti) attualmente alimentano le spiagge di Vado, che sono in evidente avanzamento, mentre le alluvioni del torrente Letimbro continuano ad alimentare la spiaggia a levante. Pertanto l’arco di spiaggia compreso tra le foci dei torrenti Quiliano e Letimbro rimane sostanzialmente privo di alimentazione e soggetto ad un flusso detritico verso Vado. Da ciò la crisi di questo magnifico arco di oltre due chilometri.

Con la procedura di VIA e relativa delibera regionale n 22 del 10 Agosto 2005 si è previsto di realizzare la grande piattaforma Maersk su palificata, allo scopo di non compromettere la circolazione delle acque e dei sedimenti e quindi il regime marittimo del paraggio. Senza rendere necessaria una nuova diga per assicurare la operatività della grande piattaforma.


La Regione Liguria con la pubblicazione del Gennaio 2010 “Le spiagge della Liguria occidentale” analisi evolutiva, di G. Fierro, G. Berriolo e M. Ferrari, avanzò qualche preoccupazione che si riporta testualmente:

“Il problema non può essere ignorato come è accaduto in passato. Secondo un primo esame, ovviamente superficiale, l’ottima esposizione marittima della rada di Vado, già attenuata dalla presenza della diga esistente, dovrebbe poter assicurare possibilità di manovra e protezione dalle agitazioni ondose sufficienti per la operatività delle grandi navi che operano nel porto. Appare pertanto possibile che, come già è accaduto per il porto di Savona in relazione alla spiaggia di Albissola Marina, si possa risolvere il problema, in base ad uno studio approfondito, senza ricorrere ad un nuovo molo foraneo. In ogni caso è evidente che il problema della spiaggia va affrontato sia nel caso che non siano previste nuove variazioni delle opere portuali, sia,ed a maggior ragione, nel caso che esse siano in qualche modo giudicate indispensabili per la operatività del porto.

 Già in data Luglio 2014 il sottoscritto, posto in allarme da alcune indiscrezioni, a mezzo di lettera riservata alla Autorità portuale, esprimeva apprensioni relative a possibili e ventilate varianti al progetto.

 Con procedimento di Impatto ambientale attivato in data 04\01\2016, APM Terminal Vado Ligure S.p.a. ha proposto una variante al progetto 2005 che prevede, non solo di spostare verso l’esterno la diga esistente (con un intervento di I Fase a cui evidentemente, dovrà seguire una seconda) ma anche di realizzare la piattaforma (già prevista su palificata) su semplice riempimento (operazione che da sola, aggraverebbe la situazione attuale).

Non è necessaria una indagine particolare per prevedere le conseguenze della realizzazione della variante presentata e in corso avanzato di approvazione.


 Lo squilibrio attuale della spiaggia di Savona Vado sarà fortemente incentivato nell’arco di oltre 2 km tra le foci dei torrenti Quiliano e Letimbro. In particolare i sedimenti della spiaggia si sposteranno verso Vado sguarnendo il lato nord orientale e addossandosi al terrapieno in sponda sinistra del torrente Quiliano e superandolo quindi verso Vado. Non è chiaro invece se  (a seguito della I fase di spostamento della diga) sarà completamente invertito l’attuale flusso detritico verso levante dal torrente Letimbro ma è certo che ciò avverrà a seguito di una II fase, con conseguente squilibrio anche della spiaggia del Prolungamento. Per quanto riguarda Vado le spiagge, come detto, avanzeranno ma purtroppo saranno spiagge “morte” in quanto sottratte alla azione marina e bagnate da acque stagnanti e molto probabilmente inquinate.

Il problema sarà ancora ignorato?

 Ho cercato di essere il più possibile conciso e accessibile ai “non addetti”. Per chi volesse approfondire il problema mi propongo di far pubblicare una trattazione  più “tecnica” su “Studi Costieri” rivista scientifica a diffusione nazionale, Editore Lito Terrazzi s.r.l. via Guido Rossa 9 Cascine del Riccio 50015 Impruneta  Firenze

Ing. Giorgio Berriolo via Aurelia 153 17028 Spotorno SV         

  Spotorno 06 Aprile 2016

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