ITALIA: GLORIOSA MADRE

 ITALIA: GLORIOSA MADRE

ITALIA: GLORIOSA MADRE

Jules  Michelet 

 

Nel corso delle nostre ricerche, compulsando la vasta biblioteca ereditata dagli avi, abbiamo incontrato un libro del grande storico francese Jules  Michelet  dedicato al mare, scritto nel 1860 (LA MER  ed.Calmann-Lévy –Paris).

 Vi è trattato il mare da tutti i punti di vista possibili, con gli strumenti di indagine dell’epoca: molto interessante, a volte superato, come può comprendersi.

   Ma quale non è stata la nostra sorpresa quando, giunti all’ultimo capitolo, il VII°, intitolato VITA NUOVA DES NATIONS”, abbiamo letto:

   “Pendant que j’achevais ce livre, en décembre 1860, la ressuscitée, l’Italie, notre glorieuse mère à tous, m’envoie de belles étrennes. Une nouvelle, une brochure, m’arrivent de Florence.

   C’est un pays d’où il nous vient souvent de grandes nouvelles: en 1300, celle de Dante; en 1500, celle d’Amerigo; en 1600, Galilée. …”

(trad.: “Mentre portavo a termine questo libro, nel dicembre 1860, la risuscitata, l’Italia, madre gloriosa di tutti noi, mi manda dei bei regali. Un racconto, un opuscolo mi arrivano da Firenze.

   E’ un paese dal quale arrivano spesso grandi notizie: nel 1300, quella di Dante; nel 1500, quella di Amerigo; nel 1600, Galileo. …”).

   Lo confessiamo, abbiamo letto quanto sopra con profonda commozione. Innanzi tutto perché lo scrittore esalta il Risorgimento ( l’Italia è risuscitata) e poi perché riconosce alla nostra travagliata patria un primato indiscutibile nella storia e nella cultura chiamandola MADRE DI TUTTI.

Però, ci siamo chiesti da bravi liguri,  perché l’autore cita  Amerigo Vespucci e non dice nulla del genovese Cristoforo Colombo? L’ardito navigatore, e non solo, fiorentino, dopo aver costeggiato la Patagonia fin quasi a raggiungere lo stretto che poi sarà chiamato di Magellano,  si convinse che il continente era un “Nuovo Mondo”.

 Per questa ragione l’umanista tedesco Martin Walseemüller, nella Cosmographiae Introductio che accompagnava l’edizione dell’Atlante di Tolomeo del 1507, diede al continente il nome di AMERICA.

Ricordato ciò abbiamo messo a fuoco che nel 1860, quando Michelet scriveva, la questione relativa alla cittadinanza del grande genovese era ancora in gran parte irrisolta.

Cristobàl Colòn

Di Cristobàl Colòn si affermavano svariate origini, con prevalenza per la spagnola.  Si deve giungere al 1932 perché la CITTA’ DI GENOVA, dopo aver dato l’incarico ad una speciale commissione  (della quale faceva parte anche il famoso giurista Enrico Bensa) di ricercare e raccogliere tutta la documentazione attestante la nascita e la vita in Genova del grande Colombo, provvedesse ad editare un  ponderoso volume di tale cospicua ed indiscutibile raccolta, pubblicata in fotostatica in ben tre edizioni: una italiana, una ispano-francese ed una anglo-tedesca

 Noi abbiamo consultato la ispano-francese, dono di una cara amica. Seguiranno poi altre pubblicazioni, tra le quali notevole e famosa quella di Paolo Emilio TavianiL’uomo dagli zigomi rossi”.

 Torniamo a  Michelet. L’occasione per manifestare il suo amore  per l’Italia gli è data dalle  iniziative ospedaliere di Firenze, dove le  “belle dame italiane velate e con umiltà andavano a servire gli ammalati.”

    Perché egli tratta questo argomento in un libro dedicato al mare ? perché “senza aspettare, senza attendere il governo, una libera associazione ha fondato i Bagni per fanciulli a Viareggio. Conosciamo questa bella strada, scrive l’autore, quest’arco incantatore che fa il Mediterraneo  quando si sono lasciate le asprezze di Genova, si è superata la magnifica rada di La Spezia, e ci si è tuffati negli oliveti virgiliani della Toscana. A metà cammino da Livorno, una costa conquistata sul mare offre il piccolo porto solitario  che consacra ormai la bella fondazione.” (trad. del redattore).

    Non è facile incontrare nella letteratura straniera, e men che mai in quella francese, un riconoscimento all’Italia che non sia solo geografico e paesaggistico ma anche storico e, in sostanza, politico. Michelet, storico della Rivoluzione Francese, profondamente radicato nella cultura di una Francia dominante nel costume, nelle arti, nella letteratura e nella politica dell’epoca (malgrado la caduta di Napoleone),  riconosce nell’Italia la gran madre di tutti, la matrice, in sostanza, di un’Europa in fieri, di un mondo civile di  cui detiene il primato. Il saluto al Risorgimento (Italia resuscitata) è l’asse portante del riconoscimento, finalmente, sembra dire Michelet, Italia , ora di nuovo Madre e Maestra.

    I nostri quattro lettori ci perdoneranno se questa volta ci siamo dedicati ad una digressione libresca, tralasciando la satira soft e la polemica politica che l’ispira.

    Ci sembra che, ogni tanto, il rifugio nella ricerca storica e letteraria sia necessario; soprattutto nell’attuale temperie avvertiamo sempre di più la necessità di una boccata d’ossigeno.

 Quando poi questa ci viene dalla scoperta di un estimatore della nostra Patria che, al di fuori di ogni possibile sospetto, con dedizione  per la verità, scrive così entusiasticamente dell’Italia unita, risuscitata dal Risorgimento, origine e corpo della grande cultura europea, riprendiamo forza e coraggio per percorrere con essa quello che, malgrado tutto, crediamo possa essere ancora un luminoso cammino. E non soltanto per la nostra soleggiata meridionalità.

 

     Stefano Carrara Sutour

 

– per copia conforme :  BELLAMIGO-

 

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