La mobilità sostenibile nel Savonese

  La mobilità sostenibile nel Savonese

Da fattore di debolezza a volano della ripresa

La mobilità sostenibile nel Savonese

Da fattore di debolezza a volano della ripresa

Architetto Antonio Schizzi, esperto in pianificazione territoriale e strategica, ha redatto piani della mobilità e studi sul sistema delle infrastrutture, dei porti e della logistica, dal 2021 Presidente della sezione Ligure dell’Associazione Italiana per l’Ingegneria del traffico e dei Trasporti (AIIT).

 

Le criticità del sistema della mobilità del nodo Savonese

Nell’Ambito Savonese si rileva un progressivo peggioramento delle condizioni del traffico anche a seguito di una serie di eventi che si sono succeduti sulla rete autostradale dal crollo del Ponte Morandi a Genova nell’Agosto  2018, al crollo del viadotto sulla A6 Savona – Torino nel novembre 2019, fino all’attuale pressoché impercorribilità autostradale dovuta alla manutenzione dei viadotti e delle gallerie dell’intera Liguria che comporta  code infinite nei due sensi di marcia e un aumento inaccettabile dei tempi di percorrenza e del numero di incidenti gravi con ricadute molto pesanti sull’economia portuale e turistica.


A tale situazione di emergenza si aggiunge l’aumento del numero dei mezzi pesanti in entrata-uscita dal porto e l’inaugurazione, nel dicembre 2019,della nuova Piattaforma portuale di Vado che porterà, a pieno regime, un incremento di circa 1.900 veicoli pesanti/giorno considerando una percentuale di trasferimento modale su ferro del 21% dei contenitori.

Già nel 2010 gli studi trasportistici, condotti dalla Provincia di Savona sugli effetti della piattaforma sulle infrastrutture autostradali e ferroviarie prevedevano, in assenza di interventi, un collasso quotidiano del nodo di Savona oltre a quello provocato dai fine settimana turistici.


L’Accordo di Programma per la realizzazione della Piattaforma di Vado Ligure, sottoscritto il 28 settembre 2018, prevede l’adeguamento “minimo” della strada di scorrimento Vado Ligure-casello autostradale di Savona entro la fine del 2021 (intervento finanziato da Autorità di Sistema Portuale) mentre è stato di recente approvato i dal Ministero per le Infrastrutture e Trasporti il progetto definitivo del nuovo casello di Bossarino dedicato al traffico portuale quale presupposto il finanziamento dell’opera per circa 70 milioni.


Il cantiere dell’Aurelia Bis di Savona, che dovrebbe collegare il Comune di Albisola Superiore al centro città, si è fermato a seguito della richiesta di concordato preventivo fallimentare da parte della società appaltatrice ed è in attesa di una nuova gara d’appalto. Peraltro l’Aurelia bis in fase di realizzazione non sembra risolvere il congestionamento del traffico in quanto costituisce soltanto un tratto del progetto originario che prevedeva a levante l’innesto sulla statale Aurelia per i flussi provenienti da i Comuni di Celle Ligure e Varazze e la prosecuzione a ponente verso il casello autostradale di Savona. Inoltre i suoi raccordi con la viabilità urbana non risultano funzionali per i collegamenti dell’hub portuale al casello autostradale di Albisola.


Le criticità del nodo autostradale e il traffico dei mezzi pesanti in entrata e uscita dal porto di Savona, a cui si aggiungerà, con l’attenuarsi dell’emergenza sanitaria, quello generato dalle crociere, mettono in crisi l’Aurelia e la viabilità urbana, limitano l’efficienza del trasporto pubblico locale e aumentano i livelli di inquinamento e di incidentalità.

Inoltre il servizio di Trasporto Pubblico Locale (TPL) dovrà rispondere all’attuale crescente domanda di mobilità in ambito urbano ed extraurbano anche in chiave di innovazione, integrazione e sostenibilità ambientale del sistema.


Le linee ferroviarie sulle direttrici interne Savona-Cuneo-Torino e Savona-Alessandria-Milano presentano buone capacità residue in grado di assorbire una quota parte di flussi di merci generati dal porto di Savona e dalla nuova piattaforma di Vado Ligure rendendo possibile l’aumento della percentuale del trasporto merci su ferro e l’incremento del trasporto passeggeri anche a fini turistici. Tuttavia le linee, per quanto riammodernate, sono sottoutilizzate e presentano tempi di percorrenza troppo lunghi.

Le carenze infrastrutturali e le criticità del sistema della mobilità rappresentano un limite alla ripresa economica produttiva del Savonese e alla sua funzione turistica come rileva anche il Progetto di Riconversione e Riqualificazione Industriale (PRRI) messo in campo dal MISE per l’area di crisi industriale complessa del Savonese.

Le iniziative infrastrutturali in corso nel Savonese


Nel Savonese sono in corso alcune iniziative per risolvere le maggiori criticità infrastrutturali, si tratta di piani e progetti ancora in itinere oppure di idee progettuali neppure formalizzate.


Mi riferisco al Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), il sistema di trasporto pubblico elettrificato dell’asse costiero Varazze – Savona, – Vado Ligure, il collegamento della A10 Genova – XX Miglia a ponente di Savona con la A6 Savona Torino e la prosecuzione con la Carcare – Predosa, il raddoppio della ferrovia Savona – S. Giuseppe di Cairo – Ceva ma anche la Ciclovia Tirrenica che percorre la costa ligure dal confine di Stato di XX Miglia a Roma.


Si tratta di interventi sul sistema delle infrastrutture per la mobilità e i trasporti nel Savonese che stentano a concretizzarsi per diverse ragioni riconducibili alla mancanza di coordinamento tra gli Enti locali e le Società pubbliche e private, alla cronica incapacità di sviluppare i progetti e di accedere alle risorse finanziarie per la realizzazione delle opere.


In questa fase decisiva per una possibile ripresa economica e sociale del nostro paese, il Savonese sta perdendo anche l’occasione irripetibile costituita dal Pano Nazionale di ripresa e Resilienza (PNNR) Recovery Plan con particolare riferimento  alle risorse previste per la Missione 3 – Infrastrutture per la mobilità sostenibile nelle sue diverse linee di azione improntate alla sostenibilità e all’efficienza del sistema della mobilità come gli interventi sulla rete ferroviaria, l’intermodalità, il sistema portuale più competitivo e sostenibile.

Risulta del tutto assente un documento di posizionamento del Savonese rispetto al PNNR che definisca un sistema di obbiettivi improntati alla sostenibilità ambientale e all’efficienza del sistema della mobilità con le relative azioni e progetti da proporre per la sua ripresa.


In un prossimo articolo proverò a descrivere più dettagliatamente i piani e i progetti soprarichiamati e irrinunciabili per la ripresa economica e sociale del Savonese.

 Architetto Antonio Schizzi

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