La bozza Calderoli sull’autonomia è solo propaganda elettorale

In questi giorni si sta discutendo la bozza Calderoli sull’autonomia.
Se da un lato si potrebbe essere soddisfatti per aver riportato in auge un argomento che è stato dimenticato per anni da tutti, Lega compresa, da un altro lato dopo una lettura attenta, premettendo che non sono un professionista dell’argomento così come non lo è Calderoli, lo dico con chiarezza questa bozza non mi piace per nulla e non per partito preso.

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Cercherò brevemente di elencare cosa non va in questa bozza. La prima cosa che salta agli occhi al più distratto dei lettori è che si tratta di un’autonomia debole con poche risorse ed eliminabile dallo Stato in ogni momento. Sembrerebbe che la bozza Calderoli ricalchi in buona sostanza quanto previsto nei preaccordi. In realtà i trabocchetti rendono questa bozza l’ennesimo pasticcio che creerà confusione e basta, insomma una riforma per prendere voti.
Ci devono spiegare perché si debba attuare un ping pong istituzionale assurdo compreso il passaggio delle commissioni che non è previsto nel iter costituzionale, né nei pre-accordi firmati da alcune regioni mesi fa.
Ma veniamo al nocciolo della questione e cioè al motivo più grave che rende irricevibili tale bozza. Parliamo dell’articolo 3 dove c’è senza dubbio il piatto forte “il trasferimento delle funzioni e delle risorse corrispondenti ha luogo a seguito della determinazione dei relativi livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale” in soldoni l’erogazione dei servizi viene determinato dalla spesa storica, cioè quella già esistente. Significa che se una regione ha speso molto e prodotto poco in termini di qualità riceverà comunque lo stesso contributo dell’anno precedente, concetto in totale antitesi ai più elementari principi federalisti.
Questo metodo è in vigore dal 1977 (decreti Stammati) ed è uno dei più grandi “furti” legalizzati di questo paese. Se una regione spende e spreca magari per favorire clientele, questa verrà premiata l’anno successivo.
Niente di nuovo sotto il cielo, vi pare. Questo passaggio serve chiaramente per addomesticare il giudizio di alcune regioni che altrimenti, farebbero le barricate per non fare approvare questo provvedimento. Lo dico con chiarezza se questa bozza venisse approvata al suo interno celerebbe una nuova cassa del mezzogiorno mascherata.
Io ritengo e insieme a me tanti amici che un vero movimento federalista dovrebbe battersi per una seria attuazione del sistema federalista e non produrre fatiscenti leggi o bozze come questa che senza alcun dubbio lasciano sempre il pallino in mano alla Stato centralista.
Risultando l’ennesima fregatura soprattutto nei confronti delle regioni virtuose

Roberto Paolino

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