Italiana Coke

Nel buio di Cairo, fiammate

Nel buio di Cairo, fiammate

Cairo Montenotte.

Venerdì sera.

Nella sala della SOMS si abbassano le luci.

La voce del Prof. Federico Valerio dell’ Istituto Nazionale per la ricerca sul Cancro, è come una lama nel buio squarciato dalle slides proiettate. Racconta le analisi dell’inquinamento delle acciaierie di Cornigliano, ormai chiuse. Per decenni, quantità impensabili di Benzene e Benzopirene (dal triplo fino a 40 volte i limiti di legge) si sono riversate nell’aria. Le donne di Cornigliano morivano di cancro, ma non in silenzio. 

La politica fu costretta a organizzare una rete di monitoraggio degli inquinanti. Quella vera. Le centraline, quelle vere, correttamente posizionate, non lasciarono dubbi. Dopo la chiusura degli impianti gli inquinanti scomparvero.

 

Fino ad allora, politica e industria dicevano: “sarà il traffico“.

 

Il professore continua: Spiega ad una sala attonita che a Taranto non andò diversamente: “… la situazione laggiù era ancora peggiore, ma non se ne sapeva nulla. Le agenzie di tutela dell’ambiente non si sono mosse fino a quando non hanno potuto più far finta di niente.” E poi: “Se avessimo aspettato la politica la cokeria di Cornigliano sarebbe ancora lì. Ci sono meccanismi che ostacolano l’attivazione dei controlli…” e chi vuol capire, ha capito.

 

Cairo Montenotte. A qualche centinaio di metri oltre le finestre della sala silenziosa e gremita, là fuori, la cokeria di Bragno, anche ora, produce. Distilla 1450 tonnellate di carbone al giorno / notte. H24. Sempre. Da oltre mezzo secolo.

I forni sono vecchi, e perdono gas, anche ora. Trecento tornellate di gas al giorno / notte, anche ora, secondo Maurizio Manfredi.

 

QUATTROMILACINQUECENTO TONNELLATE l’anno di BENZENE. Ma forse la stima è per difetto. Certo, invece, che il benzene provoca il cancro, come il cancro la morte, per bene che ti vada. Senza considerare le polveri.

 

E la rete di monitoraggio, quella vera, nell’ anno 2010, dov’è? Non c’è.

Come, non c’è? Si, ma, forse. Decenni.

 

Nel 2004 la perizia del’ Ing. Poggi incaricato dalla Procura della Repubblica di Savona accertava la vetustà degli impianti. Chiedeva interventi radicali per condizioni di lavoro ACCETTABILI, nella cokeria di Bragno. Chiedeva la sostituzione di tutte le porte dei forni, che perdono gas, in DUE ANNI. Il programma del’ azienda lo prevederebbe, in VENTI ANNI.

 

Nel 2007 ARPAL rileva perdite di gas. Ufficialmente. Con un’indagine appositamente finanziata, si intende.

 

E la rete di monitoraggio? Parte l’appello dei comitati: Caro sindaco, ci regali la rete di monitoraggio. E’ la sera di ieri, 11 giugno 2010. Siamo a questo punto.

 

Quello che invece c’è, nonostante tutto, è l’Autorizzazione Integrata Ambientale, rilasciata in gran silenzio e sotto natale all’Italiana Coke. In punta di piedi.

Fanno rumore invece i ricorsi che partono, a tutto gas, verso il TAR Liguria e la Presidenza della Repubblica. A presentarli: WWF Italia, Associazione Rinascita Valle Bormida, Maurizio Manfredi, Nadia Bertetto, Alfio Minetti, ARE Vallebormida, Circolo Cairo Legambiente, CASV, Nicoletta Gallo ed Enrica Tarallo.

 

Interessante per i profani è la CONTROPARTE, oltre all’ Italiana Coke:

Provincia di Savona

– Comune di Cairo Montenotte

– Regione Liguria

– ASL2

– ARPAL

Uno pensa che questi soggetti istituzionali siano CON. Ma ti giri un istante, e li ritrovi CONTRO, negli atti. Semplificazione brutale? Forse.

 

Pochi minuti alle 23:00. Tavola rotonda. Tra gli altri l’imprenditore ed ex senatore Stanislao Sambin (DC), il consigliere regionale Maurizio Torterolo (Lega) e Stefano Quaini, presidente commissione sanità e membro commissione ambiente Regione Liguria, che dice: “come medico, ho visto tante neoplasie. Non transigiamo. Impegneremo Regione Liguria e presidente Burlando. Presenteremo un’ interpellanza”

 

L’applauso è tiepido. Un po’ meno Luciano Corrado, il Giornalista che con la collega Enrica Bertone modera l’incontro, che ricordando l’interrogazione di Sonia Viale sulle leucemie presentata senza esiti nel lontano 1997, non ha difficoltà a definire questi atti come inutili.

 

Quaini e Torterolo, all’unisono, si alzano e lasciano la sala. La gente si guarda. La serata prosegue. Il senatore Sambin prima che imprenditore tiene a definirsi cittadino e ambientalista.

 

Il prof. Federico Valerio spiega l’importanza dei campionatori passivi, nuova interessantissima frontiera low cost del monitoraggio ambientale.

 

Il dottor Morando spiega cosa significa fare il medico a Cairo Montenotte. Suo nonno era medico di fabbrica in cokeria negli anni 50. Già allora, le sue relazioni furono ignorate. Poi annuncia una raccolta dati sui casi di neoplasie a partire da lunedì prossimo.

 

Brilla l’assenza dei sindaci, incluso quello di Cairo. Forse avranno avuto di meglio da fare, chissà.

 

Marco Piombo, presidente di WWF Liguria, accenna finalmente la gravità della situazione ambientale tutta, a livello provinciale. Il rischio che le tanto decantate “biomasse” si trasformino magicamente in rifiuti CDR da bruciare in simil – termo “valorizzatori”. L’azione penale è obbligatoria – ricorda – e la Magistratura deve procedere, in caso di violazioni. Due le diffide ad ottemperare inviate da WWF all’amministrazione locale. Ignorate.

 

Sull’avvocato Piero Castagneto piove la domanda del cronista Corrado, che lo stima e non lo nasconde: “avvocato, lei come si sarebbe comportato se fosse stato sindaco di Cairo?”

 

Bella domanda.

 

L’avv. Castagneto ringrazia, si scusa con i cittadini intervenuti per i politici che hanno abbandonato il dibattito. “Dopo quello che si è sentito stasera è necessario intervenire sulle Amministrazioni, e anche sulla Magistratura, per far rispettare le leggi.” La risposta è in coda: “fossi sindaco, interverrei SEMPRE in riunioni come questa.”

 

Già.

 

Nadia Bertetto iniziò a lavorare sul tema ambientale nel 2004 con una sua concittadina, morta di tumore. Suo marito si è salvato dal cancro per un soffio, e ha lasciato la Valbormida. “SeItaliana Coke è così sicura delle sue posizioni, perché non accetta analisi ai camini h24?”

 

Altra bella domanda. Ma la risposta non c’è, come l’Azienda, stasera.

 

“L’ Autorizzazione Integrata Ambientale A.I.A. è semplicemente ridicola per impianti simili. Le analisi dei fumi ai camini non vi sono neppure menzionate” Poi ricorda quando l’ass. Paolo Marson le disse di non essere lui ad inquinare, e di chiedere al Comune le ragioni del temporeggiare su queste analisi.

 

Armando Chinazzo, medico veterinario di Legambiente spiega bene

 

1) le MELME di carbone: riciclate e bruciate all’interno degli impianti stessi. Secondo la cokeria sarebbero sottoprodotti di lavorazione, e non rifiuti da smaltire. Solo che le emissioni di idrocarburi, bruciandole, aumenterebbero fino a dieci volte. Ma questo si fa. Sull’ A.I.A. : nessuna prescrizione.

 

2) le TORCE: sistemi di EMERGENZA per bruciare i gas. Di fatto, sempre accese. A.I.A.: nessuna prescrizione; solo una raccomandazione del tipo: “usatele meno”.

 

3) le ACQUE DI DEPURAZIONE, usate per raffreddare il carbone incandescente che esce lavorato dai forni. Nelle fumate di “vapore”, a cadenza oraria, inquinanti atmosferici che nessuno misurerebbe.

 

Cairo Montenotte. L’incontro termina tra gli applausi. Torniamo a Savona, passando da Bragno. Il colpo d’occhio sulla cokeria è impressionante, anche di notte. Qualche fiammata.

Tutto “funziona”, come sempre, nel buio.

 

Ma entro questo mese (si prevede) il protocollo di intesa.

 

 Mario Molinari  da Savonanews

Sabato 12 Giugno 2010 ore 16:50

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