La fede nella scienza mette il cervello in stand by.

Gli addetti ai lavori, ci dicono che la natura ha impiegato milioni di anni per fare della scimmia con la coda, un uomo col cervello: creativo, sociale, civile, umano, razionale e produttivo.

Poi con Galilei, quattro secoli fa, il sapere umano si arricchi di scienza, e ora il progresso tecnologico si sta dimostrando capace di impoverire l’uomo di pregi e arricchirlo di difetti.

E sconsolati, lo affermano pure gli umanisti preposti alla formazione e informazione dei cervelli. Salvo poi scandalizzarsi se i cervelli di loro produzione, in politica mal governano, e nel mondo finanziario strozzano i singoli e i popoli.

PUBBLICITA’

Azzardo una ipotesi. La diversità di effetti prodotti sull’uomo dalla natura e dalla cultura, forse potrebbe avere queste cause: la natura induceva crescita intellettiva alternando successi e fallimenti; mentre la cultura induce intelligenza finta, premiando non i più capaci, ma i più rapaci.

Chi arricchisce l’umanità di certezze scientifiche e progetti faraonici a fallimento garantito, per carenza di mezzi o di uomini veramente onesti e veramente capaci.
In Italia, dopo 43 anni dalla costituzione della concessionaria Stretto di Messina spa, del PONTE non si è ancora posata la prima pietra, ma si sono consumate tonnellate di inchiostro per pubblicizzare bellezza, utilità e un diluvio immaginario di produttività economica.
Per aiutare i popoli a produrre ricchezza e vivere in pace, forse il progresso scientifico e tecnologico non dovrebbe trascinare a forza il progresso culturale, ma affiancarlo, per non usare i popoli poco istruiti da cavie, mettendogli in mano la tecnologia (come ora con i telefoni e internet) prima di avergli messo in testa le istruzioni per l’uso. Che è come far guidare un auto a chi non ha ancora la patente.
È vero, se la scienza dovesse muoversi alla velocità de l’istruzione media dei popoli, un bradipo potrebbe sorpassarla senza aprire la freccia.
Ma se la scienza si rende libera di avanzare autonomamente e lasciare i popoli nella parziale o totale ignoranza delle nuove tecnologie; per l’intera umanità e con effetto domino, i problemi è ovvio che diventino conseguenziali e ingovernabili.
Quando il mondo scientifico mise a disposizione dei popoli computer e internet, (in America nel 1969 e in Italia nel 1986), almeno l’80% dei professori, professionisti e direttori di giornali di età avanzata, si rifiutarono di usare questa tecnologia e si incatenarono alla loro amatissima macchina da scrivere o calcolatrice, e tentarono di arruolare informatici e webmaster, ma all’epoca erano introvabili come aghi nel pagliaio.
Solo la generazione successiva si rassegnò al nuovo, e mandò in pensione il vecchio.
Se l’avanzamento culturale e intellettivo dei popoli riesce a tenere il passo delle innovazioni tecnologiche prodotte dalla scienza, tutto il sapere genera produttività, giustizia e pace.
Ma se l’istruzione non riesce ad adeguare l’intelligenza collettiva alla folle accelerazione del progresso, e il mondo scientifico (degli “apprendisti stregoni” come li chiamava Goethe) se ne infischia di quanto i popoli arrancano a stargli dietro; la barbarie al galoppo è garantita a colpi di recessioni,  bancherotte, default, guerre, terrorismi, ecc. ecc.
Ma tranquilli, sta avanzando l’intelligenza artificiale che promette di risanare i guasti di quella naturale, col rischio che sia finalizzata a sfruttare interi popoli, a vantaggio di una manciata di trilionari vampiri.
I “miracoli” della Fede scientifica e del progresso tecnologico finalizzato a sfruttare e ad asservire, sono il volano della bancarotta economica mondiale, da cui ogni singolo Stato tenta di sottrarsi come può: o scatenando la guerra o fingendo di spegnere la guerra altrui con il lanciafiamme, come ora l’Europa in Ucraina.
Insomma, nessuno si è mai potuto fidare pienamente della natura; e ora, pur sapendo che della scienza non si potrà più fare a meno, fidarsi senza discernimento di tutto e di tutti è autolesionismo.

Franco Luceri da il rebus della cultura

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.