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Da, Coordinatore regionale della Toscana dei Liberaldemocratici italiani e Vicepresidente nazionale condivido volentieri la vicenda che risale agli anni 60 ma che ha molto da dimostrare e insegnare.
Isolotto, il murale La Pira e Fabiani
Antefatto
Siamo nel 1949. L’Italia è uscita a pezzi dalla guerra e deve essere ricostruita. Una gran parte della popolazione vive in condizioni terribili.
Amintore Fanfani propone un importante piano per costruire migliaia di nuove case.
Oggi non siamo nel dopoguerra ma la situazione non è tanto rosea per l’edilizia popolare . Tanto che assistiamo a un fenomeno abbastanza sconosciuto fino a pochi anni fa, come l’occupazione delle case private. Soprattutto da parte di Immigrati, nonché di Italiami in condizioni di povertà che non si arresta, anche per l’insana gestione degli passati governi dell’ultimo decennio , che hanno scelto i bonus anziché il sostegno all’impresa che crea lavoro.
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Il 9 gennaio, 120° anniversario della nascita di Giorgio La Pira, L’Osservatore Romano ha dedicato due pagine al ricordo del Professore. L’articolo principale è stato scritto dalla presidente della Fondazione, Patrizia Giunti che ripercorre le coordinate essenziali del percorso umano e cristiano di La Pira «che non riusciremmo a comprendere senza avere in mente questa straordinaria coerenza della sua biografia, plurale e unitaria allo stesso tempo». Una «personalità complessa, che del Novecento riflette i drammi e le inquietudini, ma anche le straordinarie conquiste «tutta la ricchezza di un impegno politico profuso verso il cittadino.
Mai stata democristiana . Ma da liberale, non liberista, riconosco che Giorgio La Pira è stato un grande sindaco che si è occupato davvero, non a ciance e senza costrutto, del bene comune. Basta ricordare le case popolari dell’Isolotto che poi, negli anni, si è trasformato din quartiere residenziale piuttosto ambito.
Oggi. «Un piano casa in stile La Pira: costruiamo»
«Come emerso dal rapporto di Confservizi Cispel Toscana e Nomisma sul sistema dell’Edilizia residenziale pubblica l’emergenza abitativa ha ormai raggiunto a Firenze livelli di guardia, soprattutto a causa della carenza di alloggi in locazione che sta spingendo molte famiglie fuori dalla città, alla ricerca di soluzioni perseguibili e abbordabili sotto il profilo economico. La casa per una comunità è un elemento essenziale e distintivo. A Firenze serve un nuovo piano casa in stile La Pira» Così, dice «la città può tornare ad essere attrattiva verso le famiglie evitando questo continuo spopolamento ormai in atto da più di un decennio. Se si continua cosi, si rischia l’effetto Venezia». Per far questo serve una riforma di Casa Spa, a totale partecipazione pubblica e a controllo pubblico che provvede ad erogare il servizio di gestione di edilizia pubblica. Ma serve altrsì superare le attuali «assurde graduatorie totalmente inaccessibili ai cittadini». Abitazioni spesso destinate a stranieri che prevaricano i cittadini stanziali da decenni, Italiani da sempre.
Fanfani e La Pira
Ma non basta. il nuovo sindaco di Firenze, «nei primi 18 mesi di legislatura dovrà assolutamente portare a termine la completa ristrutturazione delle 800 case di proprietà del Comune che attualmente sono inagibili da destinare in parte agli indigenti, in parte a cittadini , in particolare giovani coppie, a canoni calmierati e equilibrati e a studenti che oggi esborsano 400/500 euro al mese. Il nuovo piano casa dovrà anche prevedere la «costruzione in aree pubbliche della città metropolitana di nuove abitazioni a costi accessibili sfruttando prevalentemente le aree dismesse o in via di dismissione e anche, in caso di necessità, prevedendo per l’edilizia pubblica il superamento dei volumi zero. Naturalmente con vari vincoli: quello di non poter rivendere entro un certo numero di anni da identificare , di non poter subaffittare e di avere un reddito Isee non superiore a una cifra altrettanto da individuare.
Carla Ceretelli